Più di una volta Mirella mi
aveva chiesto di andare a fare yoga con lei ed io avevo sempre rifiutato non
avendone alcun interesse, sia per lei che per quel tipo di attività. Non eravamo
compagni di classe sebbene frequentassimo la stessa scuola, tuttavia avevo
avuto modo di conoscerla e scoprire come fosse l’unica che non praticava uno
sport come le altre ragazze, avendo sempre avuto una visione della vita
differente e manifestando interesse per l’oriente e le sue pratiche. L’ultima
volta che me lo chiese fu quando ci trovavamo su un treno di rientro da una
breve gitarella scolastica che aveva coinvolto più classi. Perché acconsentii
vi chiederete, beh la risposta è perché indossava degli stivali che non le
avevo mai visto indosso prima e che non volevo perdere di vista.
Durante il resto della
giornata appena trascorsa non ero riuscito in alcun modo a riprenderla con
indosso queste calzature. Finalmente, solo una volta a bordo del treno, riuscii
a defilarmi da miei compagni che non mi mollavano e sedermi di fianco a Mirella,
anch’essa lasciata sola dalle sue amiche.
Avevo a pochi centimetri degli
stivali interessanti, sicuramente non definibili sexy ma che comunque mi eccitavano
lo stesso, per la loro semplicità, stivali casual da tutti i giorni, e che forse
mi intrigavano per la presenza di quella cerniera che era una vera e propria
istigazione ad abbassarla.
Mentre lei mi continuava a
parlare di cose che francamente non ricordo, io non facevo che concentrarmi sui
suoi stivali, riprenderglieli facendo molta attenzione a non essere scoperto.
Tra me mi chiedevo quanto
potessero essere sudati i suoi piedi la dentro visto che nel corso della
mattinata avevamo camminato davvero parecchio.
Che voglia che avevo di
abbassarle la zip dello stivale e massaggiarle il piedino umido che si trovava
la dentro. Se solo me l’avesse chiesto. E invece, eccola per l’ennesima volta
propormi di accompagnarla alla lezione di yoga.
E fu allora che mi si accese
una lampadina. Pensai che non poteva di certo fare yoga con gli stivali ma che
avrebbe dovuto levarseli e allora forse avrei potuto avere l’occasione di
mettere le mani su quelle calzature.
Non avendo nient’altro da
fare, non avendo voglia di andare a casa a studiare o con gli amici a giocare,
e soprattutto vedendo come Mirella continuava a sgranchire le sue caviglie, le
risposi che l’avrei accompagnata ma non garantendole una partecipazione attiva,
almeno alla lezione intendevo.
Alla mia riposta positiva mi
ripose con un bel sorriso. Peccato che non sapeva cosa avesse innescato. Fu
così che l’accompagnai, camminando per strada al suo fianco. La batteria della
fotocamera aveva cominciato a dare segni di cedimento e così preferii
risparmiarla. Quando giungemmo al luogo prescelto questo non era nient’altro
che una sorta di grande appartamento ubicato all’interno di un condominio.
Mirella mi portò fino alle porte del locale adibito a spogliatoio. Mi chiese
per un’ultima volta se avessi voluto partecipare ma le risposi di no ma che
comunque avrei dato un’occhiata alla lezione stando in disparte. Quando poco
dopo uscì da quella stanza in tuta e soprattutto scalza, pensai che ce l’avevo
quasi fatta. Presto i suoi stivali sarebbero stati tra le mie mani.
Appena Mirella, le sue
compagne di corso e l’insegnante entrarono nella sala degli esercizi io fremevo
dalla voglia di lasciarli per andare a mettere le mani su quegli stivali. Tuttavia
dovetti resistere per un po', simulando un certo interesse per quella pratica
che francamente trovavo un po' ridicola. Dopo alcuni minuti, vista la
concentrazione dei partecipanti su quanto stavano facendo, lentamente mi
defilai per raggiungere lo spogliatoio. Tuttavia dovetti stare attento perché
in altre stanze si svolgevano altri corsi e quindi in giro c’era abbastanza
gente. Una volta dentro il locale non trovai sul pavimento alcuna calzatura. Vi
era però un armadio al cui interno trovai quanto cercavo.
Ecco finalmente tra le mie mani gli stivali di Mirella. Non perdendo tempo mi misi a fotografarli.
Prima di lato, poi da sopra.
E quindi la suola
discretamente usurata.
A quel punto mi soffermai sul
particolare interno che rivestiva le calzature. Un ricamo scozzese, bianco e
nero che caratterizzava gli stivali. Era davvero intrigante.
Eccitato dagli stivali che
emanavano anche un discreto odore come speravo, dopo essermi masturbato
velocemente mi scaricai nello stivale come potete vedere da queste immagini.
Mi svuotai dentro le calzature
di Mirella, fino all’ultima goccia, macchiando sia la parte scozzese che quella
in pelle della parte superiore. Se lo meritava, mi avevano davvero eccitato i
suoi stivali. Altro che yoga pensai quando glieli stavo per riporre al loro
posto. Ma la cosa bella venne dopo quando le ragazze ebbero terminato la loro
lezione. Tremavo mentre vedevo la mia amica recarsi nello spogliatoio. Mi disse
che non ci avrebbe messo molto perché non avrebbe fatto alcuna doccia ma doveva
solo cambiarsi. Ero sicuro che lo sperma che le avevo riversato nello stivale
non si era ancora asciugato e che probabilmente se ne sarebbe accorta. Mille
pensieri mi frugavano per la testa e a qualche scusa plausibile stavo pensando
quando dovetti affrontare Mirella. La ragazza uscita dallo spogliatoio si
diresse verso di me con una faccia che diceva tutto. Mi disse semplicemente di
andare e così feci. Nel tragitto di ritorno a casa fui io ad attaccare bottone,
cercavo di distrarla chiedendole dello yoga e della lezione ma capivo come
nella mia amica ci fosse qualcosa di strano. Mentre camminavo al suo fianco
cercavo di guardarle il meno possibile gli stivali per evitare di far ricadere
su di me i sospetti. Ero sicuro come avesse un piede bagnato ma non aveva il
coraggio di dirmelo, almeno non per il momento.
continua…
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