martedì 12 febbraio 2019

IL FASCINO DEGLI STIVALI BIANCHI. 04 - Un crescendo di degradazione


Purtroppo non ci furono gli sviluppi che speravo con Giulia ma almeno potei rifarmi sempre coi suoi fottuti stivali bianchi. Di seguito vi racconterò un crescendo di eventi degradanti a cui sottoposi le sue calzature in svariati incontri. 





In questa prima occasione trovai gli stivali di Giulia sul tappetino del bagno dopo che la ragazza li aveva usati poco meno di un’oretta prima. Per prima cosa mi misi a scrutarne l’interno allo scopo di beneficiare dell’odore che emanavano.





Dopodiché, dandone una ulteriore sbirciata e non potendo permettermi di masturbarmi, decisi di aprirne l’imboccatura per prepararmi a farci cadere dentro della saliva.




Lasciai così cadere nello stivale dei grumi ravvicinati di saliva.




Quindi afferrai subito dopo l’altro stivale, quello sinistro.



A quel punto sputai un po’ di saliva anche in quella calzatura.



Volli infine immortalare il risultato con la mia macchinetta fotografica.



In questo secondo caso invece, una volta entrato in possesso degli stivali della ragazza, senza che questa se ne accorgesse, prendendoli dalla scarpiera, mi misi a masturbarmi furentemente con loro. Ricordo in questo caso come si trattasse di un lunedì pomeriggio. Ero molto eccitato e bramoso di maltrattarle gli stivali visto che l’aveva vista nel sabato sera trascorso, indossarli in una discoteca.



Carico come una bestia volevo impregnare quelle calzature dell’odore del mio cazzo così ce lo passavo sia sopra che dentro.



Per permettere al mio uccello di meglio scivolare sulla pelle degli stivali decisi di lasciarci cadere sopra della saliva.



Questa ben presto cominciò a scivolare sino a raggiungere prima il tallone e poi il tacchetto dello stivale.



Quindi ripresi a segarmi con lo stivale con minore attrito.



Avendo voglia di venire posizionai gli stivali sul water. Poi, prima di riprendere la sega interrotta volli scattare una fotografia all’interno dello stivale di sinistra perché ben presto l’avrei riempito di sperma.



Talmente ero eccitato mi ci vollero solo pochi istanti dopo aver ripreso a segarmi per venire nello stivale di Giulia.



Dopo le prime gocce depositatesi lentamente nella pelle interna ecco arrivare un potente schizzo.



Godetti davvero tanto nello sborrarle brutalmente l’interno dello stivale. Ero davvero felice di approfittarmi ogni volta che potevo degli stivali di Giulia. Più passava il tempo e più in me cresceva il desiderio di sporcarglieli, anche perché lei, nel frattempo, non smetteva di indossarli, a scuola e al di fuori, sempre in bella mostra con i suoi stivali bianchi da troietta.



Questa volta, a differenza dell’episodio degli sputi, dopo aver scattato qualche fotografia decisi di ripulire parzialmente quanto fatto, temendo che la ragazza, rimettendo a breve le sue calzature sborrate avrebbe potuto accorgersi di quanto fatto.



Quando tempo dopo l’ultima sborrata di cui sopra, probabilmente trascorso un mesetto, Giulia decise di festeggiare il suo compleanno con una serata presso la sua abitazione, portai i suoi stivali al degrado finale. Credo che vederne le macchie di sperma seccate sulla pelle interna dello stivale contribuì molto a portarmi a fare quello che sto per raccontarvi.



Ricordo come la ragazza per la serata indossasse delle scarpette gialle col tacco, molto invitanti e da troia ma questa è un’altra storia. Ciò, tuttavia contribuì a permettermi di avere mano libera sui suoi stivali. Non aspettai come al mio solito quando la festa era ormai terminata e tutti erano stravolti per fiondarmi sulle calzature che bramavo ancora di marchiare. Così, mentre la cena era in fase di preparazione, i ragazzi giocavano alla play o si preparavano le canzoni per la serata, io mi defilai e presi gli stivali dalla scarpiera li portai al bagno. Non potevo segarmi e con la saliva avevo già dato. Tuttavia mi scappava da pisciare e quindi, perché sprecare la mia orina per la tazza quando l’avrei potuta fare negli stivali della mia amica.



Mi avvicinai così agli stivali che avevo posizionato nella tazza e poco dopo, rilassandomi, iniziai a pisciare.



Passai dallo stivale di destra a quello di sinistra e viceversa per diverse volte, cercando di distribuire in egual misura la piscia.



Ne scaricai davvero parecchia e non mi volevo fermare. Continuavo a pensare alla innocente ragazza che non poteva immaginare cosa stessi facendo.



