martedì 7 maggio 2019

STIVALI DI UNA SCONOSCIUTA

Stavo recandomi da un amico, in una giornata uggiosa, quando dopo essere entrato nel suo condominio ed essermi apprestato a percorrere la rampa di scale che mi avrebbe portato da lui, ecco in che cosa mi sono imbattuto.



Che colpo di fortuna pensai osservando quegli stivali marroni. Sorpassata la iniziale sorpresa mi avvicinai di soppiatto a quelle calzature per vederle meglio e constatare come dovessero essere state lasciate li da poco tempo visto che su di esse vi erano ancora tracce di bagnato e fuori stava ancora piovendo.



Rassicurato dal non udire alcun rumore provenire dalla porta, preso coraggio toccai lo stivale esterno non smettendo di scattare qualche fotografia.



Non appena lo stivale si depositò sul pavimento potei notare chiaramente le fresche tracce umide sulla pelle.



Non esitai allora ad osservare la suola e l’interno dello stivale il cui odore purtroppo non era così forte come speravo.



Avevo quasi perso il senso del tempo, dovevo raggiungere il mio amico che probabilmente si stava chiedendo che fine avessi fatto visto che per entrare nel condominio avevo suonato al suo citofono ma ero rapito da quegli stivali che più maneggiavo nelle mie mani più accresceva in me il desiderio di farci qualcosa. Rinunciare a quelle calzature fu per me durissimo, ma non avevo altra scelta. Le rimisi al loro posto e mi avviai al piano di sopra. Raggiunsi il mio amico e ci mettemmo a studiare come avevamo programmato. Tuttavia era come se fossi assente visto che con la testa non facevo che ripensare a quegli stivali che ero stato costretto ad abbandonare. Contavo le lancette dei minuti sull’orologio perché desideravo andarmene, scendere le scale e sperare di ritrovare gli stivali marroni. Scoccata l’ora dissi al mio compagno di studi che purtroppo me ne dovevo andare e me ne infischiai di come lui rimase sorpreso del poco tempo dedicato allo studio. Dovevo avere quegli stivali.


Per mia fortuna quando scesi trovai gli stivali proprio dove li avevo lasciati. Non volevo perdere altro tempo così li afferrai per portarli poco distante ove al riparo da sguardi indiscreti e pronto a muovermi a qualunque movimento che avrei potuto sentire mi potei dedicare ad appagare il mio folle desiderio.


Presi così a masturbarmi mentre osservavo l’interno dello stivale ancora immacolato.


Finché poco dopo non mi scaricai del tutto dentro la calzatura. Come potete vedere solo allora decisi di immortalare quanto fatto, ovvero le varie striature di fresco sperma colare lungo il tessuto interno per depositarsi sulla soletta in fondo allo stivale.
A quel punto riposi le calzature dove le avevo trovate e feci per scendere le scale quando ad un tratto, poco prima di uscire dal portone del condominio mi venne in mente come avrei avuto ancora qualcosa da dare a quegli stivali. Feci così dietrofront per rincamminarmi celermente su per le scale.



Una volta afferrati gli stivali mi riportai nello stesso punto ove prima mi ero masturbato. Questa volta estrassi la fotocamera deciso a non lasciare priva di ricordi la scena.



Quindi dopo essermi slacciato i bottoni dei jeans e averlo tirato fuori cominciai ad orinare indirizzando il getto all’interno dello stivale che avevo in mano.



Poco dopo mi interruppi per qualche istante perché volevo riprendere la scena anche da un’altra angolazione.



Mi stavo davvero lasciando andare, pisciando senza remore in quello stivale, sicuro del fatto come la proprietaria, quando l’avrebbe rindossato, avrebbe pensato ingenuamente come la calzatura si fosse imbevuta d’acqua.



Poco prima che la pisciata finisse cercai di imprimere maggior forza al getto, mirando non solo alla soletta in profondità bensì anche alla pelle interna laterale.


Terminata la pisciata non mi rimase che sfregare la cappella del pene contro il bordo interno della calzatura in modo da permettermi di asciugarmi.


Lasciai cadere allora la calzatura in terra in modo da potermi risistemare, euforico per aver pisciato in quello stivale.


Riportai gli stivali al loro posto per la seconda volta e dopo averli appoggiati sul tappetino volli scattare un’altra fotografia per ricordo.


Stavano bene anche nella posizione precedente ma non potevo lasciarli così, altrimenti l’interessata avrebbe potuto sospettare qualcosa. Quindi li adagiai uno sull’altro e solo allora lasciai definitivamente il condominio, pensando a come sarebbe stato bello vedere la donna che li avrebbe rindossati accorgersi forse di come uno fosse più bagnato dell’altro. L’unico rammarico che ho è che non riuscii mai a scoprire chi fosse la proprietaria di quelle calzature.


Fine.