martedì 8 marzo 2022

DISPOSTA A TUTTO PER UN LAVORO

Rimasi a bocca aperta quando raggiunto il semaforo dell’incrocio che dovevo attraversare la vidi.




Tirai fuori immediatamente la mia fotocamera cominciando a riprenderla. Si trattava di una bella figa con indosso un vestitino e degli stivali col tacco davvero sexy.





Eravamo in tre oltre a lei presso quell’intersezione stradale e non ci fu uno di noi che non le diede una squadrata da capo a piedi. Come si poteva non farlo visto il suo abbigliamento provocante.



Mi posizionai subito alle sue spalle per godermi quel ben di dio.




Da quella posizione fui in grado di capire come si trattasse di un paio di stivali scamosciati, di colore verde, con dei lacci in pelle nera che si avvolgevano intorno alle calzature. Il tacco penso pressappoco sarà stato lungo dai 5 a i 7 cm.



Al verde del semaforo la donna si mise in marcia.




Lungo le strisce pedonali che attraversavamo non distolsi un solo istante lo sguardo da quelle gambe nude e stivalate come penso fecero i conducenti e passeggeri delle autovetture ferme per il segnale di stop.




Non sembrava facile camminare con quei tacchi dal modo in cui ancheggiava. Quando arrivò il momento di salire sul marciapiede eccola allungare la gamba come potete vedere dall’ultima immagine.



Qui invece sollevai l’obbiettivo della macchina fotografica in modo da poterle riprendere il fondoschiena. Che culo che aveva. Davvero bello, alto e probabilmente bello sodo. Più riguardo queste immagini e riconosco come quel fondoschiena fosse un vero invito al palpeggiamento.




Più camminavo e il desiderio accresceva sia nella mia mente che parallelamente nei miei pantaloni. Mi faceva troppo sesso quella donna. E volete che non se ne rendesse conto? Credo proprio che andando in giro in quel modo sapesse bene di calamitare su di se ogni sguardo. Quante occhiate libidinose avrà ricevuto sulle sue gambe e sul suo culo quel giorno.




Sul cemento il tacchettio dei suoi tacchi rimbombava piacevolmente.



Cercai poi, avvicinandomi a lei di lato, di riprenderle le gambe da un’ulteriore angolatura.




Era davvero sexy, con delle gambe sinuose, un corpo da favola e vestita da vera porca.




La donna teneva pure una camminata sostenuta sebbene quei tacchi, infatti poco dopo raggiungemmo una coppia che passeggiava e lei non ci pensò su due volte a sorpassarli. Io decisi allora di rimanere un attimo indietro per cercare di carpire lo sguardo dei superati. Sebbene non sollevai abbastanza la fotocamera per riprendere il loro sguardo, ricordo bene come le loro teste si voltarono in direzione della giovane per osservarla. Non solo la squadrarono per bene ma sui loro volti comparirono delle espressioni di sbigottimento.



Cosa avrei dato per entrare nelle loro teste e apprendere i commenti o pensieri che riservarono a quella ragazza e al suo abbigliamento.




Temendo di perderla mi riportai nuovamente sotto nei pressi di un nuovo attraversamento pedonale.



Ecco un’ultima immagine ravvicinata delle gambe e stivali della giovane.




Infatti poco dopo, rincamminatasi lungo un nuovo marciapiede, cominciai a distanziarmi, visto che nel corso dell’ultimo avvicinamento, la giovane si voltò rischiando di sorprendermi circa quanto stavo facendo.




Ancora pochi passi e la donna poi salì a bordo di un’autovettura. Mentre mi allontanavo da lei pensavo a quale fosse stata la sua giornata. Mi convinsi che doveva essersi recata a fare alcuni colloqui di lavoro e per cercare di apparire più appetibile si era conciata in quel modo. Aveva assolutamente bisogno di trovare un lavoro e così aveva optato per quell’abbigliamento sexy. Probabilmente i fortunati che l’avranno sottoposta ai colloqui se la saranno mangiata con gli occhi e se sono stati abbastanza bravi hanno cercato di coinvolgerla in qualcosa di più. Mentre le facevano le rituali domande che si fanno in quel genere di incontri e mentre sfogliavano il suo curriculum vitae, probabilmente lanciavano occhiate alle sue gambe nude accavallate. Quindi ecco le solite reticenze, un passato di poca esperienza, l’età magari troppo avanzata ecc…. E così ormai disperata, all’ultimo colloquio, temendo di non ottenere il posto e ricevere l’ennesimo no, la giovane si è trovata costretta a proporsi, a rendersi disponibile in qualcosa di più. Il datore di lavoro chiamò la segretaria pregandola di non disturbarlo per la prossima mezz’ora e nel mentre la giovane già era in ginocchio ai suoi piedi intenta a slacciargli la cintura e calargli i pantaloni al pavimento. Quando dinnanzi a lei si mostrò il cazzo dell’uomo già in tiro ecco che non ci penso su due volte a leccarne l’asta e la cappella gonfia. Un po' di rodaggio e quindi lo accolse in bocca cominciando un bocchino da vera esperta. Gli spasmi di piacere dell’uomo la invogliarono a succhiare con maggior vigore. Se qualcuno fosse entrato in quel momento in ufficio avrebbe visto l’uomo stravaccato alla sua poltrona dietro la scrivania mentre una testa con dei capelli castano rossicci facevano capolino nell’andirivieni del pompino. “Come succhi bene…sei bravissima” le avrebbe ripetuto lui. Spinta dalla necessità di quel lavoro non aveva assolutamente voglia di fare brutta figura e così la giovane faceva del suo meglio per dare piacere a quello che sperava sarebbe diventato il suo datore di lavoro. Ancora un po' di succhiate e poi per l’uomo venne il momento di non trattenersi più e riversare tutto il suo sperma nella bocca della giovane senza avvisarla. Questa cercò di berne più che poteva ma la bocca si riempì in breve tempo e alcune gocce traboccarono inevitabilmente dalle sue labbra cadendole sulle ginocchia. Qualche colpo di tosse e venne per lei il momento di rialzarsi. Mentre il datore di lavoro si ricomponeva lei cercava un fazzoletto nella borsetta. Trovatolo si pulì la bocca e le cosce su cui era colato un po' di liquido. Fece per abbassarsi il vestitino che si era sollevato quando incontrò lo sguardo di lui. Gli sorrise aspettandosi qualche cenno ma nulla. “Grazie per essere venuta, ti farò sapere…” furono le parole dette dall’uomo con una certa freddezza. Si aspettava decisamente qualcosa di più ma non poteva farci niente. Ringraziò a sua volta prima di uscire, sentendosi una troia mentre passava dinnanzi alla segreteria che con il sorrisino beffardo che aveva sembrava volerla deridere. Con in bocca ancora il sapore dello sperma appena trangugiato si mise in cammino verso la sua autovettura. Forse quando si accorse di me alle sue spalle pensò come anche io bramassi per averla e come l’avrei giudicata una troia per il suo abbigliamento. A quel punto lei pensò che non avevo tutti i torti e che troia lo era stata davvero quel giorno.  

 

 

Fine.