Quando ad un tratto gli stivali, probabilmente appesantiti dall’orina si afflosciarono su un lato non volli comunque interrompere la pisciata ma continuai portandola a termine sulla pelle esterna dello stivale, sia con getti diretti che con una sorta di pioggia.


Scattai allora delle fotografie.



Dopo quelle esterne ecco quelle interne. Gli stivali erano impregnati della mia orina. Sia dentro che fuori. A quel punto non mi rimase che svuotarli nel water e poi rimetterli nella scarpiera dove li avevo trovati. Così feci perché al momento di uscire non incontrai nessuno per fortuna. Mi godetti la serata bevendo e festeggiando con Giulia e gli amici felice di quanto fatto alle calzature della ragazza. Fu l’ultima volta che le vidi, evidentemente la ragazza trovò gli stivali malconci tempo più tardi. Magari li trovò freschi di piscio o magari con il liquido asciutto ma troppo impestati di cattivo odore. Comunque sia, i suoi stivali bianchi avevano ricevuto il giusto trattamento. La mia frequentazione con Giulia non scemò affatto ma preferii non entrare nell’argomento stivali bianchi, evitandole di chiederle come mai non li mettesse più, per paura di poter essere associato a quanto fatto loro, dato che il colpevole per lei rimaneva ignoto.


Fine.

IL FASCINO DEGLI STIVALI BIANCHI. 03 - Appena usati


Mentre l’amicizia con Giulia si consolidava, il desiderio di avere un rapporto sessuale con lei oltre che con i suoi stivali accresceva parallelamente in me. Pertanto le nostre frequentazioni aumentavano col passare del tempo ma non ogni volta che ci vedevamo presso casa sua riuscii a mettere le mani sulle sue calzature e tantomeno su di lei. Una volta però, dopo aver organizzato il giorno precedente come avremmo passato il pomeriggio a studiare a casa della ragazza, al momento di vederci fuori da scuola per raggiungere la sua abitazione assieme, fui estasiato nel vederla indossare i suoi stivali bianchi. Non potete immaginare quanto ero eccitato nello stare insieme a lei, mentre camminavamo lungo il marciapiede sentendo il tacchettio dei suoi stivali. Indossava dei jeans scuri che non facevano altro che esaltare quegli stivali fantastici che indossava. Inoltre consapevole delle due precedenti sborrate ero felice come lei non se ne fosse accorta e li sfoggiasse tranquillamente. Altresì, già pregustavo un nuovo incontro nel pomeriggio con quelle calzature. 


Al momento di entrare in casa la ragazza mi riferì di mettermi pure comodo mentre non perdendola di vista mi accorsi come si diresse al bagno dicendomi che le scappava urgentemente la pipì. Una volta uscita le chiesi di potermici recare anche io vista la medesima esigenza. In realtà lo feci perché volevo mettere subito le mani sui suoi stivali che al momento di uscire non indossava più. Evidentemente la ragazza, dopo aver dato sfogo ai suoi bisogni fisiologici si era liberata delle calzature per rimanere più comoda lasciandole nel bagno.


A quel punto, rimasto solo con gli stivali volli sbirciarne l’interno e assaporarne l’odore dei piedi freschi di Giulia.



Super eccitato dall’odore fresco inspirato decisi come non avrei perso tempo e mi sarei scaricato questa volta dentro gli stivali. Avevo il pene che mi scoppiava nei pantaloni e non avrei potuto resistere a non darmi piacere. Così appoggiai le calzature sul bordo della vasca e ne posizionai uno in modo da favorire la masturbazione.



Poco dopo presi a segarmi e a schizzare dentro lo stivale a ripetizione.



Fu una sveltina davvero piacevole.


Quindi presi a scattare qualche immagine del risultato.




Fui davvero sorpreso di vedere tanta sborra scaricata nello stivale. A contrasto con la pelle nera interna si vedeva tra l’altro in maniera molto evidente. 


Feci così scorrere con maggior celerità il liquido seminale verso il fondo dello stivale.



Dopodiché riposi gli stivali sul pavimento e feci ritorno dalla mia amica.


Qualche ora più tardi, in una pausa dello studio volli tornare a controllare gli stivali poiché sapendo che ben presto sarei dovuto andare via da quella casa mi chiedevo se non fosse il caso di ripulirli del mio sperma.


Ero davvero curioso di vederne lo stato mentre ne scattavo qualche fotografia.



Come potete vedere il bianco dello sperma si era scolorito. La macchia di liquido seminale era ancora notevolmente visibile, tuttavia meno rispetto a prima. Decisi allora di non pulirli ulteriormente, confidando che passando il tempo e comunque fino all’indomani quando la ragazza li avrebbe potuti riutilizzare, i segni si sarebbero ancor più disciolti.


continua…