Passò una settimana dopo la gitarella in treno che passai in trepidante attesa di tornare a far visita agli stivali di Mirella alla lezione di yoga. Averla vista con indosso la calzatura macchiata mi aveva fatto stare duro tutta la settimana. Ero carico, infoiato e volevo annusarle gli stivali. Ero curioso di sapere quale odore emanassero ora, se quello dello sperma fosse molto più vivo e mischiato a quello del sudore dei suoi piedi. E francamente avevo in mente anche dell’altro. Volevo schizzarle brutalmente gli stivali.
Entrato nuovamente di nascosto
nello spogliatoio trovai quello che cercavo. Al posto di immortalarli come al
solito, questa volta me li portai subito al naso assaporandone la puzza che
emanavano. Rispetto alla prima volta ora avevano davvero un odore forte e come
mi aspettavo era qualcosa di rancido, lo sperma mischiato al sudore. Scattai
qualche fotografia all’interno delle calzature e poi mi misi a segarmi.
Super eccitato e con l’immenso
desiderio di imbrattarle lo stivale che tenevo in mano, dopo alcuni minuti mi
scaricai brutalmente sulla pelle esterna della scarpa. Rammento come fui
incurante di essere scoperto. Se qualcuno fosse entrato in quel momento non
avrei avuto via di scampo o alcuna scusa plausibile da utilizzare.
Ne feci davvero tanta come
potete vedere. La maggior parte la depositai sul lato interno della calzatura,
nei pressi della zip, confidando che quando Mirella avrebbe dovuto usarla,
inevitabilmente sarebbe stata costretta a toccare con le sue dita il mio seme.
Quindi sbattei il cazzo sulla
punta dello stivale depositando gli ultimi rimasugli della mia venuta proprio
li. Venne infine il momento di riprendere quando fatto.
Dopo un sacco di fotografie dovetti
riporre gli stivali al loro posto. Il dilemma che pervadeva la mia mente era
quello se lasciarli in quello stato o pulirli. Mi immaginavo la scena di
Mirella che li trovava così sborrati e rimaneva a bocca aperta. Era troppo
eccitante immaginarla e al tempo stesso non avendo nulla da perdere decisi di fare
così. I sospetti su di me li avevo sviati già da tempo. La mia amica non mi
aveva detto nulla, nessun appunto o domanda strana durante i nostri incontri
successivi. A parte una volta, ai suoi occhi non mi ero mai più presentato a
yoga e alla fine, i suoi stivali li avevo già maltrattati abbastanza sia dentro
che fuori. Era il momento di giocarsi il tutto per tutto. Ripetendomi come non
avessi nulla da perdere confermai la mia decisione di rimetterli
nell’armadietto in quello stato. Mirella avrebbe avuto una bella sorpresa.
Questa volta però, dopo essere uscito dal palazzo, decisi di appostarmi nei
paraggi perché volevo godermi la scena di quando anche la mia amica sarebbe
uscita da li. Ero ansioso di vedere il suo viso per captare qualche sensazione.
Non fu facile attendere al freddo ma ne valse la pena e comunque dentro di me
avevo ancora un fuoco che mi manteneva caldo. Le ragazze e i pochi maschi del
corso di yoga cominciarono ad uscire alla spicciolata. Di Mirella però nessuna
traccia. Cosa stava succedendo, cosa la tratteneva. Quando questa fece
finalmente capolino dal portone del condominio era sola e vedendola con gli
stivali indosso capii che evidentemente aveva aspettato come tutti fossero
andati via ed uscire per ultima, sicuramente per non mostrare a nessuno come
erano stati ridotte le sue calzature. Li calzava e ci camminava per fare
ritorno a casa. Sarebbe stato belle incontrarla, simulando un incontro casuale,
per vedere se i suoi stivali fossero stati o meno puliti, ma era troppo
rischioso e così mi limitai ad osservarla da lontano. Non potevo farmi notare. Mi
chiedevo cosa dovesse aver provato nel vedere come glieli avevo ridotti.
L’aveva fatto notare a qualcuno? Ne aveva parlato con l’insegnante? Conoscendo
un po' Mirella penso proprio di no. Secondo me una volta trovati avrà fatto di
tutto per evitare che le altre persone presenti nello spogliatoio se ne accorgessero.
Ed ora stava tornandosene a casa chiedendosi perché e chi le aveva fatto
quello.
continua…
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