Il giorno successivo fui
piacevolmente soddisfatto nel vedere Monica indossare gli stivali che le avevo
sborrato la notte trascorsa. La ragazza non si accorse ne del liquido seminale
spalmatole sulla pelle esterna ne tantomeno di quello presente all’interno
della calzatura. Pertanto solamente io sapevo come il suo piedino fosse in
ammollo nel mio sperma. Tuttavia, ben presto il mio piacere si eclissò nel
momento in cui vidi Monica socializzare con altri ragazzi piuttosto che con il
sottoscritto. Come vi ho accennato nell’altra parte della storia, la ragazza
era avvenente e suscitava molto interesse nella componente maschile del gruppo.
Purtroppo per me sembrava essere molto più interessata ad un mio amico ma
sapendo quello che feci dopo, la cosa risultò sfavorevole anche per lei.
Tralasciando il pomeriggio in
cui non avvenne granché, vi parlerò invece di quanto accaduto alla sera, l’ultima
che avremmo trascorso insieme in quell’appartamento. Coi ragazzi si beveva
parecchio e soprattutto non si lesinavano i super alcoolici.
Tra le ragazze, come si può
notare dall’immagine scattata e riportata qua sopra, solo una reggeva particolarmente
l’alcool e preferiva la compagnia maschile a quella femminile. Si trattava
proprio di Monica che in questa immagine, sapendo di essere immortalata,
mostrando la lingua non nascondeva in alcun modo la sua troiaggine. Tutto ciò,
unito al fatto che non riuscimmo a legare molto, o quanto meno neppure
abbastanza da limonare assieme, all’alcool che avevo in corpo e che cominciava a
farmi perdere i freni inibitori mi portarono ben presto a fare quanto tra poco
vi mostrerò.
Diverse ore più tardi, quando
tutti si erano addormentati, fu per me nuovamente il momento di approfittare
degli stivali di Monica. Questa volta la ragazza li aveva abbandonati sul
pavimento del soggiorno, nei pressi di un divano. Insieme a loro vi erano i
sandali di un’altra ragazza ma non li calcolai in alcun modo essendo molto più
interessato a Monica e ai suoi stivali.
Presi gli stivali e li portai
subito con me in bagno.
Questa volta mi focalizzai
sull’altro stivale, quello che il giorno prima avevo risparmiato dallo sperma.
Osservando meglio quella calzatura e il suo interno soprattutto, crebbe in me
il desiderio di fare qualcosa di diverso dal solito. Non avrei più visto
Monica, al mattino, dopo la colazione ci saremmo salutati e ognuno sarebbe
andato per la sua strada.
Fu così che lasciai per alcuni
istanti gli stivali incustoditi in bagno per recarmi in cucina. Nel frigorifero
trovai poco dopo quello che cercavo, una merendina. Ebbene si, forse avete
immaginato quelle che sarebbero state le mie intenzioni.
Tornato nel bagno, rassicurato
dal non aver incontrato nessuno, mi preparai a infilare quella merendina alla
panna e cioccolato nello stivale della ragazza. Volevo fargliela pagare per non
avermi degnato di alcuna vera attenzione durante quei due giorni passati
assieme e questo era il modo con cui avevo deciso di farlo.
Spinsi a quel punto la
merendina nello stivale e qua sopra potete vederne il risultato.
Il risultato fu molto
soddisfacente. Nel momento in cui spinsi la merendina verso la punta della
calzatura, questa si spappolò andando a macchiare l’interno dello stivale.
Quindi volli immortalare
quanto fatto dall’alto, dalla cima dello stivale. L’alimento sembrava
difficilmente visibile da quel punto e ciò mi fece propendere nel pensare che
allora la ragazza si sarebbe accorta del danno alla sua calzatura solamente nel
momento in cui l’avrebbe indossata.
Riportai allora gli stivali ove
li avevo trovati. Più li guardavo e più assaporavo il momento in cui quella
stronza di Monica li avrebbe indossati la mattina. Avrebbe trovato una bella
sorpresa dentro uno di loro, ed era quello che si meritava.
