mercoledì 15 gennaio 2020

SCOPERTA A COPIARE

Leggendo qua e la sul web mi è capitato di imbattermi in un articolo di giornale che parlava di come in alcune scuole americane, alle studentesse fosse stato vietato di indossare stivali a scuola, poiché vi avrebbero occultato al loro interno i telefoni cellulari che poi durante gli esami utilizzavano per ottenere risultati e scambiarsi le risposte.
Questa lettura mi ha fatto tornare in mente un evento a cui ho assistito al tempo in cui frequentavo il liceo. Ricordo come allora, soprattutto i primi due anni, fossi un abituale frequentatore della presidenza a seguito delle mie continue marachelle. Un giorno però, quando giunsi nella saletta ove si attendeva di essere chiamati dal direttore scolastico, incontrai una ragazza molto carina che ai piedi indossava degli stivali indianini bianchi che in foto potete meglio vedere.



Ebbene si, stivali bianchi e leggins neri di pelle. Un’accoppiata che mi fecero subito pensare a come si trattasse di una zoccoletta che magari era stata sorpresa a commettere sconcerie nei bagni insieme a qualche compagno. Con freddezza, sebbene il mio pene già si era eretto ferocemente nei pantaloni, estrassi la mia macchinetta fotografica che da poco avevo comperato e cominciai di nascosto a scattare delle fotografie alle gambe della ragazza.



Non l’avevo mai vista prima e di sicuro era di qualche anno più grande di me. Quando entrai nella sala d’attesa la salutai ma lei mi ignorò totalmente, come per mettere subito in chiaro le cose. Tanto meglio pensai, se non vuoi avere a che fare con me, sarà più semplice per me continuare a riprenderti di nascosto.



Facendo per sedermi sulla sedia posta di fianco al tavolino di cui la ragazza stava consultando le riviste potei scattare queste altre fotografie. Inizialmente non mi accorsi della pallina di carta che si trovava all’interno dello stivale destro. Zoomando invece si può notare. Vi anticipo infatti come il motivo per cui la ragazza era stata mandata in presidenza era perché era stata scoperta a copiare durante un compito in classe. Evidentemente anche quel pezzettino di carta le era servito ed era una chiara prova di ciò.


Per un attimo pensai come tutto sarebbe terminato prima del previsto quando la ragazza fece per allontanarsi verso la porta d’ingresso della saletta. Ma fortunatamente per me si fermò e prese a girare per la stanza come un’anima in pena.


Essendo solo noi nella stanza potei continuare ad immortalare le sue gambe stivalate senza dovermi preoccupare di qualcun altro.



Trovavo veramente eccitante quella fanciulla. Non avevo mai visto nessuna con stivali del genere a scuola. L’assenza di tacco sicuramente ne dimostrava la comodità degli stivali, ma il colore bianco mi dava l’idea di come volesse attirare l’attenzione su di se.


Ero davvero rapito da quegli stivali e in me prendevano vita i pensieri erotici e perversi più disparati.



Per mia fortuna la ragazza sembrava solamente impaziente. Sbuffava in continuazione e guardava dalla finestra come se attendesse l’arrivo di qualcuno. Mi feci coraggio e mi avvicinai a lei da dietro non smettendo di immortalare le sue calzature.




Coprendo la fotocamera col diario che avevo dovuto portare con me e sul quale il preside avrebbe scritto il rimprovero che avrei ricevuto, iniziai a interloquire con la ragazza. Scoprii come fosse del quarto anno e come vi ho anticipato prima, il motivo della sua presenza nella sala d’attesa. La giovane era stata colta a copiare durante un compito in classe, utilizzando il proprio telefono che estraeva quando le occorreva dallo stivale. Aggiunse come non fosse stata la prima volta a farlo ma in questa occasione le era andata male, infatti il professore se ne era accorto e l’aveva scoperta. Le chiesi allora, incuriosito, se l’insegnante le avesse chiesto di levarsi gli stivali per perquisirglieli ma lei ridendo mi rispose di no. Credo che se fossi stato io il professore in quella situazione mi sarei divertito a sputtanarla davanti ai compagni. L’avrei costretta ad alzarsi per raggiungermi alla cattedra. Quindi le avrei chiesto cosa stava facendo. Avrei proseguito obbligandola a sfilarsi gli stivali dinnanzi a tutti e quindi avrei proceduto ad ispezionarle le calzature infilandoci dentro la mano. Il tutto non smettendo di fissarla negli occhi. Una volta terminata l’ispezione avrei fatto finta di annusarmi la mano e avrei detto come ora mi sarei dovuto andare a lavare la mano visto il cattivo odore che emanavano gli stivali. Mi sarei immaginato come tutti i compagni sarebbero esplosi in una risata fragorosa. Quindi l’avrei rimandata al suo banco a continuare l’esame ma senza stivali. Quelli li avrei lasciati sulla cattedra in bella mostra. Sono certo come la ragazza sarebbe stata oggetto di scherno e battute da parte dei compagni. Una volta terminato il compito in classe l’avrei accompagnata dal preside sempre scalza e facendole tenere gli stivali in mano, umiliandola attraversando i corridoi durante l’intervallo quando la maggior parte degli studenti era in libertà e quindi potevano osservarla.



