Il 2 novembre è il giorno
della commemorazione di tutti i defunti e da buon cristiano mi ero recato al
cimitero. Dopo aver pregato per i miei cari, all’uscita del luogo sacro,
incrociai una donna in stivali e visto che avevo con me la macchina fotografica
non ci pensai due volte ad accodarmi a lei per immortalarla.
La donna di mezza età indossava degli stivali marroni in pelle che le coprivano il ginocchio.
Portava con se una cesta e si
stava dirigendo a passo spedito verso dei cassonetti della spazzatura.
Dopo essersi disfatta di
quanto aveva cose fece dietrofront per tornare al cimitero. Io ovviamente mi
misi a seguirla. Il fatto che incominciò a piovere fece in modo di distrarre la
donna dalla mia presenza.
Quelle calzature erano messe
ben in risalto dai pantaloni grigi aderenti.
Stavo a pochi metri da lei continuando a filmarla.
Era davvero eccitante vederla
ma lo è altrettanto rifarlo a posteriori.
Con mia sorpresa, ad un
tratto, causa l’intensificarsi della pioggia, cambiò direzione, evitando di
entrare all’interno del luogo sacro, bensì fermandosi nei pressi di una baracca
per ripararsi sotto una tettoia. Io ovviamente feci altrettanto.
Sembrava indecisa, andare o
restare. Si muoveva in maniera agitata finché non si calmò assumendo questa
posizione, invitante per strusciarglielo addosso.
Come vi ho detto la donna
faceva fatica a stare ferma e in un momento che non ripresi perché questa si
voltò più volte verso di me, nel muoversi andò anche in quel piccolo lembo di
terra oltre le piastrelle. Da queste due immagini potete notare come l’escursione
avesse lasciato un piccolo segno sulla punta della calzatura sinistra. Dei
residui di terra infatti vi si erano depositati sopra. Non riuscivo nemmeno io
a capire come avesse fatto ma l’importante era il risultato. Davvero
intrigante. Volli zoomare per godermeli meglio.
Prima che la donna mosse
questi passi la udii chiamare al telefono il marito. Ci fu una breve
discussione tra loro e siccome quest’ultimo sembrava non capire dove si
trovasse la coniuge, ecco che questa dovette incamminarsi per raggiungerlo a
piedi. Come potete immaginare mi infischiai della pioggia che andava ad
aumentare per seguirla.
Mentre osservavo quel bel stivale sentivo la persona che li calzava bofonchiare qualcosa. Penso fossero imprecazioni ma erano nulla rispetto quelle che avrebbe pronunciato poco dopo.
Quando voltò a destra per
prendere la strada principale fui felice di notare come questa fosse priva di
marciapiede.
Accanto a noi sulla destra vi
era un rialzo con del selciato e delle aiuole. Probabilmente la donna pensò
come salirvici sopra fosse peggio per le sue calzature e quindi rimase a
camminare lungo la strada asfaltata.
Più camminavamo e più mi
accorgevo come l’acqua che calpestavamo aumentasse.
Sebbene non avessi azionato lo
zoom, anche da queste immagini si può notare come la pioggia stesse bagnando
gli stivali della donna.
Queste fotografie aiutano a
comprendere quanto detto pocanzi e a mostrare come anche i pantaloni non
fossero esenti da macchie d’acqua.
Speravo che quella camminata
non finisse mai.
Guardatela qui finire in una
bella pozza d’acqua.
Che spettacolo. La cosa mi
eccitava di brutto e la fa ancora ora che la riguardo dopo tanto tempo.
Ecco un’altra pozza ancora che
non potemmo evitare.
Se il primo tratto percorso
era discretamente bagnato, quest’ultimo, a ridosso del parcheggio era davvero
pieno d’acqua.
La pazienza della donna fu
messa a durissima prova. Era nera di rabbia, ve lo posso assicurare.
Mentre raggiungeva il marito
che l’attendeva in macchina, mi chiedevo guardandola per un’ultima volta quanto
dovessero essere intrisi d’acqua i calzini che indossava dentro gli stivali. I
miei lo erano e indossavo degli scarponcini pertanto anche i suoi non potevano
essere di certo asciutti. Alzando lo sguardo verso il veicolo su cui salì
rimasi quasi dispiaciuto per quante parolacce avrebbe ricevuto quell’uomo. La
sua disgrazia fu la mia gioia di essermi goduto quella camminata.
Fine.