domenica 12 agosto 2018

AIUTANDO UN’AMICA


Mi trovavo a casa, quando ricevetti un messaggio della mia amica Giulia. La ragazza si stava trasferendo, così mi chiese se avessi potuto aiutarla con il trasloco. Non avendo nient’altro da fare acconsentii. Giunsi da lei privo di aspettative ma una volta messomi al lavoro, capii come avrei potuto approfittare di quella situazione. La ragazza era impegnata ad impacchettare tutte le sue cose mentre io dovevo occuparmi di caricarle nella sua macchina.





Sbirciando tra i numerosi pacchetti che mi apprestavo a caricare nella macchina di Giulia mi sono imbattuto nella scatola di scarpe che potete vedere qui sopra. La dicitura apposta su di essa era inequivocabile ed invitante. A quel punto dovevo assolutamente scoprire se effettivamente contenesse un paio di stivali.


Non appena Giulia lasciò la stanza per recarsi in cucina a preparami un caffè, ebbi l’occasione di soddisfare la mia curiosità. Non potevo credere ai miei occhi. Un fantastico paio di stivali in pelle erano contenuti nella scatola rosa.



Ero troppo curioso di vederli meglio, così li estrassi uno alla volta e li immortalai col mio telefono cellulare.



Sebbene gli stivali non apparissero puliti, quelle infatti che erano visibili sulla punta credo potessero essere tracce di muffa, quegli stivali apparivano molto robusti al tatto ed emanavano un forte odore di pelle. Non erano certo stivali di bassa qualità, anzi, credo che Giulia li avrà pagati piuttosto cari.





Li scrutai in lungo e in largo cercando di coglierne tutti i dettagli.





Guardando all’interno dello stivale sembrava come nuovo. La suola invece appariva più usurata ma ancora in ottime condizioni. L’odore forte della pelle inebriava l’aria.





Non smettevo di scattare fotografie a quegli stivali, quasi dimenticandomi della presenza della loro proprietaria nella casa, in un’altra stanza poco distante. Non avevo ne il tempo ne la sicurezza di riuscirmi a masturbare con loro vista la presenza di Giulia in casa, tuttavia l’eccitazione in me era cresciuta esponenzialmente così che non avrei mai potuto rimettere al loro posto quelle calzature intatte.





Dopo aver allargato il gambale di uno stivale mi avvicinai ad esso con la bocca e quindi vi lasciai cadere al suo interno un grumo di saliva, in modo da farlo colare lungo la pelle interna.





Soddisfatto del risultato raccolsi in bocca dell’altra saliva per rilasciarla una seconda e una terza volta nello stivale.




Stavo ammirando il risultato del mio lavoro quando sentii la voce di Giulia che mi chiamava dalla cucina per avvisarmi come il caffè fosse pronto. Non mi restò che richiudere il gambale dello stivale, riposizionarlo al suo posto nella scatola e raggiungere la mia amica. Mentre sorseggiavo un pessimo caffè e Giulia mi raccontava delle sue aspettative circa il trasloco, del fatto che le dispiaceva lasciare questa casa ecc… non facevo che ripensare ai suoi stivali. Oltre a ciò pensavo a come sarebbe stato bello riempirglieli anche di sperma e non solo di saliva ma non ve ne era la possibilità. Avrei dovuto pensarci prima che la ragazza avesse intrapreso il trasloco. Tuttavia, qualche volta capita un colpo di fortuna e in questa occasione toccò a me. La ragazza, infatti, dopo aver terminato di bere il caffè sentì il bisogno di recarsi al bagno a seguito di uno stimolo intestinale improvviso. A quel punto rimasi solo e libero di fare ciò che la mia mente aveva pregustato. Senza fare troppo rumore mi recai nella stanza di Giulia ove tirai immediatamente, fuori dalla scatola, lo stivale che avevo sporcato di saliva.






Sebbene la saliva si fosse parzialmente asciugata, la cosa più interessante era come le striature fossero ancora ben evidenti. Dall’alto verso il basso rigavano la pelle del gambale interno che poco prima sembrava come nuova. Facevo fatica a vedere la suola ove il liquido era confluito. In preda ad una selvaggia eccitazione per quella visione, decisi di segarmi, sapendo come non avessi molto tempo a disposizione.




La sega fu veloce ma appagante. Riuscii a venire nello stivale prima di sentire lo sciacquone del water tirato da Giulia. Decisi di scaricare la mia sborra nell’altro stivale, quello che non avevo marchiato con la mia saliva. Ora la ragazza aveva entrambi i suoi stivali di vera pelle macchiati di saliva e sperma. Scattai qualche immagine dei grumi bianchi che avanzano verso la suola interna e quindi rimisi lo stivale al suo posto nella scatola, sapendo come probabilmente, la chiusura di un lato contro l’altro del gambale avrebbe favorito l’appiccicarsi del liquido contro la pelle interna. Da una lato ero dispiaciuto perché non avrei più rivisto questi stivali e soprattutto non avrei potuto vederne il risultato dopo mesi. Infatti sarebbero trascorsi almeno quattro mesi all’autunno, periodo in cui Giulia avrebbe potuto riutilizzarli. Il sorriso mi tornò, invece, pensando a come avrebbe reagito la ragazza una volta aperta la scatola e controllati gli stivali per riutilizzarli. Chissà che spiegazione si darà per quelle macchie e striature nei suoi stivali. Con questo piacevole pensiero e appagato della sborrata mi rimisi a caricare il resto dei pacchi sulla macchina della mia amica.  


Fine.