Il giorno successivo alla
serata in discoteca mi ritrovai al pomeriggio in spiaggia con i ragazzi. Tra
loro vi era anche Tilde che non fece menzione dei suoi stivali. Ciò stava a significare
due cose: o la bella biondina non voleva far sapere quanto era successo alle
sue calzature oppure ne lei ne sua madre avevano ancora trovato il panzerotto
che avevo accuratamente riposto in uno stivale.
Il pomeriggio passò
tranquillamente così come il giorno dopo. Quello però era il mio ultimo giorno
di permanenza al mare e così venne il momento dei saluti. La maggior parte dei
nuovi amici che avevo conosciuto in questa vacanza li salutai in spiaggia,
l’ormai rituale luogo in cui ci incontravamo. Qualcuno che era assente non lo
salutai ma qualcun altro seppur assente avevo il desiderio di salutarlo. Sto
parlando di Tilde, ella infatti non venne in spiaggia l’ultimo giorno ma
siccome volevo vederla un’ultima volta prima di andarmene le scrissi verso
l’ora di cena un sms chiedendole se verso le 21 sarei potuto passare da lei per
un breve saluto. La bella biondina mi rispose affermativamente e così
all’orario prestabilito fui sotto casa sua.
Parcheggiata la macchina mi
diressi lungo il viale che portava a casa sua e mentre camminavo qualcosa
catturò il mio sguardo. Guardai verso i cassonetti dell’immondizia e li per
terra vidi qualche cosa che mi sembrava familiare.
Più mi avvicinavo e più le mie
certezze andavano aumentando.
Li per terra c’era
indubbiamente uno degli stivali di Tilde. Ebbi per un attimo la tentazione di
fermarmi, per accertarmi meglio che si trattasse dello stivale bianco che
intendevo io ma la ragazza mi aspettava e comunque potevo compiere benissimo
questa operazione qualche minuto più tardi.
Ripresi così il mio cammino
sino a giungere alla casa della ragazza dove suonai il citofono. Mi rispose in
breve tempo Tilde stessa dicendomi di attenderla che a breve sarebbe scesa.
Passai con lei circa 20 minuti
in cui chiacchierammo un poco del più e del meno e di come ci fossimo divertiti
in questa vacanza. Venne poi per me il momento di provare a scoprire qualcosa
sugli stivali bianchi dopo ciò che avevo fatto col panzerotto. Le chiesi
infatti se si era divertita sabato sera in discoteca e che a mio parere la
serata era stata perfetta. Fu a quel punto che lei obbiettò.
Tilde mi disse appunto che la
serata a suo giudizio non era stata perfetta e che anzi ci aveva rimesso gli
stivali bianchi di sua madre a causa di uno stupido scherzo. Presi a quel punto
la palla al balzo chiedendole spiegazioni visto che non ne sapevo nulla.
Incalzata dalla mia domanda la
bella biondina mi raccontò che proprio oggi sua madre mettendosi gli stivali
per andare al lavoro aveva trovato dentro uno di essi dei resti di cibo e che
questo l’aveva mandata su tutte le furie. Proprio per quanto accaduto Tilde non
era venuta con gli altri ragazzi in spiaggia in quanto a loro aveva chiesto
spiegazioni ma nessuno si era preso la responsabilità del gesto.
Io le dissi che magari il cibo
era caduto involontariamente nello stivale ma lei per tutta risposta mi disse
che credeva poco a questa ipotesi e che anzi conoscendo i suoi amici qualcuno
sicuramente le aveva tirato quel colpo mancino apposta.
Io feci finta di essere
dispiaciuto e le volli chiedere qualcosa di più sulla reazione di sua madre.
Tilde mi disse che si era arrabbiata parecchio e che per quanto successo aveva
buttato via gli stivali.
A quel punto decisi di non
farle più domande a proposito e cambiai argomento.
Venne poi il momento di
salutare la ragazza anche perché volevo andare a vedere gli stivali buttati.
Due bacetti sulle guance, la promessa di risentirci in seguito e me ne andai.
Feci la strada a ritroso e mi
ritrovai ai cassonetti dove finalmente mi avvicinai alla immondizia.
Ai miei piedi vi erano proprio
gli stivali bianchi della madre di Tilde.
La vita di questi stivali era
finita. Come aveva detto Tilde, sua madre li aveva gettati e non li avrebbe più
utilizzati. Per quanto erano danneggiati non credo ci abbia perso un gran che.
Il pensare alla donna che li aveva indossati e ci aveva trovato dentro il mio
panzerotto mi eccitò molto e mi fece fare più tardi una gran bella sega.
Tornando a quel momento decisi
come testimoniano le immagini di scattare qualche foto per ricordare l’evento e
dopodiché me ne andai definitivamente.
Un ultimo pensiero lo dedicai
agli uomini della nettezza urbana che avrebbero poi trovato quegli stivali.
Magari qualcuno ci avrebbe guardato dentro, oppure se li sarebbe portati a
casa. Beh se l’ha fatto è perché è uno di noi e in quel caso ora può conoscere
la storia di quegli stivali da troia.
Fine.