Leggendo qua e la sul web mi è
capitato di imbattermi in un articolo di giornale che parlava di come in alcune
scuole americane, alle studentesse fosse stato vietato di indossare stivali a
scuola, poiché vi avrebbero occultato al loro interno i telefoni cellulari che
poi durante gli esami utilizzavano per ottenere risultati e scambiarsi le
risposte.
Questa lettura mi ha fatto tornare in mente un evento
a cui ho assistito al tempo in cui frequentavo il liceo. Ricordo come allora,
soprattutto i primi due anni, fossi un abituale frequentatore della presidenza
a seguito delle mie continue marachelle. Un giorno però, quando giunsi nella
saletta ove si attendeva di essere chiamati dal direttore scolastico, incontrai
una ragazza molto carina che ai piedi indossava degli stivali indianini bianchi
che in foto potete meglio vedere.
Ebbene si, stivali bianchi e
leggins neri di pelle. Un’accoppiata che mi fecero subito pensare a come si
trattasse di una zoccoletta che magari era stata sorpresa a commettere
sconcerie nei bagni insieme a qualche compagno. Con freddezza, sebbene il mio
pene già si era eretto ferocemente nei pantaloni, estrassi la mia macchinetta
fotografica che da poco avevo comperato e cominciai di nascosto a scattare
delle fotografie alle gambe della ragazza.
Non l’avevo mai vista prima e
di sicuro era di qualche anno più grande di me. Quando entrai nella sala
d’attesa la salutai ma lei mi ignorò totalmente, come per mettere subito in
chiaro le cose. Tanto meglio pensai, se non vuoi avere a che fare con me, sarà
più semplice per me continuare a riprenderti di nascosto.
Facendo per sedermi sulla
sedia posta di fianco al tavolino di cui la ragazza stava consultando le
riviste potei scattare queste altre fotografie. Inizialmente non mi accorsi
della pallina di carta che si trovava all’interno dello stivale destro.
Zoomando invece si può notare. Vi anticipo infatti come il motivo per cui la
ragazza era stata mandata in presidenza era perché era stata scoperta a copiare
durante un compito in classe. Evidentemente anche quel pezzettino di carta le
era servito ed era una chiara prova di ciò.
Per un attimo pensai come
tutto sarebbe terminato prima del previsto quando la ragazza fece per
allontanarsi verso la porta d’ingresso della saletta. Ma fortunatamente per me
si fermò e prese a girare per la stanza come un’anima in pena.
Essendo solo noi nella stanza
potei continuare ad immortalare le sue gambe stivalate senza dovermi
preoccupare di qualcun altro.
Trovavo veramente eccitante
quella fanciulla. Non avevo mai visto nessuna con stivali del genere a scuola.
L’assenza di tacco sicuramente ne dimostrava la comodità degli stivali, ma il
colore bianco mi dava l’idea di come volesse attirare l’attenzione su di se.
Ero davvero rapito da quegli
stivali e in me prendevano vita i pensieri erotici e perversi più disparati.
Per mia fortuna la ragazza
sembrava solamente impaziente. Sbuffava in continuazione e guardava dalla
finestra come se attendesse l’arrivo di qualcuno. Mi feci coraggio e mi
avvicinai a lei da dietro non smettendo di immortalare le sue calzature.
Coprendo la fotocamera col
diario che avevo dovuto portare con me e sul quale il preside avrebbe scritto
il rimprovero che avrei ricevuto, iniziai a interloquire con la ragazza.
Scoprii come fosse del quarto anno e come vi ho anticipato prima, il motivo
della sua presenza nella sala d’attesa. La giovane era stata colta a copiare
durante un compito in classe, utilizzando il proprio telefono che estraeva
quando le occorreva dallo stivale. Aggiunse come non fosse stata la prima volta
a farlo ma in questa occasione le era andata male, infatti il professore se ne
era accorto e l’aveva scoperta. Le chiesi allora, incuriosito, se l’insegnante le
avesse chiesto di levarsi gli stivali per perquisirglieli ma lei ridendo mi
rispose di no. Credo che se fossi stato io il professore in quella situazione
mi sarei divertito a sputtanarla davanti ai compagni. L’avrei costretta ad
alzarsi per raggiungermi alla cattedra. Quindi le avrei chiesto cosa stava
facendo. Avrei proseguito obbligandola a sfilarsi gli stivali dinnanzi a tutti
e quindi avrei proceduto ad ispezionarle le calzature infilandoci dentro la
mano. Il tutto non smettendo di fissarla negli occhi. Una volta terminata
l’ispezione avrei fatto finta di annusarmi la mano e avrei detto come ora mi
sarei dovuto andare a lavare la mano visto il cattivo odore che emanavano gli
stivali. Mi sarei immaginato come tutti i compagni sarebbero esplosi in una risata
fragorosa. Quindi l’avrei rimandata al suo banco a continuare l’esame ma senza
stivali. Quelli li avrei lasciati sulla cattedra in bella mostra. Sono certo
come la ragazza sarebbe stata oggetto di scherno e battute da parte dei
compagni. Una volta terminato il compito in classe l’avrei accompagnata dal
preside sempre scalza e facendole tenere gli stivali in mano, umiliandola
attraversando i corridoi durante l’intervallo quando la maggior parte degli
studenti era in libertà e quindi potevano osservarla.
