lunedì 9 ottobre 2023

COLOMBIANA. 02 - Ho pagato Dayana

Eccoli qua come avevo preannunciato nel finale del capitolo precedente.




Gli stivali di Dayana erano nelle mie mani. Ma vi starete sicuramente chiedendo come abbia fatto ad arrivare a ciò. Beh cercherò di riassumere quanto accaduto dopo le immagini della ragazza riprese al bar della stazione. Il giorno seguente a quello, mentre attendevo la mia solita colazione ed ero dispiaciuto per l’assenza della donna che non vedevo da nessuna parte, la cameriera sua amica che aveva interagito con lei, portandomi cappuccino e cornetto mi sorprese facendomi una domanda. Di punto in bianco, infatti, mi chiese se stessi cercando la sua amica. Io ovviamente le chiesi: "chi?". E lei allora mi rispose: "si, la Dayana". Rimasi un attimo perplesso del quesito, anche per quella confidenza che tra noi non c'era mai stata ma poi le chiesi a chi si stesso riferendo. Mi rispose facendo riferimento alla sua conoscente che a detta sua avevo mangiato con gli occhi il giorno prima. Mi venne spontaneo abbozzare un sorriso ma lei allora si allontanò senza dire alcunché. Cercavo di pensare cosa avessi sbagliato nel risponderle ma poco dopo la cameriera fece ritorno da me lasciandomi un bigliettino di carta sul tavolo. Fattomi l’occhiolino se ne ritornò dietro al bancone a servire gli altri clienti. Aprii quindi quel pizzino trovandoci scritto sopra un numero di telefono cellulare. Vi confesso che sebbene volessi comporlo subito per chiamare la donna mi ci volle una settimana prima di farlo. Al giorno tanto atteso, fui entusiasta nel sentire la voce di Dayana parlarmi con quell’accento spagnolo e che scoprii successivamente essere per l'esattezza colombiano. Non starò qua a raccontarvi tutta la nostra conversazione ma quello che dovete sapere è come venni a sapere che Dayana si prostituisse e come avrei dovuto decidere se accettare o meno un incontro a pagamento con lei. Rimasi scioccato quando la giovane senza alcun pudore mi spiattellò le sue tariffe. Ovviamente dalle foto fatte agli stivali di Dayana potrete bene aver compreso quale fosse stata la mia risposta.





Ebbi così un rapporto sessuale con la ragazza in un motel propostomi da lei stessa. La scopai dopo essermelo fatto succhiare e al termine della goduta, quando questa andò a farsi un bidet, ne approfittai per mettere le mani sulle sue calzature.





Le suole sembravano abbastanza consumate come anche la sua figa per dirla tutta.



Mi ero portato la fotocamera questa volta e così la qualità delle immagini è stata decisamente migliore rispetto a quelle fatte al bar col cellulare.



Avevo appena finito di svuotarmi il cazzo con Dayana ma maneggiando i suoi stivali mi stava tornando nuovamente duro.  



Sapevo che a breve la ragazza sarebbe uscita dal bagno ma non volevo perdermi l’interno delle calzature.




Pensavo di trovarle immacolate ma così non era. Al suo interno infatti vi erano delle macchie sospette. Ancora oggi non sono stato in grado di darne una spiegazione. Mi chiedo ancora di cosa possa trattarsi. Quel che è certo è che un po' del mio sperma se lo sarebbero assolutamente meritato visto che oltre a tanfare discretamente, essere abbastanza sexy, la scopata con Dayana mi era costata un bel gruzzoletto.

 

 

Fine.

COLOMBIANA. 01 - Stregato dal suo fondoschiena

Per chi ha letto i racconti precedenti il luogo in cui mi trovavo gli risulterà familiare. Era il bar di una stazione ferroviaria ove per almeno un anno mi ritrovai ogni mattina a fare colazione in attesa di prendere la coincidenza. Avrò ancora modo di mostrarvi altre donne stivalate che hanno incrociato la mia strada in detto luogo ma questa è la volta in cui vi parlerò di Dayana.



La prima volta che la vidi era poco distante da me e mentre attendevo di ordinare la colazione le scattai questa fotografia col mio telefono cellulare.




Dopo aver preso cappuccino e brioches mi andai a sistemare su un tavolino dal quale avrei potuto osservare quella ragazza.




Mentre attendevo che la bevanda si raffreddasse decisi di immortalare la giovane non omettendo oltre gli stivali che indossava il suo fantastico fondoschiena.




Quella che avevo dinanzi era proprio una gran bella figa. Un corpo ben fatto, con le giuste forme, dei jeans attillati che si infilavano in degli stivali niente male e una bella coda di cavallo ai capelli.



Non riuscivo a staccarle gli occhi di dosso. Mi ero quasi scordato della colazione.




Quel culo rotondo era una vera e propria calamita per ogni maschio etero che entrava in contatto visivo con lui.




Anche l’uomo qui parzialmente inquadrato, ad esempio, vi posso assicurare come buttò i suoi occhi per più volte e per parecchi secondi sul sedere della ragazza.



Ed intanto io continuavo a riprendere la giovane che faceva avanti e indietro lungo il bancone, orizzontalmente. Iniziai a capire pian piano come non fosse una normale cliente e tantomeno di passaggio.




Qui sollevai verso l’alto il cellulare cercando di catturare il volto della giovane. Forse non riuscirete a notarlo ma si trattava di una donna dai tratti sudamericani.




La ragazza si conosceva infatti con una delle bariste, anch’essa del sud america. Non solo l’avevo capito dai tratti fisici ma anche dalla lingua spagnola che usavano le due per chiacchierare.




Era chiaro come si conoscessero da tempo visto il loro feeling.



Mentre captavo questi elementi non interrompevo le mie riprese del fondoschiena della donna.




Poco dopo questa venne a sedersi alle mie spalle, su uno sgabello.




Non ci rimase per molto. Credo che si mise a guardare per qualche minuto il telefono cellulare. Io ovviamente trovai comunque il modo di catturare alcune immagini dei suoi stivali.



Dopo una breve tappa al bancone eccola andare verso un altro.




Come spiccava in mezzo alla gente. Inoltre sembrava essere molto socievole e voler attaccar bottone con tutti quelli che incontrava.



Ecco la migliore immagine del suo volto che riuscii ad immortalare. Mi spiace per la qualità del telefono che purtroppo era datato. Vi assicuro come dal vivo fosse molto meglio e nel complesso arrappasse decisamente.




Mi faceva venire voglia di strusciarglielo addosso, non risparmiando stivali, jeans, giacca, viso e capelli.



Riuscii a incrociare lo sguardo con lei alcune volte tanto da sospettare che avesse scoperto quanto stessi facendo.



Tuttavia non volli interrompere la mia azione, anzi, fui anche in grado di portare a casa una zoomata delle sue calzature.



Quindi con quella modalità ancora attiva alzai il telefono per cercare di catturare nuovamente la sua faccia.




Poi nuovamente in basso sugli stivali.



Più il tempo passava e più il cazzo mi spingeva nei pantaloni facendomi male.




Speravo che facesse movimenti strani, proprio come quelli qua sopra ripresi, ovvero un accavallamento di stivale con sgranchimento della caviglia e il sollevarsi la giacca per prudersi.




Era da prendere da dietro, piegandola contro il bancone e montandola con foga davanti alla sua amica e alla presenza dei clienti del locale.




Queste furono tra le ultime immagini che catturai quel giorno.



Vi lascio con questa immagine dei suoi stivali e vi dico già in anteprima come il prossimo capitolo si aprirà proprio con loro tra le mie mani.

 

 

continua…