Mi ero alzato con un gran mal
di testa, non ricordo che ore fossero ma presumo l’alba perché la luce del sole
cominciava ad entrare dalle persiane. Avevamo fatto baldoria la notte appena
trascorsa e ancora ne portavo i segni. Mentre mi stavo recando al bagno per
levarmi il disgustoso sapore che ancora avevo in bocca ecco che notai le scarpe
delle ragazze abbandonate sul tappeto del salotto.
Tornai per un attimo in camera a prendere il cellulare e una volta tornato in soggiorno mi misi a scattare queste fotografie.
Il mio interesse si focalizzò
subito sugli stivali con la zeppa che mi trovai dinnanzi e che nel corso della
giornata trascorsa mi ero già divertito a immortalare.
Siccome il luogo in cui mi
trovavo era di passaggio e se qualcuna delle ragazze o dei ragazzi ancora
presenti in casa si fosse alzato come me, transitando di li non avrei avuto
scampo, decisi di prendere lo stivale e portarmelo con me per meglio visionarlo.
Sembrava davvero in ottime condizioni.
Passai quindi a sbirciarne
l’interno. Dopo l’immagine di rito volli infilarci il naso all’interno del
gambale per saggiarne l’odore. Devo dire che non rimasi per nulla deluso. Un
certo odore di tanfa proveniva dallo stesso e contribuì ad eccitarmi ancora di
più.
Poi non mi rimase che guardare
la suola la quale anch’essa appariva usata ma in buono stato.
Andai quindi in cucina per
bere qualcosa portando sempre con me lo stivale. Lo annusavo e me lo strusciavo
contro l’inguine per quanto fossi eccitato. Volevo fargli qualcosa ma non avevo
tempo per masturbarmi. Qualcun altro si sarebbe potuto alzare da un momento
all’altro. Pertanto mi misi a guardare nel frigorifero.
Trovai un uovo e decisi che avrei usato il suo tuorlo. In fretta e furia lo spaccai e dopodiché lo separai dall’albume.
A quel punto non mi rimase che
versarlo all’interno dello stivale come potete vedere dalle immagini appena
postate.
Favorito dalla zip presente
lateralmente non mi fu difficile depositare il liquido appiccicoso direttamente
sulla soletta interna della calzatura.
Mentre scattavo ripetutamente
queste fotografie già mi pregustavo la scena che si sarebbe verificata più
tardi quando la proprietaria di questi stivali li avrebbe indossati.
Forse mi sarei dovuto fermare
ma l’eccitazione per quanto stavo facendo, unita al pensiero per ciò che
sarebbe successo dopo mi fecero perdere la testa.
Mi feci prendere la mano e riversai un’ulteriore quantità di tuorlo nello stivale.
Se forse prima di fare questo
la ragazza avrebbe potuto non accorgersi di quanto versato nella sua calzatura,
ora, talmente era tanto il liquame arancione, se ne sarebbe sicuramente
accorta.
Presi allora lo stivale e lo
riportai al suo posto. Nessuno si era alzato, nessuno mi aveva visto e quindi
potei fare ritorno nella stanza. Ero ancora eccitato e non facevo che pensare a
quanto fatto. Quella ragazza e i suoi stivali con zeppa mi avevano eccitato sin
da quando l’avevo vista nel primo pomeriggio. Quello che le avevo appena fatto
non era stato tuttavia l’unico trattamento da me riservato ai suoi stivali. Non
ve l’ho ancora detto infatti, ma nel pomeriggio, dopo essere stati accolti dal
proprietario di casa abbiamo fatto un giro per l’abitazione. Io ovviamente mi
incollai subito alla ragazza stivalata e quando con questa, accompagnati dal
proprietario di casa, decidemmo di andare ad esplorarla facendo un salto sul
tetto, ecco che una volta trovatomi ovviamente dietro di lei decisi di
approfittarne.
Salendo su quella stretta scaletta non facevo che fissarle culo e stivali. Ero eccitato e così, ad un tratto, quando ci fermammo rimanendo in fila indiana, mentre lei e gli altri innanzi a noi erano intenti a guardare il panorama, io lasciai cadere dalla mia bocca un grumo di saliva direttamente sul retro dello stivale destro.
La saliva cominciò a colarle
per la forza di gravità lungo il retro della calzatura e io ne approfittai per
immortalare quanto fatto.
Le scattai ancora una
fotografia una volta sul tetto. Poi siccome c’erano troppe persone decisi di
defilarmi. Non persi comunque d’occhio la ragazza la quale non si accorse di
quanto fattole perché ben presto, col sole che c’era, la saliva si asciugò.
Alla fine, tirando le somme della giornata, potevo ritenermi soddisfatto per
quanto fatto.
Fine.