Poco dopo quando la ragazza si
volle mettere a sedere io feci altrettanto.
Più osservavo quella ragazza e
i suoi stivali più l’erezione mi stava esplodendo tra le gambe.
Ella sembrava proprio non
sopportare più l’attesa, continuava a cambiare posizione delle gambe e a
muovere quindi gli stivali.
Tornai nuovamente alla carica,
chiedendole se pensava se il preside le avrebbe perquisito gli stivali. Mi
rispose ridendo: “ma sei proprio fissato!”. Come darle torto.
Eccola poi accavallare le
gambe.
Vederla sgranchire la caviglia
fu un colpo durissimo. Immaginavo il suo piede la dentro desideroso di
attenzioni.
Riuscii a fare questa zoomata
con cui si può vedere come ella fletteva le dita dei piedi distaccandole dalla soletta
interna.
Quando rimise il piede a terra
dovetti trattenermi dal non inginocchiarmi sul pavimento per sfilarle lo
stivale. Ne avevo una voglia immensa.
Ancora lo stivale a terra e
nuovamente la ragazza che giocava con le dita dei piedi.
Poi arrivò la segretaria del
preside che chiamò la ragazza e così questa si alzò. Mi disse ciao, guardandomi
e sorridendo. Io le dissi buona fortuna
e non mi persi uno solo dei suoi passi verso la presidenza.
Rimasto solo coi miei pensieri
cominciai a fantasticare su quello che le sarebbe potuto accadere in
presidenza. Chissà se il preside era un feticista come me o chissà se la
ragazza era davvero una zoccoletta come pensavo. Forse lui si sarebbe messo a
farle una ramanzina, forse le preannunciava una severa punizione e allora alla
ragazza non rimase che oltrepassare la scrivania del dirigente scolastico,
sedervisi sopra proprio dinnanzi a lui e quindi sollevare le gambe andando a
posizionarle tra quelle dell’uomo.
Intanto, rimasto solo, potei estrarre
tranquillamente la mia fotocamera con cui mi rimisi a guardare alcune delle
immagini scattate poco prima.
Rimirandole tornai a
fantasticare. La ragazza si scusava per il comportamento anti etico tenuto
durante il compito in classe e mentre chiedeva di non essere punita cominciava
a sfregare la suola di uno stivale sull’inguine del preside. Riusciva quindi a
percepire la consistenza del cazzo dell’uomo crescere ad ogni suo movimento e
questo le provocava piacere. Gli chiedeva allora se gli piacessero i suoi
stivali e questi per dimostrarglielo si slacciava i pantaloni estraendo un
cazzo di discrete dimensioni ormai in tiro.
Continuando a guardare
immagini come questa e a fantasticare, il mio membro si era indurito così tanto
che era davvero un supplizio per me non poterlo cacciare di fuori e cominciare
a segarmi furiosamente.
Immaginavo la ragazza intenta
a fare un bootjob al preside per evitare la punizione, desiderando che fosse il
mio il cazzo che stringeva tra i suoi stivali. A quel punto all’uomo si
sarebbero prospettate due alternative. La prima ovvero sborrare tra i due
stivali e macchiarli esternamente, oppure sfilarle uno stivale per infilarci
dentro il cazzo. Visto che ci aveva messo dentro il cellulare e dei pezzetti di
carta con le risposte, ora si meritavano un bel cazzo che avrebbe riversato
dentro un’enorme massa di densa e calda sborra.
Quando stavo per scegliere
ecco che fui interrotto dall'arrivo della segretaria del preside.
Si tratta di una delle tante
immagini che le ho scattato questa che vi ho mostrato per ultima. Infatti per
mio sommo dispiacere la ragazza non venne ne a salutarmi ne a dirmi com’era
andato l’incontro col dirigente scolastico. Non potei ne controllare se ci
fosse dello sperma sui suoi stivali o semplicemente sapere se le fossero stati
ispezionati dal preside. La vidi semplicemente andarsene lungo il corridoio coi
suoi stivali bianchi da troia. Non mi rimase che andare io in presidenza con la
mia erotica fantasia che mi girava per la testa.
Fine.