giovedì 13 febbraio 2020

SVAGO AL LAVORO. 03 - Dentro gli stivali di Antonella


Passò del tempo prima di rimettere le mani sugli stivali di Antonella, un po’ per colpa dei diversi turni di lavoro, un po’ perché non sempre la ragazza li utilizzava andando verso la bella stagione.




In queste nuove occasioni però volli venire negli stivali della ragazza.




Andando subito al dunque potete notare il risultato della masturbazione fatta con quelle calzature. Una volta tra le mie mani mi ci masturbai furiosamente sempre all’interno dello spogliatoio delle ragazze finendo con il riempire uno degli stivali di Antonella.




Non potei riprendere l’intero lavoro di mano perché ero sempre attento che non mi sorprendesse alcuno. Così dovetti dedicarmi semplicemente alla calzature e scattare solo qualche immagine del risultato e in questo caso dello stivale che poi andai a rimettere al suo posto. Credo che la ragazza non si accorse di nulla indossandoli al termine delle sue ore di lavoro poiché in un’altra occasione fui ancora in grado di godermeli.




Ecco come trovai gli stivali nella seconda occasione in cui ci sborrai dentro. Avvenne circa una settimana dopo la schizzata precedente. Fu l’ultima volta che riuscii a mettere le mani sugli stivali della collega e quanto segue sono le immagine del regalo che le feci.





Non ebbi pietà e riversai tutto il godimento in quello stivale. Pensavo ai piedi della ragazza come per la seconda volta sarebbero stati in ammollo nel mio sperma. Avrei voluto seguire la giovane a casa come feci tempo prima ma purtroppo veniva accompagnata a casa da un’altra collega e quindi mi era impossibile godermi nuovamente la sua camminata.




Vi chiederete di che foto si tratti questa appena postata. Beh si tratta del capodanno dell’anno successivo. E colei che allunga la gamba stivalata è Antonella. Ebbene si, indossava ancora gli stessi stivali. Purtroppo per me si era licenziata e così quell’inverno non potei tornare alla carica dei suoi stivali neri.



Era davvero eccitante rivedere la ragazza indossando gli stivali che avevo sborrato. Chissà se al loro interno vi erano ancora delle tracce del mio liquido seminale.



Qui abbiamo una tipica foto fatta dalle ragazze. Ecco le calzature delle presenti alla festa. Devo ammettere come anche per gli stivali rossi ci avrei fatto un bel pensierino.




La proprietaria non mi eccitava un granché ma i suoi stivali rossi, visti da questa immagine erano davvero accattivanti.




E che dire di questa fotografia. Gli stivali più accattivanti della serata messi a confronto. Una sfida tra le due. Beh magari avrebbe vinto chi avrebbe ricevuto più sborrate sui suoi stivali. Se mi fosse toccato credo che avrei riversato pari schizzi a ciascun stivale.




L’imbarazzo della scelta ritengo sarebbe stato il titolo più adatto di questa fotografia. Mancavano solo gli stivali di Antonella, forse era questione di tempo per levarseli oppure se ne vergognava per una qualche ragione.



E concludiamo con quest’ultima foto sempre tratta dall’album dedicato a quel capodanno dal profilo facebook di Antonella. L’amica che le accarezza lo stivale lasciandoci il dubbio se glieli abbia magari sfilati lei oppure no. Peccato eventualmente non aver immortalato quella scena



Fine.

SVAGO AL LAVORO. 02 - Un paio di viti per quegli stivali


Dopo aver sborrato gli stivali neri, la cui proprietaria scoprii come si chiamasse Antonella, non facevo che sperare di incontrarla al lavoro perché desideravo ardentemente replicare quanto fatto alle sue calzature. Un giorno mi trovai di turno insieme a lei ma non ero sicuro fosse venuta al lavoro con i suoi stivali neri. Mentre lavoravamo fianco a fianco immaginavo la ragazza aver maneggiato e poi indossato gli stivali che avevo macchiato e questo potete ovviamente immaginare quanto mi fece eccitare.




Per recarsi al bagno bisognava informare il capo squadra perché lui teneva il conto di chi già vi fosse eventualmente andato, visto che più di uno alla volta, indipendentemente dall’essere maschio o femmina non vi si poteva andare. Così, quando non resistetti più dall’andare a controllare l’armadietto di Antonella, dopo aver ottenuto l’autorizzazione dal responsabile mi intrufolai nello spogliatoio delle ragazze e li trovai non solo l’armadio ancora aperto ma al suo interno anche gli stivali che mi interessavano.





Non persi tempo e mi misi subito a scattare delle nuove fotografie alle calzature.




Venne poi il momento di dare un’occhiata all’interno dello stivale con annessa sniffata.




