giovedì 9 dicembre 2021

ALTRO CHE YOGA. 01 - Mirella

Più di una volta Mirella mi aveva chiesto di andare a fare yoga con lei ed io avevo sempre rifiutato non avendone alcun interesse, sia per lei che per quel tipo di attività. Non eravamo compagni di classe sebbene frequentassimo la stessa scuola, tuttavia avevo avuto modo di conoscerla e scoprire come fosse l’unica che non praticava uno sport come le altre ragazze, avendo sempre avuto una visione della vita differente e manifestando interesse per l’oriente e le sue pratiche. L’ultima volta che me lo chiese fu quando ci trovavamo su un treno di rientro da una breve gitarella scolastica che aveva coinvolto più classi. Perché acconsentii vi chiederete, beh la risposta è perché indossava degli stivali che non le avevo mai visto indosso prima e che non volevo perdere di vista.



Durante il resto della giornata appena trascorsa non ero riuscito in alcun modo a riprenderla con indosso queste calzature. Finalmente, solo una volta a bordo del treno, riuscii a defilarmi da miei compagni che non mi mollavano e sedermi di fianco a Mirella, anch’essa lasciata sola dalle sue amiche.




Avevo a pochi centimetri degli stivali interessanti, sicuramente non definibili sexy ma che comunque mi eccitavano lo stesso, per la loro semplicità, stivali casual da tutti i giorni, e che forse mi intrigavano per la presenza di quella cerniera che era una vera e propria istigazione ad abbassarla.




Mentre lei mi continuava a parlare di cose che francamente non ricordo, io non facevo che concentrarmi sui suoi stivali, riprenderglieli facendo molta attenzione a non essere scoperto.




Tra me mi chiedevo quanto potessero essere sudati i suoi piedi la dentro visto che nel corso della mattinata avevamo camminato davvero parecchio.




Che voglia che avevo di abbassarle la zip dello stivale e massaggiarle il piedino umido che si trovava la dentro. Se solo me l’avesse chiesto. E invece, eccola per l’ennesima volta propormi di accompagnarla alla lezione di yoga.


 


E fu allora che mi si accese una lampadina. Pensai che non poteva di certo fare yoga con gli stivali ma che avrebbe dovuto levarseli e allora forse avrei potuto avere l’occasione di mettere le mani su quelle calzature.




Non avendo nient’altro da fare, non avendo voglia di andare a casa a studiare o con gli amici a giocare, e soprattutto vedendo come Mirella continuava a sgranchire le sue caviglie, le risposi che l’avrei accompagnata ma non garantendole una partecipazione attiva, almeno alla lezione intendevo.



Alla mia riposta positiva mi ripose con un bel sorriso. Peccato che non sapeva cosa avesse innescato. Fu così che l’accompagnai, camminando per strada al suo fianco. La batteria della fotocamera aveva cominciato a dare segni di cedimento e così preferii risparmiarla. Quando giungemmo al luogo prescelto questo non era nient’altro che una sorta di grande appartamento ubicato all’interno di un condominio. Mirella mi portò fino alle porte del locale adibito a spogliatoio. Mi chiese per un’ultima volta se avessi voluto partecipare ma le risposi di no ma che comunque avrei dato un’occhiata alla lezione stando in disparte. Quando poco dopo uscì da quella stanza in tuta e soprattutto scalza, pensai che ce l’avevo quasi fatta. Presto i suoi stivali sarebbero stati tra le mie mani.



Appena Mirella, le sue compagne di corso e l’insegnante entrarono nella sala degli esercizi io fremevo dalla voglia di lasciarli per andare a mettere le mani su quegli stivali. Tuttavia dovetti resistere per un po', simulando un certo interesse per quella pratica che francamente trovavo un po' ridicola. Dopo alcuni minuti, vista la concentrazione dei partecipanti su quanto stavano facendo, lentamente mi defilai per raggiungere lo spogliatoio. Tuttavia dovetti stare attento perché in altre stanze si svolgevano altri corsi e quindi in giro c’era abbastanza gente. Una volta dentro il locale non trovai sul pavimento alcuna calzatura. Vi era però un armadio al cui interno trovai quanto cercavo.




Ecco finalmente tra le mie mani gli stivali di Mirella. Non perdendo tempo mi misi a fotografarli.



Prima di lato, poi da sopra.



E quindi la suola discretamente usurata.



A quel punto mi soffermai sul particolare interno che rivestiva le calzature. Un ricamo scozzese, bianco e nero che caratterizzava gli stivali. Era davvero intrigante.




Eccitato dagli stivali che emanavano anche un discreto odore come speravo, dopo essermi masturbato velocemente mi scaricai nello stivale come potete vedere da queste immagini.




Mi svuotai dentro le calzature di Mirella, fino all’ultima goccia, macchiando sia la parte scozzese che quella in pelle della parte superiore. Se lo meritava, mi avevano davvero eccitato i suoi stivali. Altro che yoga pensai quando glieli stavo per riporre al loro posto. Ma la cosa bella venne dopo quando le ragazze ebbero terminato la loro lezione. Tremavo mentre vedevo la mia amica recarsi nello spogliatoio. Mi disse che non ci avrebbe messo molto perché non avrebbe fatto alcuna doccia ma doveva solo cambiarsi. Ero sicuro che lo sperma che le avevo riversato nello stivale non si era ancora asciugato e che probabilmente se ne sarebbe accorta. Mille pensieri mi frugavano per la testa e a qualche scusa plausibile stavo pensando quando dovetti affrontare Mirella. La ragazza uscita dallo spogliatoio si diresse verso di me con una faccia che diceva tutto. Mi disse semplicemente di andare e così feci. Nel tragitto di ritorno a casa fui io ad attaccare bottone, cercavo di distrarla chiedendole dello yoga e della lezione ma capivo come nella mia amica ci fosse qualcosa di strano. Mentre camminavo al suo fianco cercavo di guardarle il meno possibile gli stivali per evitare di far ricadere su di me i sospetti. Ero sicuro come avesse un piede bagnato ma non aveva il coraggio di dirmelo, almeno non per il momento.

 

 

continua…

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