L’indomani, purtroppo, quando
mi svegliai era già tardi. Evidentemente l’alcool abbondantemente bevuto nella
serata passata aveva avuto effetto anche su di me. Sebbene avessi un forte mal
di testa, ancora ricordavo vividamente quanto fatto ed ero pertanto ansioso di
vedere se Monica si fosse accorta già dell’accaduto. Speravo vivamente di no
perché mi sarei voluto gustare la scena in cui la ragazza, calzando lo stivale
riempito della tortina, si sarebbe accorta del suo contenuto, ma purtroppo,
quando giunsi in cucina gli sguardi tesi dei presenti e il silenzio tombale che
regnava mi fecero capire come la proprietaria delle calzature avesse già
scoperto il danno. Esordii con un classico “buongiorno” a cui gli altri mi
risposero con poco entusiasmo. Quindi mi sedetti e chiesi se mancasse qualcuno
all’appello. C’erano infatti altri quattro ragazzi che non si erano ancora
svegliati. Poco dopo, chiedendo cosa ci fosse per colazione, una ragazza,
rivolgendosi a me in modo acido mi chiese se sapevo niente dello stupido
scherzo fatto a Monica. Io feci allora una faccia basita e replicai dicendo
“quale scherzo?”. Mi fu allora raccontato dalla stessa vittima come infilando i
suoi stivali stamani, in uno di questi vi avesse trovato una merendina che le
aveva sporcato la calza. Altresì si lamentava come ormai gli stivali fossero
così sporchi da buttare. Simulando un’espressione di grande tristezza e stupore
le assicurai come non centrassi assolutamente nulla in quello stupido scherzo.
La ragazza poco convinta tornò a parlare con le amiche, chiedendosi come era potuto
saltare in mente a qualcuno di fare una cosa simile. Io ero invece elettrizzato
da quanto accaduto, dalle parole dettemi da Monica in persona. Avrei ovviamente
voluto vedere la scena di persona ma sentirla raccontata da lei fu comunque
piacevole. Ora non mi rimaneva che vedere gli stivali. La ragazza non li
indossava al momento e quindi dove li aveva lasciati mi chiesi. Pensai al bagno
e così dopo aver chiesto del the caldo, riferii alla ragazza che lo stava
preparando come l’avrei bevuto tra alcuni minuti, dopo essere tornato dal
bagno.
Defilatomi, facendo attenzione
a non far trasparire tutta la mia contentezza, corsi al bagno sperando di
trovare gli stivali. Fortunatamente erano proprio li, abbandonati dalla
proprietaria vicino al bidet.
Presa subito la macchina
fotografica dopo essere entrato nel locale immortalai dalla cima dello stivale
il suo interno. Come potete vedere, sulla soletta interna si vedevano ivi
depositati dei residui di merendina spiaccicata.
Attraverso l’apertura della
zip potei meglio visionare il danno arrecato dalla merendina che avevo spinto
nello stivale. Ero estasiato di quanto fatto, dispiaciuto solo di essermi perso
il preciso istante in cui il piede di Monica era stato inserito dalla stessa in
mezzo a quella poltiglia ciccolatosa. Lasciai gli stivali dove stavano e feci
ritorno in cucina per gustarmi la colazione.
Quando giunsero più tardi
anche gli altri restanti ragazzi, Monica fece loro lo stesso breve
interrogatorio toccato a me. La ragazza era furibonda, non solo per il tiro
mancino subito ma anche per i fatto che nessuno avesse confessato lo scherzo.
Più il tempo passava e più la ragazza era arrabbiata, rimanendo con le amiche che fino
alla serata trascorsa non aveva nemmeno calcolato e a cui ora sembrava dare fiducia
e trovare conforto. Tra di noi ci si chiedeva chi avesse potuto farle quello
scherzo ma ovviamente il colpevole non si trovò ne si fece avanti. Rattristata
e senza salutare, Monica se ne andò via con alcune amiche poche ore dopo mentre
io stavo dando ancora una mano al padrone di casa, insieme ad altri, a pulire e
riassettare l’appartamento. Vederla andare via con quegli stivali rovinati fu
davvero divertente. Mentre un ghigno si formava sul mio viso mi chiesi cosa stesse provando la ragazza ad avere il piede in quella pappetta. È quello che ti
sei meritata per non aver civettato neanche un istante con me cara Monica,
pensai vedendo il suo bel culetto e i suoi stivali grigi lasciare l’immobile.
Fine.