lunedì 10 giugno 2019

INSEGNANTE IN STIVALI


Premetto come in questo racconto non leggerete ne avrete modo di vedere schizzate su qualche paio di stivali, bensì vi racconterò qualcosa di me, del mio passato, riaffiorato a seguito di quanto ho potuto vedere in un’aula universitaria. Inoltre, leggendo altre storie ho potuto constatare come le insegnanti abbiano spesso suscitato attenzioni nei loro studenti e ciò si è verificato anche al sottoscritto. Intanto diamo un’occhiata a colei che ha scosso questi miei ricordi.





Non appena entrai nell’aula mi accorsi come l’insegnate vestisse un outfit decisamente accattivante, caratterizzato da un vestitino aderente che le arrivava appena sopra al ginocchio, delle calze scure e degli stivali scamosciati marroni col tacco. Era terribilmente sexy e mentre mi avviavo a sedermi, oltre al desiderio di immortalarla, cosa che feci alla prima pausa dalla lezione, suscitò in me il ricordo di quando vidi per la prima volta una maestra in stivali. Si trattava delle scuole elementari e l’insegnate, di cui ancora ricordo il nome, Albertina, era la madre di un mio compagno di classe. Non rammento cosa insegnasse ma non posso non ricordare gli stivali che indossava. Erano in pelle, di colore nero e con un tacco medio. Le arrivavano all’altezza del ginocchio e li portava accompagnandoli a gonne che a volte coprivano il ginocchio. Al giorno d’oggi direi come fossero stivali vintage. Francamente non ricordo quanto spesso li indossasse, tuttavia avevano così tanto calamitato la mia attenzione che feci di tutto per metterci le mani sopra. Infatti, un giorno feci in modo di farmi invitare a casa dal mio compagno di classe, per pranzare assieme e giocare nel tempo seguente. Quindi trovai il modo di recarmi al bagno ove trovai gli stivali della madre, appoggiati vicino al bidet. Ricordo come avessi paura nel toccarli perché la porta del bagno era caratterizzata da un vetro, che seppur opaco, non ero sicuro non permettesse di vedere le ombre di chi fosse all’interno. Con coraggio comunque afferrai quegli stivali per ammirarli. Deve essere stata una sensazione travolgente per me, un mix di eccitazione e timore. Purtroppo non mi ci masturbai, credo fossi troppo piccolo per quello, ma come spesso mi accade anche oggi, se non riesco a lasciare qualche traccia di sperma nelle calzature, cerco sempre di lasciare altro. Così feci qualche goccia di pipì negli stivali di Albertina, una sorta di marchio ricordo.





Torniamo intanto a dare un’occhiata agli stivali della prof. Da queste immagini si può notare meglio il tipo di calzature. Confesso che non sono tra le mie preferite, come stile, tuttavia, sulla donna facevano davvero un bell’effetto.





Visti questa volta dal davanti.



E ancora da dietro. 



E che dire del profilo del culetto? Quella gonna lo fasciava davvero bene, istigando l’osservatore a volerglielo palpare di brutto.


Facevo avanti e indietro filmandola col mio telefono cellulare, cercando di immortalarla come meglio potevo. Non avevo modo di osservare quello che stavo registrando pertanto feci davvero tantissimi video.



Guardando queste immagini a mente fredda, sale il desiderio e l’immaginazione si fa spazio, molto più di quando stavo vivendo in diretta quel momento. Com’era invitante l’insegnante in questa posa. Sarebbe stato bello avvicinarsi da dietro e strusciarglielo sulla gonna. Poi masturbandosi e dicendole quanto fosse eccitante con quella mise. Dopodiché riversare tutto il piacere addosso a lei, macchiandole la gonna e osservando i grumi di sperma colare verso il basso, non mancando di riversare qualche schizzata anche sulle calze e sugli stivali marroni. Sono sicuro che anche altri ragazzi si sarebbero uniti in quell’azione, scaricandosi anche loro sulla prof. L’avrebbero macchiata in tanti, ne sono certo e l’avremmo lasciata poi tornare a spiegare la lezione, con la sua gonna, calze e stivali, completamente imbrattati di fresco sperma.



Ecco la prof in un’altra posa con uno stivale sollevato ed appoggiato sulla soletta come per sgranchire la caviglia. Anche qui un forte desiderio di afferrare lo stivale alla caviglia della donna, per saggiarne la consistenza e sentire la pelle scamosciata sulle dita.


Anche gli stivali si sarebbero meritati una bella schizzata al loro interno non credete? Comunque fu una lezione davvero piacevole, di cui della materia non ricordo alcunché mentre dell’insegnante decisamente molto di più. Facendo di nuovo un ricorso ai ricordi, alle scuole medie non ebbi la fortuna di trovare alcuna insegnante degna di nota che indossasse stivali mentre al liceo ebbi la fortuna di trovarne un’altra. Il suo nome era Mariella, una donna avvenente, molto alta e con un gran fisico, dei lunghi capelli ricci neri. Amava vestire in modo accattivante e stravagante e mi lasciò scioccato quando si presentò un giorno con degli stivaloni bianchi alti sopra il ginocchio. Rammento quel giorno come se fosse ieri. Io e i miei compagni eravamo nei corridoi della scuola quando udimmo un forte tacchettio provenire dalle nostre spalle. Una volta voltatici rimanemmo a bocca aperta nel vedere la prof Mariella venire verso di noi con gli stivali che vi ho appena descritto. Era una scena incredibile. Non c’era studente che non abbassasse lo sguardo indirizzandolo agli stivali della prof. Quindi sollevando le teste ci si guardava come per chiedersi se fosse tutto vero. La reazione era naturale perché non si trattavano di stivali normali e tantomeno adatti ad un luogo d’istruzione. Lungo il suo tragitto per arrivare all’aula lei sembrava fiera di se, con un sorrisone come se sapesse di suscitare tutte quelle attenzioni. Credo proprio lo facesse apposta. Da quel giorno, ogni volta che c’era la lezione di filosofia speravo Mariella indossasse i suoi stivaloni bianchi, ormai ribattezzati da tutti da “battona”. I commenti su di lei si sprecarono, dai classici insulti quali: puttana, zoccola, troia ecc…. Ricordo ancora come qualche anno dopo, ad un raduno di classe, non solo io ma molti altri, sia maschi che femmine, avevamo ancora in mente Mariella e i suoi stivaloni bianchi, scherniti e derisi dalle ragazze che li ritenevano volgari e fuori luogo. In me lasciò un gran bel ricordo e un gran rammarico, quello di non averci mai potuto far niente.



Vi lascio con queste due ultime immagini della prof, immortalata l’unica altra volta in cui ebbi modo di rivederla con gli stivali scamosciati marroni, tanto da suscitare arrapamento in me. Devo dire come anche in grigio stesse bene, qua intenta a messaggiare con qualcuno. Forse stava scrivendo al fidanzato, forse ad un amante o forse a un compagno occasionale, chi lo sa, spero almeno per lui che gli stesse dicendo come non vedesse l’ora di terminare la lezione e tornare da lui per inginocchiarsi ai suoi piedi e prendergli il cazzo in bocca.



Fine.