sabato 7 agosto 2021

PRONTI PER IL PROSSIMO AUTUNNO

Era estate e mi trovavo a casa di un amico. I suoi genitori e la sorella erano andati al mare e quindi aveva casa libera. Di frequente sia me che altri della compagnia eravamo stati invitati per sfidarci alla “play” o mangiare qualcosa ma mai mi ero trovato da solo sul terrazzo di casa sua. Mentre ero seduto su una sedia a sdraio notai vicino a me una scarpiera, non molto alta ma piuttosto larga. Il mio amico parlava e parlava ma io appena vidi quel mobiletto cominciai a fantasticare su cosa ci avrei potuto trovare al suo interno. Così quando mi propose un cocktail non rifiutai dicendogli come non mi sarei mosso da li nell’attesa. Appena il ragazzo si allontanò, rientrando in casa, io mi voltai e aprii la scarpiera.




Come potete vedere sui tre piani del mobiletto vi erano svariate scarpe, da uomo e da donna. Quello che tuttavia colse immediatamente la mia attenzione furono gli stivali neri ripiegati su di loro. Come abitudine avevo con me la mia fotocamera, pertanto potei immortalare la scena.



Correndo il rischio decisi di prenderli tra le mani mentre il cuore rimbalzava nel mio petto. Maneggiai gli stivali e nel mentre scattai queste fotografie. Gli stivali si presentavano in buone condizioni, erano in similpelle, neri e avevano oltre al risolto in cima, nella parte bassa una sorta di ricamo a ragnatela.


Ispezionando poi la suola mi accorsi come fosse abbastanza usata e come vi fosse un tacco molto basso a forma di triangolo. Il numero delle calzature era 40 e quindi ipotizzai come potessero essere della madre del mio amico, una donna giunonica a differenza della sorella di questo, decisamente più minuta.


Quindi abbassai la zip posteriore dello stivale per constatarne l’interno.


L’odore che perveniva dall’interno della calzatura non era affatto male, diciamo una via di mezzo nella scala del “puzzo”. Erano imbottiti e quindi decisamente da usare nella stagione fredda.



Maneggiando l’altro stivale mi accorsi di come fosse parzialmente danneggiato sulla parte superiore, ovvero quella del risvolto in cui della pellicina si era già staccata e altra era pronta a seguirla. Ciò dimostrava come fossero stivali di scarsa qualità ma che tuttavia meritavano un bel trattamento.



A quel punto la mia voglia era alle stelle, avevo il cazzo duro nei pantaloncini e dovevo assolutamente sfogarmi. Lasciai per un attimo gli stivali e mi affacciai alla porta finestra. Non vedendo il mio amico ma sentendolo armeggiare in cucina con bicchieri e bottiglie gli chiesi ad alta voce come stesse procedendo la preparazione della bevanda e se ci sarebbe voluto ancora molto tempo. Lui mi rispose “un paio di minuti” e allora io capii come fosse quello di cui avevo bisogno. Afferrai gli stivali e portandoli con me mi diressi al bagno dopo averglielo urlato al mio amico mentre passavo per il corridoio. Corsi verso la toilette così che non avrebbe potuto vedere, anche girandosi, quello che portavo con me. Una volta chiusomi nel locale mi masturbai. Riversai il mio folle piacere all’interno di una delle calzature come potete vedere dalle immagini.



Avevo le palle letteralmente piene come potete notare. Riversai numerosi e abbondanti schizzi contro l’imbottitura interna di quello stivale. Quindi mi misi a seguirne la discesa verso la soletta interna ove andavano a depositarsi. A quel punto dovevo tornare di la ma non potevo farlo portando con me gli stivali perché altrimenti il mio amico se ne sarebbe accorto, infatti ormai erano passati almeno 5 minuti, comunque molto di più di quel paio che mi aveva detto lui. Non mi rimase che ingegnarmi e così decisi di lasciare gli stivali in bagno, occultandoli in un armadietto presente sotto al lavabo. Feci allora ritorno dal mio amico che mi aspettava per assaggiare la sua creazione. Brindammo ai suoi genitori in vacanza e quindi cominciammo a sorseggiare il cocktail. Devo dirvi che faceva pena ma almeno ne era valsa la pena berlo. Per liberarmi nuovamente di lui gli chiesi se non avesse qualche stuzzichino, pizzette o patatine da accompagnare alla bevanda e lui ovviamente non si tirò indietro andando nuovamente in cucina per prepararli, scusandosi anche di per non averci pensato prima. Io ovviamente colsi l’occasione per andare a riprendere gli stivali.



Giunto li, ancora eccitato, euforico per quanto fatto prima e un po’ alticcio per il cocktail super alcolico che stavo degustando decisi di schizzare all’interno dell’altro stivale della crema viso che trovai in un barattolo nelle mensole di fianco allo specchio. Desideravo che la madre del mio amico calzasse quelle calzature e trovasse la sorpresa che le avevo lasciato. Con buona probabilità la sborra si sarebbe asciugata ma la crema viso forse sarebbe resistita fino al prossimo autunno. Riuscii a riportare gli stivali al loro posto e a chiudere la scarpiera eludendo il mio amico il quale mi raggiunse pochi istanti dopo con le cibarie. Mi ci volle davvero un bel sorso del suo cocktail per digerire lo scampato pericolo.

 

 

Fine.