Ai tempi del liceo avevo
compagne di scuola che dimoravano presso un collegio poiché provenivano da un
posto lontano rispetto a quello in cui studiavano. Una volta, a seguito di un
compito da eseguire in gruppo, passammo il pomeriggio in biblioteca, quindi decidemmo,
al termine dello studio svolto, di accompagnare la ragazza che stava con noi
presso il succitato collegio. Scoprimmo allora come il collegio fosse sia maschile
che femminile, suddiviso in due ali rispettivamente per ciascun sesso. Sebbene
pensassi che non potevamo salire nei dormitori, mi accorsi come la sorveglianza
fosse molto blanda e così la nostra amica ci volle far salire nella sua stanza,
rassicurandoci come le sue compagne di stanza non vi fossero. Devo ammettere
come lei non fosse certamente il mio tipo, tuttavia, quando sentii come
condividesse la stanza con altre ragazze, pensai, da buon cercatore di
calzature, come sarebbe stata l’occasione buona per magari trovare qualche
nuovo stivale o scarpa. Appena entrati in stanza mi guardai in giro, notando
come i letti presenti fossero quattro. Quindi la sua richiesta di levarci le
scarpe mi fece ritornare alla realtà. Mentre ci sfilavamo le rispettive calzature,
anche la mia amica fece lo stesso ed ebbi quindi modo di meglio osservare le
decollete che indossava.
Rimasi
subito piacevolmente interessato da quelle calzature, tanto da scattare queste
fotografie non appena i miei amici mi lasciarono solo per qualche istante.
Dovetti quindi seguire la padrona di stanza che ci mostrò il suo alloggio,
cominciando a raccontarci di come si trovava a convivere con le altre
coinquiline. Io non facevo che cercare altre scarpe e stivali in giro, ma
sfortunatamente non ebbi modo di reperire alcunché. Pertanto il mio pensiero tornò
a focalizzarsi sulle decollete.
Ecco un’ulteriore foto
scattata in un momento di distrazione dei miei amici. Cercai di avvicinarmi il
più possibile alla scarpa nel momento in cui la scattai, al fine di immortalare
meglio il suo interno che a prima vista sembrava davvero usurato. Il desiderio
cresceva in me, non solo mentalmente ma anche fisicamente. Dovevo a tutti i
costi divertirmi con quelle decollete. Sapevo che sarebbe stato un bel rischio,
infatti, non solo i miei amici se ne sarebbero potuti accorgere ma sarebbero anche
potute tornare le compagne di stanza della mia amica.
Favorito dal fatto che i miei
amici stessero preparando un aperitivo nella zona adibita a cucina, afferrai
quelle scarpe ed entrai nel bagno, naturalmente dopo averli avvisati che
necessitavo dei servizi. Ecco qui sopra la prima foto che scattai una volta
rimasto solo con le decollete, dopo averle appoggiate sul copri water.
Potete notare come i talloni
fossero veramente danneggiati.
Le punte dei piedi non erano
assolutamente da meno.
Più osservavo quelle calzature
e più mi rendevo conto di quanto fossero state usate dalla sua proprietaria.
I tacchi erano ancora in buone
condizioni, evidentemente la ragazza li aveva fatti risuolare e non voleva in
alcun modo di liberarsi di dette scarpe che per il resto sembravano da buttare.
Non avendo tempo da perdere,
dopo aver posizionato le calzature, mi calai i pantaloni cominciando una
masturbazione furiosa.
Ci volle pochissimo per
scaricarmi in quelle decollete.
Non
risparmiai nessuna delle due scarpe. C’era sperma per entrambe.
Vedendo quanto fatto ero
davvero soddisfatto ma sapevo di non potermi concedere troppo tempo con quelle
calzature.
Scattai tuttavia altre foto,
volevo immortalare per bene quella sborrata.
Non volevo pulire quanto da me
fatto, non è tra le mie abitudini, tuttavia non potevo certo lasciare le scarpe
in quelle condizioni.
Decisi pertanto di muovere le
scarpe, dondolandole in alto e in basso, così che lo sperma cominciasse a
scorrere lungo il plantare al fine di spandersi il più possibile. Mi aiutai con
le dita per meglio cospargere i grumi più grossi del mio seme sull’intera
superfice della suola interna, facendo un discreto lavoro, in modo,
soprattutto, da celare quanto fatto. Una volta ricompostomi uscii dal bagno e
riposi le scarpe da dove le avevo prese. Feci proprio in tempo a rialzarmi
quando varcò la porta d’ingresso della stanza una ragazza. Entrambi eravamo in
imbarazzo. Io per paura che lei potesse avermi visto riporre a terra quelle
scarpe, lei probabilmente perché non si aspettava di trovare un ragazzo nella
sua dimora. Decisi quindi di rompere quel silenzio imbarazzante con un semplice
“ciao” a cui lei ricambiò titubante nello stesso modo. Quindi, la ragazza,
preso coraggio mi chiese chi fossi e da li nacque una conversazione nella quale
le spiegai chi fossi e per quale motivo mi trovassi li. Ella sembrò recepire
positivamente la cosa ed insieme raggiungemmo gli altri. Ci mancò poco ma me
l’ero cavata. Dopo le presentazioni di rito e i primi dialoghi gioviali notai
la cosa più importante della giornata dopo la sborrata nelle decollete di
qualche minuto prima, ovvero come la nuova arrivata indossasse ai piedi un paio
di stivali niente male. Ma è questa è un’altra storia.
Fine.