giovedì 7 novembre 2019

L'ABITO FA IL MONACO


Il proverbio recita l’abito non fa il monaco. Questo però non si può associare a Michela, una giovane sposina che ho avuto modo di conoscere un paio di anni fa. Giunsi a casa sua perché avevo bisogno di acquistare un prodotto da suo marito che a dir la verità nemmeno conoscevo. Pertanto, una volta avuto accesso alla loro cascina non avevo alcuna aspettativa. La trattativa con l’uomo si stava svolgendo normalmente ma quando face ingresso nel soggiorno la sua giovane sposa mi si illuminarono gli occhi e qualcosa si drizzò tra le mie gambe violentemente.




Michela era davvero una bella donna, con una faccia da vera porca e un fisico mozzafiato. Non riuscivo a credere che potesse essersi sposata con l’uomo con cui stavo discutendo. Lui era grezzo, piuttosto rude e certamente non affascinante, mentre lei sembrava angelica e porca allo stesso tempo. Tuttavia questi pensieri me li feci più tardi perché in quel momento avevo solo interesse a fare il piacione con lei e a immortalare le sue cosce, lasciate scoperte da un vestitino nero modestamente corto, fasciate da delle collant nere e dei favolosi stivali di pelle.




Quando ad un tratto mi diede le spalle, forse volutamente, potei anche beneficiare del ricamo presente sulle sue calze. Quella mise rendeva Michela davvero provocante. Rivedendo questa fotografia immagino una sola cosa, tirarmelo fuori e cominciare a menarmelo finché non arriverei a schizzarle le cosce velate dalle calze ricamate e gli stivali.




Eccola poco dopo assumere un’altra invitante posizione. Appoggiandosi con entrambe le mani al tavolo e parlandomi sorridendo sembrava volermi invitare a mettermi alle sue spalle per penetrarla a fondo. Forse sarebbe piaciuto pure al marito, chissà.




Il pianto del bambino nato da pochi mesi e il ritorno del marito con il prodotto che dovevo acquistare, alcuni minuti dopo fecero allontanare Michela da me. Tuttavia il desiderio di lei restava sempre insistente. Non volevo smettere di riprendere il suo corpo e le sue gambe. Ero letteralmente stregato da quella donna.




Fortunatamente alcuni istanti dopo Michela ebbe modo di ritornare, questa volta sedendosi al tavolo che avevo di fronte. Mi propose di accomodarmi ma preferii rimanere in piedi così da poterla filmare per bene.




Rivedere questo accavallamento di gambe mi manda nuovamente in confusione. Lo trovo davvero sexy e provocante.




Forse lei stessa voleva provocarmi assumendo questa posizione dinnanzi a me. Credo che fosse ben a conoscenza di quanto fosse seducente come donna, e indossando questo abbigliamento non avrebbe che potuto calamitare ogni attenzione su di se. Già, sono quasi convinto che amasse essere osservata e desiderata e probabilmente aveva capito che io me la stavo divorando proprio con lo sguardo.




Con quest’ultima fotografia potete vedere il risultato del suo accavallamento. Che dire se non: “che cosce da porca”. Sfido chiunque non sia un amante delle belle donne ad apprezzare queste cosce e a non desiderare di sfregarci sopra il proprio cazzo fino a macchiarle di densa crema bianca. Non so voi ma questo è quello che mi fanno pensare.
Purtroppo poco dopo la trattativa d’acquisto col marito ebbe termine e io mi dovetti congedare. Non rividi più le cosce di Michele che tanto mi avevano fatto eccitare ma venni a sapere diversi mesi dopo come la donna aveva lasciato il marito per un amante con cui aveva una tresca da diverso tempo. Evidentemente l’uomo non l’appagava come doveva e lei essendo una porca affamata di cazzo non era fatta per una normale routine familiare. Il suo aspetto dimostrava quindi in questo caso come Michela fosse davvero una troia a tutti gli effetti, nel vestire, nell’apparire e nel suo io interiore.


Fine.