giovedì 7 marzo 2024

QUELLA PIASTRELLA POTEVA COSTARLE CARO

Mi trovavo sul treno, intento ad andare a scuola quando oramai, nei pressi della stazione, preparandomi a scendere notai una ragazza indossare degli stivali curiosi.




Si trattava di un paio di stivali alla “peter pan”, scamosciati e di colore rosa.




Erano carini e sicuramente calamitavano l’attenzione delle persone che li notavano. Indossare un paio di calzature del genere, soprattutto per il colore scelto, voleva dire una sola cosa. La ragazza cercava attenzioni su di se.




Qua potete comprendere perché ho dato questo titolo alla storia. Mentre infatti stavamo percorrendo il sottopassaggio della stazione riuscii ad immortalare qualcosa di inaspettato. Osservando la seconda fotografia qui postata si vede chiaramente la giovane andare a poggiare il piede sinistro su un piccolo tombino circolare. Quest’ultimo si è mosso dalla sua posizione così da causare alla giovane una piccola storta.




Dalle immagini potrà non sembrare ma vi assicuro che la ragazza per i primi passi successivi a quell’episodio zoppicò lamentandosi con le sue amiche.



Eccola, appunto, fermarsi un attimo per riprendersi.




Utilizzai lo stratagemma di cercare qualcosa nel mio zaino per non andarle oltre. Tuttavia non riuscii in quel frangente a continuare le riprese. Registrazioni che poco dopo però tornai a fare dopo essermi sistemato lo zaino e averla vista riprendere la camminata.




Riuscendo a mettermi alle sue spalle fui in grado di immortalare queste interessanti immagini ravvicinate.




Salendo i gradini della scala la giovane sembrava stare meglio. O le era passato il dolore alla caviglia o stava cercando in ogni modo di non darlo a vedere.



Qui mi trovavo un poco più distaccato da lei mentre ci avviavamo verso l’uscita della stazione ferroviaria.




Dopo aver dovuto interrompere le riprese per causa di forza maggiore, eccomi nuovamente alle spalle della giovane nei pressi di un attraversamento pedonale.




Assomigliavano agli stivali di Francesca, una mia ex di cui vi parlai in un altro racconto, quando ella calzò delle calzature simili a queste per una escursione in montagna. A differenza di quelli, gli stivali ora in trattazione, sono privi di tacco. Per il resto, colore e materiale mi sembravano identici.




Che sfortuna non avere una compagna di classe così, pensai, mentre continuavo a seguirla.




Le amiche, a differenza sua, indossavano delle comuni scarpe da ginnastica. Chissà come mai lei, invece, aveva optato per quegli stivali.




Inevitabilmente cominciai a fantasticare oscenamente su di lei.




Quegli stivali le conferivano un’aria così lussuriosa. Chissà se qualche suo compagno avrebbe potuto raccontare qualche piacevole avventura avuta con la ragazza. Parlo di cose semplici, magari anche una sega nascosti dal banco mentre si trovavano in fondo alla classe.




Chi di voi non se lo sarebbe tirato fuori mentre magari veniva proiettato un film o qualcosa sulla lavagna. Credete forse che la giovane avrebbe avuto remore di sorta ad allungare la mano sul fallo e segarlo con amore?




Dal suo viso che non ho avuto modo di immortalare ve lo posso garantire. Fidatevi.




La maggior parte dei ragazzi probabilmente le sarebbe poi venuto in mano.




Mi rendo conto come sia la cosa più ovvia. Tuttavia, per quanto mi riguarda, avendo questo spassionato debole per gli stivali, nel momento di godere proverei senza ombra di dubbio a farmi avanti col busto per far si che qualcuno dei primi schizzi, i più violenti, riescano magari a colpire i suoi stivali sotto al banco. 



Ben presto dovetti tornare alla realtà e cercare di ammosciare al più presto il mio cazzo visto che dovevo entrare in classe.  

 

 

Fine.