Un weekend di parecchi anni fa
fui invitato a cena da una ragazza che frequentavo da poco ma che avrei voluto
diventasse presto la mia fidanzata tanto era carina. Facemmo un giro nel centro
del paese durante il pomeriggio e sebbene fosse inverno, Katrina, questo il
nome della fanciulla, non indossava nessun invitante paio di stivali ai piedi.
Al loro posto aveva delle ballerine nere caratterizzate da un fiocco apposto
sulla punta. Giunti a casa, dopo aver ordinato una pizza e averla consumata, ci
spostammo sul divano a guardare un film. Già pregustavo il momento di infilare
le mie mani sotto al maglione della ragazza, per spogliarla e potermi divertire
con la sua quarta di seno, quando purtroppo fummo interrotti dall’arrivo del
fratello di Katrina. Questi era in compagnia della fidanzata e sicuramente il
loro scopo non era quello di partecipare ad un orgia bensì di mettere i bastoni
tra le ruote alla sorella e al sottoscritto. Mi capitò infatti di incrociare
spesso lo sguardo con lui e ogni volta che lo facevo era come se mi stesse
mandando un messaggio: “la mia sorellina non la tocchi”. Così ad un tratto, con
il pene che ormai mi si era ammosciato nei jeans, feci un salto in cucina per
prendere da bere. Mentre sorseggiavo la mia birra pregavo che quei guastafeste
se ne andassero per lasciarci un po’ di intimità ma questo non accadde e la
serata finì con un collassamento collettivo sul divano. Siccome era tardi e
avendo comunque la guardia del corpo del fratello in casa, mi permisero di
rimanere a dormire sul divano mentre ovviamente Katrina si ritirava nella sua
camera da letto. Dopo un’oretta che ci eravamo salutati con la buonanotte mi
alzai dal divano per andare a recuperare le ballerine di Katrina che avevo
visto essere state lasciate dalla stessa sotto ad un calorifero nei pressi del
corridoio d’ingresso.
Visto che non avevo potuto
maneggiare il seno e il resto del corpo di Katrina, non mi restava che
dedicarmi alle sue calzature. A mani vuote non potevo rimanere e di certo non
me ne sarei andato così.
Per prima cosa mi misi ad
osservare con cura le scarpette che avevo di fronte.
Accertatomi come non
provenisse alcun rumore dalle stanze dei ragazzi, presi una ballerina in mano
per controllarne la suola. Questa sembrava ancora in buone condizioni, liscia
ma non usurata.
Non volendo usare il flash mi
spostai verso la fonte di luce, una stufetta che mi avevano lasciato in
salotto. Qui immortalai nuovamente le ballerine di Katrina, un’ultima volta
prima di spassarmela con loro. Infatti da li presi a masturbarmi con quelle
calzature, soffici e accoglienti. Pensando ai piedi della ragazza, al suo corpo
che avrei voluto palpeggiare con passione, riversai dopo alcuni minuti il mio
intero piacere nella soletta interna della ballerina sinistra.
Dopo aver sborrato la
scarpetta la rimisi a terra per fotografarne il risultato.
Come potete notare dagli
scorci particolari qua sopra, il quantitativo di sperma rilasciato era di tutto
rispetto ma pensandoci bene mi resi conto come non avrei potuto rimettere
quella ballerina al suo posto in quelle condizioni. La sborra bianca era troppo
visibile a contrasto con la soletta interna nera della scarpa. Per tale motivo
non mi rimase che sistemare in qualche modo quanto fatto.
Con un fazzoletto di carta mi
misi a spalmare lo sperma nelle parti interne della ballerina in modo che se ne
impregnasse tutta quanta. A quel punto, lasciata come in fotografia, riposi la
scarpetta sotto al calorifero ove l’avevo trovata. Confidai come sino
all’indomani il mio liquido seminale si sarebbe assorbito in maniera completa
così che Katrina quando le avrebbe riprese non si sarebbe accorta di nulla.
Fine.