lunedì 11 giugno 2018

VISITA AL COLLEGIO FEMMINILE


Ai tempi del liceo avevo compagne di scuola che dimoravano presso un collegio poiché provenivano da un posto lontano rispetto a quello in cui studiavano. Una volta, a seguito di un compito da eseguire in gruppo, passammo il pomeriggio in biblioteca, quindi decidemmo, al termine dello studio svolto, di accompagnare la ragazza che stava con noi presso il succitato collegio. Scoprimmo allora come il collegio fosse sia maschile che femminile, suddiviso in due ali rispettivamente per ciascun sesso. Sebbene pensassi che non potevamo salire nei dormitori, mi accorsi come la sorveglianza fosse molto blanda e così la nostra amica ci volle far salire nella sua stanza, rassicurandoci come le sue compagne di stanza non vi fossero. Devo ammettere come lei non fosse certamente il mio tipo, tuttavia, quando sentii come condividesse la stanza con altre ragazze, pensai, da buon cercatore di calzature, come sarebbe stata l’occasione buona per magari trovare qualche nuovo stivale o scarpa. Appena entrati in stanza mi guardai in giro, notando come i letti presenti fossero quattro. Quindi la sua richiesta di levarci le scarpe mi fece ritornare alla realtà. Mentre ci sfilavamo le rispettive calzature, anche la mia amica fece lo stesso ed ebbi quindi modo di meglio osservare le decollete che indossava. 




Rimasi subito piacevolmente interessato da quelle calzature, tanto da scattare queste fotografie non appena i miei amici mi lasciarono solo per qualche istante. Dovetti quindi seguire la padrona di stanza che ci mostrò il suo alloggio, cominciando a raccontarci di come si trovava a convivere con le altre coinquiline. Io non facevo che cercare altre scarpe e stivali in giro, ma sfortunatamente non ebbi modo di reperire alcunché. Pertanto il mio pensiero tornò a focalizzarsi sulle decollete. 


Ecco un’ulteriore foto scattata in un momento di distrazione dei miei amici. Cercai di avvicinarmi il più possibile alla scarpa nel momento in cui la scattai, al fine di immortalare meglio il suo interno che a prima vista sembrava davvero usurato. Il desiderio cresceva in me, non solo mentalmente ma anche fisicamente. Dovevo a tutti i costi divertirmi con quelle decollete. Sapevo che sarebbe stato un bel rischio, infatti, non solo i miei amici se ne sarebbero potuti accorgere ma sarebbero anche potute tornare le compagne di stanza della mia amica.


Favorito dal fatto che i miei amici stessero preparando un aperitivo nella zona adibita a cucina, afferrai quelle scarpe ed entrai nel bagno, naturalmente dopo averli avvisati che necessitavo dei servizi. Ecco qui sopra la prima foto che scattai una volta rimasto solo con le decollete, dopo averle appoggiate sul copri water.



Potete notare come i talloni fossero veramente danneggiati.



Le punte dei piedi non erano assolutamente da meno.



Più osservavo quelle calzature e più mi rendevo conto di quanto fossero state usate dalla sua proprietaria.



I tacchi erano ancora in buone condizioni, evidentemente la ragazza li aveva fatti risuolare e non voleva in alcun modo di liberarsi di dette scarpe che per il resto sembravano da buttare.



Non avendo tempo da perdere, dopo aver posizionato le calzature, mi calai i pantaloni cominciando una masturbazione furiosa.



Ci volle pochissimo per scaricarmi in quelle decollete.



Non risparmiai nessuna delle due scarpe. C’era sperma per entrambe.


Vedendo quanto fatto ero davvero soddisfatto ma sapevo di non potermi concedere troppo tempo con quelle calzature.



Scattai tuttavia altre foto, volevo immortalare per bene quella sborrata.



Non volevo pulire quanto da me fatto, non è tra le mie abitudini, tuttavia non potevo certo lasciare le scarpe in quelle condizioni.



Decisi pertanto di muovere le scarpe, dondolandole in alto e in basso, così che lo sperma cominciasse a scorrere lungo il plantare al fine di spandersi il più possibile. Mi aiutai con le dita per meglio cospargere i grumi più grossi del mio seme sull’intera superfice della suola interna, facendo un discreto lavoro, in modo, soprattutto, da celare quanto fatto. Una volta ricompostomi uscii dal bagno e riposi le scarpe da dove le avevo prese. Feci proprio in tempo a rialzarmi quando varcò la porta d’ingresso della stanza una ragazza. Entrambi eravamo in imbarazzo. Io per paura che lei potesse avermi visto riporre a terra quelle scarpe, lei probabilmente perché non si aspettava di trovare un ragazzo nella sua dimora. Decisi quindi di rompere quel silenzio imbarazzante con un semplice “ciao” a cui lei ricambiò titubante nello stesso modo. Quindi, la ragazza, preso coraggio mi chiese chi fossi e da li nacque una conversazione nella quale le spiegai chi fossi e per quale motivo mi trovassi li. Ella sembrò recepire positivamente la cosa ed insieme raggiungemmo gli altri. Ci mancò poco ma me l’ero cavata. Dopo le presentazioni di rito e i primi dialoghi gioviali notai la cosa più importante della giornata dopo la sborrata nelle decollete di qualche minuto prima, ovvero come la nuova arrivata indossasse ai piedi un paio di stivali niente male. Ma è questa è un’altra storia.


Fine.