Mi trovavo a casa, quando
ricevetti un messaggio della mia amica Giulia. La ragazza si stava trasferendo,
così mi chiese se avessi potuto aiutarla con il trasloco. Non avendo
nient’altro da fare acconsentii. Giunsi da lei privo di aspettative ma una
volta messomi al lavoro, capii come avrei potuto approfittare di quella
situazione. La ragazza era impegnata ad impacchettare tutte le sue cose mentre
io dovevo occuparmi di caricarle nella sua macchina.
Sbirciando tra i numerosi
pacchetti che mi apprestavo a caricare nella macchina di Giulia mi sono
imbattuto nella scatola di scarpe che potete vedere qui sopra. La dicitura
apposta su di essa era inequivocabile ed invitante. A quel punto dovevo
assolutamente scoprire se effettivamente contenesse un paio di stivali.
Non appena Giulia lasciò la
stanza per recarsi in cucina a preparami un caffè, ebbi l’occasione di
soddisfare la mia curiosità. Non potevo credere ai miei occhi. Un fantastico
paio di stivali in pelle erano contenuti nella scatola rosa.
Ero troppo curioso di vederli
meglio, così li estrassi uno alla volta e li immortalai col mio telefono
cellulare.
Sebbene gli stivali non
apparissero puliti, quelle infatti che erano visibili sulla punta credo
potessero essere tracce di muffa, quegli stivali apparivano molto robusti al
tatto ed emanavano un forte odore di pelle. Non erano certo stivali di bassa
qualità, anzi, credo che Giulia li avrà pagati piuttosto cari.
Li scrutai in lungo e in largo
cercando di coglierne tutti i dettagli.
Guardando all’interno dello
stivale sembrava come nuovo. La suola invece appariva più usurata ma ancora in
ottime condizioni. L’odore forte della pelle inebriava l’aria.
Non smettevo di scattare
fotografie a quegli stivali, quasi dimenticandomi della presenza della loro
proprietaria nella casa, in un’altra stanza poco distante. Non avevo ne il
tempo ne la sicurezza di riuscirmi a masturbare con loro vista la presenza di
Giulia in casa, tuttavia l’eccitazione in me era cresciuta esponenzialmente
così che non avrei mai potuto rimettere al loro posto quelle calzature intatte.
Dopo aver allargato il gambale
di uno stivale mi avvicinai ad esso con la bocca e quindi vi lasciai cadere al
suo interno un grumo di saliva, in modo da farlo colare lungo la pelle interna.
Soddisfatto del risultato
raccolsi in bocca dell’altra saliva per rilasciarla una seconda e una terza
volta nello stivale.
Stavo ammirando il risultato
del mio lavoro quando sentii la voce di Giulia che mi chiamava dalla cucina per
avvisarmi come il caffè fosse pronto. Non mi restò che richiudere il gambale
dello stivale, riposizionarlo al suo posto nella scatola e raggiungere la mia
amica. Mentre sorseggiavo un pessimo caffè e Giulia mi raccontava delle sue
aspettative circa il trasloco, del fatto che le dispiaceva lasciare questa casa
ecc… non facevo che ripensare ai suoi stivali. Oltre a ciò pensavo a come
sarebbe stato bello riempirglieli anche di sperma e non solo di saliva ma non
ve ne era la possibilità. Avrei dovuto pensarci prima che la ragazza avesse
intrapreso il trasloco. Tuttavia, qualche volta capita
un colpo di fortuna e in questa occasione toccò a me. La ragazza, infatti, dopo
aver terminato di bere il caffè sentì il bisogno di recarsi al bagno a seguito
di uno stimolo intestinale improvviso. A quel punto rimasi solo e libero di
fare ciò che la mia mente aveva pregustato. Senza fare troppo rumore mi recai
nella stanza di Giulia ove tirai immediatamente, fuori dalla scatola, lo stivale
che avevo sporcato di saliva.
Sebbene la saliva si fosse
parzialmente asciugata, la cosa più interessante era come le striature fossero
ancora ben evidenti. Dall’alto verso il basso rigavano la pelle del gambale
interno che poco prima sembrava come nuova. Facevo fatica a vedere la suola ove
il liquido era confluito. In preda ad una selvaggia eccitazione per quella
visione, decisi di segarmi, sapendo come non avessi molto tempo a disposizione.
La sega fu veloce ma appagante.
Riuscii a venire nello stivale prima di sentire lo sciacquone del water tirato
da Giulia. Decisi di scaricare la mia sborra nell’altro stivale, quello che non
avevo marchiato con la mia saliva. Ora la ragazza aveva entrambi i suoi stivali
di vera pelle macchiati di saliva e sperma. Scattai qualche immagine dei grumi
bianchi che avanzano verso la suola interna e quindi rimisi lo stivale al suo
posto nella scatola, sapendo come probabilmente, la chiusura di un lato contro
l’altro del gambale avrebbe favorito l’appiccicarsi del liquido contro la pelle
interna. Da una lato ero dispiaciuto perché non avrei più rivisto questi
stivali e soprattutto non avrei potuto vederne il risultato dopo mesi. Infatti
sarebbero trascorsi almeno quattro mesi all’autunno, periodo in cui Giulia avrebbe
potuto riutilizzarli. Il sorriso mi tornò, invece, pensando a come avrebbe
reagito la ragazza una volta aperta la scatola e controllati gli stivali per
riutilizzarli. Chissà che spiegazione si darà per quelle macchie e striature
nei suoi stivali. Con questo piacevole pensiero e appagato della sborrata mi
rimisi a caricare il resto dei pacchi sulla macchina della mia amica.
Fine.