Poco dopo quando la ragazza si volle mettere a sedere io feci altrettanto.




Più osservavo quella ragazza e i suoi stivali più l’erezione mi stava esplodendo tra le gambe.




Ella sembrava proprio non sopportare più l’attesa, continuava a cambiare posizione delle gambe e a muovere quindi gli stivali.




Tornai nuovamente alla carica, chiedendole se pensava se il preside le avrebbe perquisito gli stivali. Mi rispose ridendo: “ma sei proprio fissato!”. Come darle torto.




Eccola poi accavallare le gambe.




Vederla sgranchire la caviglia fu un colpo durissimo. Immaginavo il suo piede la dentro desideroso di attenzioni.



Riuscii a fare questa zoomata con cui si può vedere come ella fletteva le dita dei piedi distaccandole dalla soletta interna.



Quando rimise il piede a terra dovetti trattenermi dal non inginocchiarmi sul pavimento per sfilarle lo stivale. Ne avevo una voglia immensa.




Ancora lo stivale a terra e nuovamente la ragazza che giocava con le dita dei piedi.




Poi arrivò la segretaria del preside che chiamò la ragazza e così questa si alzò. Mi disse ciao, guardandomi e  sorridendo. Io le dissi buona fortuna e non mi persi uno solo dei suoi passi verso la presidenza.
Rimasto solo coi miei pensieri cominciai a fantasticare su quello che le sarebbe potuto accadere in presidenza. Chissà se il preside era un feticista come me o chissà se la ragazza era davvero una zoccoletta come pensavo. Forse lui si sarebbe messo a farle una ramanzina, forse le preannunciava una severa punizione e allora alla ragazza non rimase che oltrepassare la scrivania del dirigente scolastico, sedervisi sopra proprio dinnanzi a lui e quindi sollevare le gambe andando a posizionarle tra quelle dell’uomo.




Intanto, rimasto solo, potei estrarre tranquillamente la mia fotocamera con cui mi rimisi a guardare alcune delle immagini scattate poco prima.




Rimirandole tornai a fantasticare. La ragazza si scusava per il comportamento anti etico tenuto durante il compito in classe e mentre chiedeva di non essere punita cominciava a sfregare la suola di uno stivale sull’inguine del preside. Riusciva quindi a percepire la consistenza del cazzo dell’uomo crescere ad ogni suo movimento e questo le provocava piacere. Gli chiedeva allora se gli piacessero i suoi stivali e questi per dimostrarglielo si slacciava i pantaloni estraendo un cazzo di discrete dimensioni ormai in tiro.



Continuando a guardare immagini come questa e a fantasticare, il mio membro si era indurito così tanto che era davvero un supplizio per me non poterlo cacciare di fuori e cominciare a segarmi furiosamente.
Immaginavo la ragazza intenta a fare un bootjob al preside per evitare la punizione, desiderando che fosse il mio il cazzo che stringeva tra i suoi stivali. A quel punto all’uomo si sarebbero prospettate due alternative. La prima ovvero sborrare tra i due stivali e macchiarli esternamente, oppure sfilarle uno stivale per infilarci dentro il cazzo. Visto che ci aveva messo dentro il cellulare e dei pezzetti di carta con le risposte, ora si meritavano un bel cazzo che avrebbe riversato dentro un’enorme massa di densa e calda sborra.
Quando stavo per scegliere ecco che fui interrotto dall'arrivo della segretaria del preside.



Si tratta di una delle tante immagini che le ho scattato questa che vi ho mostrato per ultima. Infatti per mio sommo dispiacere la ragazza non venne ne a salutarmi ne a dirmi com’era andato l’incontro col dirigente scolastico. Non potei ne controllare se ci fosse dello sperma sui suoi stivali o semplicemente sapere se le fossero stati ispezionati dal preside. La vidi semplicemente andarsene lungo il corridoio coi suoi stivali bianchi da troia. Non mi rimase che andare io in presidenza con la mia erotica fantasia che mi girava per la testa.  


Fine.