Quindi una fotografia dello stivale in posa, tutto per me, anzi per noi.




Presi a scattare moltissime foto, rapito dai dettagli di usura presenti sulla tomaia.




Fu così che mi resi conto come fosse ormai trascorso troppo tempo e non avevo quindi più quello per masturbarmi.




A quel punto non mi rimase che trovare una soluzione alternativa. Era una giornata serena e pisciare negli stivali come avevo già fatto in altri casi era da escludersi.




Trovate quindi una coppia di viti su una vecchia sedia in disuso decisi di lasciarle cadere all’interno di uno stivale. Questa volta non avrei sporcato gli stivali di Antonella sebbene mi promisi di farlo al più presto. Si trattava comunque di un fastidioso scherzetto che mi intrigava poiché auspicavo che la giovane si sarebbe accorta della scomoda presenza durante il tragitto verso casa. Ora non mi rimaneva che attendere il fine turno e seguire Antonella e i suoi stivali.





E così, al termine di un turno che non mi sembrava voler più finire aspettai all’uscita del ristorante Antonella. Una volta che la ragazza fece per incamminarsi io mi accostai dietro di lei, chiedendomi se si fosse già accorta o meno delle viti che le avevo messo nello stivale o se invece mi sarei magari goduto la scena in cui se ne accorgeva per strada.





Camminammo per un po’ quando all’interno della stazione della metropolitana decisi di immortalare la camminata con annessi stivali della mia collega, grazie alla maggiore illuminazione ivi presente. Purtroppo poco dopo le nostre strade si dovettero separare senza sapere se si fosse o meno accorta di quanto messole nella calzatura. Guardandola tuttavia camminare negli stivali decisi come la prossima volta avrei riservato a quelle calzature una bella sborrata al loro interno. Ero convinto di come fosse quello di cui sia Antonella che i suoi stivali neri avessero bisogno.


continua…

SVAGO AL LAVORO. 01 - Armadietto di ferro senza lucchetto


Per un certo periodo ho lavorato presso una catena di fast food. Il lavoro non era niente di che come del resto la maggior parte delle colleghe che mi sono capitate. Il lato positivo è l’aver sempre trovato qualche armadietto metallico privo di lucchetto negli spogliatoi, in cui le ragazze generalmente lasciavano le loro calzature.





Eccone qua sopra un classico esempio.




Questi stivali appartenevano ad una ragazza abbastanza carina. Li vidi per la prima volta ai suoi piedi quando io stavo per prendere servizio e lei invece andarsene via. Mi promisi come avrei cercato di metterci sopra le mani visto che mi stuzzicavano un po’.




Si trattava di stivali di pelle, parecchio usati come potete vedere dalla fotografia. Calzature da tutti i giorni.




Anche la suola sembrava ben usurata.




Mi intrufolai nel locale delle ragazze un giorno quando ormai il turno successivo al mio aveva preso regolarmente servizio già da una decina di minuti. In questo modo avevo la certezza che nessuno sarebbe giunto negli spogliatoi ad interrompermi.




Ovviamente non omisi di dare un’occhiata pure all’interno delle calzature e posso a tal proposito confermarmi come l’odore che emanavano fosse discreto. Purtroppo essendo fatti di una pelle di buona qualità, l’odore di piedi non riusciva a primeggiare ma comunque si faceva sentire.




Più maneggiavo quegli stivali e più sentivo il bisogno di placare il desiderio che inesorabilmente cresceva nei miei pantaloni.




Riuscii a carpire il numero di quelle calzature dai residui sbiaditi su una suola, un 37. Immaginando così il piccolo piedino della proprietaria iniziai a masturbarmi con quegli stivali all’interno di un gabinetto ove mi ero nascosto.





D’improvviso cominciai a venire, quasi preso alla sprovvista riversai infatti una discreta e violenta quantità di sperma sullo stivale che stavo maneggiando. Credo di aver fatto un buon lavoro che ovviamente volli immortalare vicino all’armadietto della ragazza. Chissà come avrebbe reagito se a fine turno, una volta aperto il suo armadio avesse trovato la sua calzatura in quelle condizioni. Ovviamente non potevo farlo e così optai per pulire quanto fatto.




Diedi così una pulita allo stivale, lasciando tuttavia un po’ di residui sopra di esso. Lasciarli così sporchi sarebbe potuto essere controproducente perché la ragazza accorgendosene avrebbe potuto decidere di non lasciarli più incustoditi. Tuttavia vi posso preannunciare come fui fortunato e riuscii nuovamente a rimettere le mani e non solo su quegli stivali. O ella non si era accorta di quanto fatto alla calzatura oppure non le era dispiaciuto.



continua…