venerdì 8 dicembre 2023

LA RISTRUTTURAZIONE DELL'ORATORIO E' TERMINATA

Io e altri frequentatori dell’oratorio eravamo stati invitati alla cena che si sarebbe tenuta per festeggiare la fine dei lavori di ristrutturazione che avevano visto coinvolto lo stabile della parrocchia. Quando scattai le fotografie che seguono mi trovavo nell’abitazione della mia amica Chiara. Con noi c’era anche un’altra ragazza con cui dovevamo andare all’appuntamento di cui sopra. Sebbene l’occasione non potesse essere definita di gala, le due donzelle si stavano preparando come se invece lo fosse. Ormai erano prossime alla matura età e non volevano pertanto sfigurare, ma come la pensavo io, ovviamente più terra terra, intendevano far drizzare qualche cazzo.




Alla fine le due decisero di mettersi gli abiti che vedete in queste due fotografie. Chiara optò per un vestitino blu molto carino ma secondo me più indicato per una cerimonia. L'altra invece, scelse una sorta di maxi maglia con dei leggings e degli stivaletti scamosciati. Prima di arrivare a ciò e immortalarlo con la mia fotocamera, mentre le due erano ancora indecise e frugavano tra armadi e sacchetti, io ebbi modo di girare per casa e trovare qualcosa di interessante.




Sul davanzale di una finestra ecco che qualcosa richiamò la mia attenzione.




Una volta aperta reperii un paio di stivali in pelle, di colore verde scuro.



Tranquillizzato nel sentire le due ragazze confabulare in camera e rassicurato dal fatto che in casa non ci fosse nessun altro, mi misi ad esplorare meglio quelle calzature.




Mentre li maneggiavo e fotografavo mi chiesi se fossero di Chiara perché mai glieli avevo visti addosso.  



Volli dare ovviamente un’occhiata all’interno degli stivali, percependone così una discreta fragranza fuoriuscirne.



Quindi ci infilai dentro una mano, così da percepire quello che la proprietaria dovesse provare nel calzarli.



Apparivano discretamente usurati.




Le condizioni in cui versavano le suole e il tallone confermarono quanto detto pocanzi. Esclusi che gli stivali fossero di Chiara. Probabilmente appartenevano a sua sorella Stefania, studentessa universitaria che evidentemente li usava con maggiore frequenza.




Non erano affatto male e potete immaginare cosa avrei voluto fargli. Purtroppo però il tempo non era dalla mia parte.



Scattai quindi questa fotografia appena prima di udire una voce. Lasciai così gli stivali per dirigermi in camera dalle ragazze. La porta era ancora chiusa e quindi bussai. Le due mi rassicurarono di non avermi chiamato e come fossero ancora impegnate. Non me lo feci ripetere una seconda volta e voltandomi tornai alle calzature sul davanzale. Volevo però farci qualcosa e quindi mi misi a guardare in giro.



Su di una mensola trovai una bustina di un integratore alimentare. Al tatto appariva morbida e così pensai potesse fare al caso mio.




Aperta la bustina iniziai a spremerne il contenuto in uno degli stivali. Dalla fotografia che scattai poco dopo mi accorsi come la sostanza fosse un po' densa e quindi subito dopo decisi di spanderla all’interno dello stivale, lungo la tomaia e sulla soletta interna. Al termine dell’operazione avevo la mano appiccicosa e profumata di miele. Un toccasana per quella calzatura.



Toccando la calzatura per riappoggiarla sul davanzale ne sporcai inevitabilmente anche la pelle esterna.



La restante metà dell’integratore la riversai nell’altro stivale.



In questa immagine potete notare alcuni residui visibili anche da una certa distanza.




Eccoli, il destro e il sinistro. Uno di fianco all’altro dopo aver ricevuto una bella dose di propoli rinvigorente.





Un paio di altre immagini ancora dell’interno delle calzature. Belle macchiate, come piacciono a me. Probabilmente la sostanza si sarebbe seccata col passare delle ore e dei giorni e le macchie e l’odore difficilmente se ne sarebbero andate.



Li avevo conciati per bene ma ormai era tardi per rimediare. Chissà se Stefania se ne sarebbe mai accorta.



Quel pensiero mi attanagliò per tutta la festa, dal nostro arrivo come qua sopra alle ore seguenti fino al brindisi finale. Cercai di distrarmi immortalando le ragazze ma non mi fu d’aiuto.




Le ragazze mi facevano il cazzo duro nei pantaloni e più guardavo Chiara, con quel suo abitino così modellante, con le spalle scoperte, davvero inappropriato per il luogo in cui ci trovavamo mi chiedevo se solo avesse deciso di indossare gli stivali della sorella e non quelle dozzinali ballerine che aveva ai piedi. Chissà cosa avrebbero provato le sue estremità fasciate dal nylon dei collant nel momento in cui venivano a contatto con l’appiccicoso integratore alimentare. Ovviamente sfilarsi gli stivali avrebbe voluto dire mostrarci le calze macchiate a me e all’altra ragazza. Cambiare calzatura sarebbe stato improponibile se non con anche il cambio di calze. Insomma, avrebbe dovuto tenere gli stivali e partecipare alla serata con la sensazione fastidiosa per tutto il tempo. Che spettacolo sarebbe stato ma purtroppo ciò non avvenne.



