mercoledì 7 novembre 2018

LE BALLERINE DI KATRINA

Un weekend di parecchi anni fa fui invitato a cena da una ragazza che frequentavo da poco ma che avrei voluto diventasse presto la mia fidanzata tanto era carina. Facemmo un giro nel centro del paese durante il pomeriggio e sebbene fosse inverno, Katrina, questo il nome della fanciulla, non indossava nessun invitante paio di stivali ai piedi. Al loro posto aveva delle ballerine nere caratterizzate da un fiocco apposto sulla punta. Giunti a casa, dopo aver ordinato una pizza e averla consumata, ci spostammo sul divano a guardare un film. Già pregustavo il momento di infilare le mie mani sotto al maglione della ragazza, per spogliarla e potermi divertire con la sua quarta di seno, quando purtroppo fummo interrotti dall’arrivo del fratello di Katrina. Questi era in compagnia della fidanzata e sicuramente il loro scopo non era quello di partecipare ad un orgia bensì di mettere i bastoni tra le ruote alla sorella e al sottoscritto. Mi capitò infatti di incrociare spesso lo sguardo con lui e ogni volta che lo facevo era come se mi stesse mandando un messaggio: “la mia sorellina non la tocchi”. Così ad un tratto, con il pene che ormai mi si era ammosciato nei jeans, feci un salto in cucina per prendere da bere. Mentre sorseggiavo la mia birra pregavo che quei guastafeste se ne andassero per lasciarci un po’ di intimità ma questo non accadde e la serata finì con un collassamento collettivo sul divano. Siccome era tardi e avendo comunque la guardia del corpo del fratello in casa, mi permisero di rimanere a dormire sul divano mentre ovviamente Katrina si ritirava nella sua camera da letto. Dopo un’oretta che ci eravamo salutati con la buonanotte mi alzai dal divano per andare a recuperare le ballerine di Katrina che avevo visto essere state lasciate dalla stessa sotto ad un calorifero nei pressi del corridoio d’ingresso.


Visto che non avevo potuto maneggiare il seno e il resto del corpo di Katrina, non mi restava che dedicarmi alle sue calzature. A mani vuote non potevo rimanere e di certo non me ne sarei andato così.




Per prima cosa mi misi ad osservare con cura le scarpette che avevo di fronte.



Accertatomi come non provenisse alcun rumore dalle stanze dei ragazzi, presi una ballerina in mano per controllarne la suola. Questa sembrava ancora in buone condizioni, liscia ma non usurata.




Non volendo usare il flash mi spostai verso la fonte di luce, una stufetta che mi avevano lasciato in salotto. Qui immortalai nuovamente le ballerine di Katrina, un’ultima volta prima di spassarmela con loro. Infatti da li presi a masturbarmi con quelle calzature, soffici e accoglienti. Pensando ai piedi della ragazza, al suo corpo che avrei voluto palpeggiare con passione, riversai dopo alcuni minuti il mio intero piacere nella soletta interna della ballerina sinistra.



Dopo aver sborrato la scarpetta la rimisi a terra per fotografarne il risultato.




Come potete notare dagli scorci particolari qua sopra, il quantitativo di sperma rilasciato era di tutto rispetto ma pensandoci bene mi resi conto come non avrei potuto rimettere quella ballerina al suo posto in quelle condizioni. La sborra bianca era troppo visibile a contrasto con la soletta interna nera della scarpa. Per tale motivo non mi rimase che sistemare in qualche modo quanto fatto.



Con un fazzoletto di carta mi misi a spalmare lo sperma nelle parti interne della ballerina in modo che se ne impregnasse tutta quanta. A quel punto, lasciata come in fotografia, riposi la scarpetta sotto al calorifero ove l’avevo trovata. Confidai come sino all’indomani il mio liquido seminale si sarebbe assorbito in maniera completa così che Katrina quando le avrebbe riprese non si sarebbe accorta di nulla.


Fine.