Ci volle parecchio tempo prima
che riuscissi a mettere mano sugli stivali di Veronica. Per riuscirci dovetti
avvicinarmi a lei ed entrare a far parte della sua cerchia di amici. Erano dei
veri sfigati ma per ottenere quello che volevo decisi di passare per un bravo
ragazzo e soprattutto un attento e interessato studente universitario come
loro. Quando poi venne il giorno che Veronica, così si chiamava la protagonista
di questa storia, decise di organizzare una cena a casa sua ecco che potei
finalmente mettere le mani sui suoi stivali marroni.
La casa era piuttosto grande,
su due piani, così mentre gli altri erano impegnati a preparare cocktails e da
mangiare io mi sono defilato. Mi sono messo a vagare per la casa di Veronica,
ispezionando le stanze che man mano incontravo sulla mia strada. Giunto
finalmente nella stanza della ragazza non mi fu difficile rinvenire in una
scarpiera le calzature che cercavo. Le disposi allora sopra il suo letto per
scattarne una prima fotografia.
Immortalai poi le suole degli
stivali che apparivano decisamente usurate. Come potete notare il tacco era
piuttosto corto e leggermente largo.
Ecco invece l’interno delle
calzature, bicolore, sulle tonalità del marrone. Mentre fuori erano scamosciati
ma un po' ruvidi, dentro erano così morbidi al tatto.
Rassicurato nel sentire le
voci dei miei amici in lontananza, decisi di tirare fuori il mio cazzo che
ormai era già bello duro per infilarlo all’interno di uno stivale. Grazie
all’apertura lasciata dalla zip mi fu facile infilarcelo dentro.
Mentre il mio cazzo scorreva
avanti e indietro nella calzatura non facevo che pensare a Veronica. Non solo
le stavo violando gli stivali ma persino all’interno della sua cameretta. Tutto
ciò contribuiva a rendermi ancor più eccitato.
Poco prima di venire decisi di
scattare una fotografia dell’interno dello stivale, proprio nel punto ove fino
a quel momento avevo fatto strusciare il mio membro.
Subito dopo ecco il risultato
della mia goduta. Sperma piuttosto liquido venne da me riversato all’interno
della calzatura. Bisbigliai il nome di Veronica in quel momento. Fu davvero un
bel momento che avevo sognato da almeno un paio di mesi. Rimisi gli stivali al
loro posto perché non mi frega nulla se la ragazza se ne sarebbe accorta o
meno, anzi, probabilmente dentro di me speravo che lo notasse. Tornato dai
ragazzi feci finta di nulla, mi godetti la cena preparata sorseggiando della
birra visto che i cocktails realizzati facevano pena.
Devo dire che la compagnia era
allo stesso livello dei drink preparati. Non riuscivo proprio a lasciarmi
coinvolgere, sembravamo su pianeti distanti anni luce nella galassia. Così,
dopo essermi ricaricato e aver raggiunto il limite massimo di pensieri sconci
su Veronica, decisi di farmi un altro giro coi suoi stivali. tornato quindi in
camera da letto, per prima cosa scattai una fotografia all’interno di questi,
cosa che prima, per la fretta avevo omesso di fare. Con mia piacevole sorpresa
notai come ancora lo sperma fosse chiaramente visibile e composto.
Era una situazione diversa da
prima, i ragazzi ora erano meno impegnati, più distratti, intenti a cazzeggiare
e così rischiavo di essere scoperto. La stessa padrona di casa sarebbe potuta
venire nella sua camera da un momento all’altro per chissà quale motivo.
Tuttavia, maneggiare quelle calzature, aver visto l’ignara ragazza per tutta la
sera, snobbarmi e fare la scema con altri, la voglia di placare il mio cazzo
tornato ancora duro, mi fece propendere per un secondo round con quegli
stivali.
Questa volta però non sarei
venuto dentro gli stivali.
Segatomi velocemente volli
venire sulla parte esterna, quella scamosciata. Il quantitativo di sborra
prodotta fu minore di quella di prima ma comunque si poteva trattare di un bel
risultato. Una decina di gocce erano cadute sugli stivali macchiandoli
inequivocabilmente. Ora si che la serata passata a casa di Veronica poteva
dirsi conclusa ed aver avuto un senso. Come prima rimisi a posto gli stivali
senza pulirli. Ora aspettavo solo di rivedere la ragazza in università calzando
gli stivali sborrati.
Fine.