Vi lascio con quest’ultima fotografia di Chiara e un’altra ospite, che poi non è altro che quella che ho usato a casa per segarmi dopo la serata passata col pisello piacevolmente in tiro.   

 

 

Fine.

mercoledì 8 novembre 2023

2 NOVEMBRE

Il 2 novembre è il giorno della commemorazione di tutti i defunti e da buon cristiano mi ero recato al cimitero. Dopo aver pregato per i miei cari, all’uscita del luogo sacro, incrociai una donna in stivali e visto che avevo con me la macchina fotografica non ci pensai due volte ad accodarmi a lei per immortalarla.




La donna di mezza età indossava degli stivali marroni in pelle che le coprivano il ginocchio.




Portava con se una cesta e si stava dirigendo a passo spedito verso dei cassonetti della spazzatura.




Dopo essersi disfatta di quanto aveva cose fece dietrofront per tornare al cimitero. Io ovviamente mi misi a seguirla. Il fatto che incominciò a piovere fece in modo di distrarre la donna dalla mia presenza.




Quelle calzature erano messe ben in risalto dai pantaloni grigi aderenti.




Stavo a pochi metri da lei continuando a filmarla.




Era davvero eccitante vederla ma lo è altrettanto rifarlo a posteriori.




Con mia sorpresa, ad un tratto, causa l’intensificarsi della pioggia, cambiò direzione, evitando di entrare all’interno del luogo sacro, bensì fermandosi nei pressi di una baracca per ripararsi sotto una tettoia. Io ovviamente feci altrettanto.



Sembrava indecisa, andare o restare. Si muoveva in maniera agitata finché non si calmò assumendo questa posizione, invitante per strusciarglielo addosso.




Come vi ho detto la donna faceva fatica a stare ferma e in un momento che non ripresi perché questa si voltò più volte verso di me, nel muoversi andò anche in quel piccolo lembo di terra oltre le piastrelle. Da queste due immagini potete notare come l’escursione avesse lasciato un piccolo segno sulla punta della calzatura sinistra. Dei residui di terra infatti vi si erano depositati sopra. Non riuscivo nemmeno io a capire come avesse fatto ma l’importante era il risultato. Davvero intrigante. Volli zoomare per godermeli meglio.




Prima che la donna mosse questi passi la udii chiamare al telefono il marito. Ci fu una breve discussione tra loro e siccome quest’ultimo sembrava non capire dove si trovasse la coniuge, ecco che questa dovette incamminarsi per raggiungerlo a piedi. Come potete immaginare mi infischiai della pioggia che andava ad aumentare per seguirla.




Mentre osservavo quel bel stivale sentivo la persona che li calzava bofonchiare qualcosa. Penso fossero imprecazioni ma erano nulla rispetto quelle che avrebbe pronunciato poco dopo.




Quando voltò a destra per prendere la strada principale fui felice di notare come questa fosse priva di marciapiede.




Accanto a noi sulla destra vi era un rialzo con del selciato e delle aiuole. Probabilmente la donna pensò come salirvici sopra fosse peggio per le sue calzature e quindi rimase a camminare lungo la strada asfaltata.




Più camminavamo e più mi accorgevo come l’acqua che calpestavamo aumentasse.




Sebbene non avessi azionato lo zoom, anche da queste immagini si può notare come la pioggia stesse bagnando gli stivali della donna.




Queste fotografie aiutano a comprendere quanto detto pocanzi e a mostrare come anche i pantaloni non fossero esenti da macchie d’acqua.



Speravo che quella camminata non finisse mai.




Guardatela qui finire in una bella pozza d’acqua.



Che spettacolo. La cosa mi eccitava di brutto e la fa ancora ora che la riguardo dopo tanto tempo.




Ecco un’altra pozza ancora che non potemmo evitare.




Se il primo tratto percorso era discretamente bagnato, quest’ultimo, a ridosso del parcheggio era davvero pieno d’acqua.




La pazienza della donna fu messa a durissima prova. Era nera di rabbia, ve lo posso assicurare.



Mentre raggiungeva il marito che l’attendeva in macchina, mi chiedevo guardandola per un’ultima volta quanto dovessero essere intrisi d’acqua i calzini che indossava dentro gli stivali. I miei lo erano e indossavo degli scarponcini pertanto anche i suoi non potevano essere di certo asciutti. Alzando lo sguardo verso il veicolo su cui salì rimasi quasi dispiaciuto per quante parolacce avrebbe ricevuto quell’uomo. La sua disgrazia fu la mia gioia di essermi goduto quella camminata.  

 

 

Fine.