domenica 5 giugno 2022

WHAT WOMEN WANT

Trovai questi stivali nella scarpiera di casa di un amico. Ero da lui insieme ad altri ragazzi, invitati per un post cena a base di svariate partite di poker “Texas Hold’em” vista l’assenza dei suoi genitori.




Conoscevo la madre del padrone di casa, una bella donna e quindi fui spinto ad aprire quell’armadio con una certa speranza quando me lo ritrovai davanti. Appena li vidi li presi e li portai subito con me in bagno.




Erano stivali in pelle, di colore nero, con una zip laterale e un tacco a spillo davvero aggressivo. Più li ammiravo e rigiravo tra le mani mi convincevo sempre più come fossero da vera troia.



Immortalai questo particolare del tacco, chiedendomi tra me quante volte fosse sprofondato in qualche terreno o come doveva essere veemente e deciso il rumore che provocava battendo contro un pavimento.



Quindi aprii la zip lungo il gambale immaginando quanto fosse porca la madre del mio amico ad indossarli magari indossando una bella calza velata.



Poi venne il momento di controllare la soletta interna in cui ci trovai incisa la scritta “What Women Want”. La prima cosa che mi venne in mente, ammetto fu il film interpretato da Mel Gibson, ma poi ovviamente pensai ad altro. Non pretendo di sapere cosa vogliano le donne ma sicuramente, la madre del mio amico, calzando queste calzature, l’unica cosa che pensai volesse fosse un bel cazzo.  




Scattai altre fotografie mentre il cazzo mi si drizzava nei pantaloni.




Sia la suola che il tacco comunque apparivano usurati e ciò mi faceva pensare come la donna fosse affezionata a queste calzature, avendole sia usate spesso che deciso di tenerle ancora riposte nella scarpiera e non disfarsene.



Sebbene me la stessi prendendo comoda visto che ero stato subito estromesso dall’ultima partita, decisi come fosse venuto il momento di divertirsi un po'.



Appoggiai gli stivali sul bidet per un’ultima foto assieme e quindi, dopo essermelo tirato fuori, presi a masturbarmi, pensando alla madre del mio amico scopata a pecora, nuda con solo questi stivali indosso.



Trattenendo i grugniti animaleschi ma non riuscendo a non apostrofarla come una puttana, riversai il mio sperma all’interno dello stivale.



Quegli stivali da troia mi avevano eccitato come un vero porco. Ero soddisfatto del risultato ma amareggiato che la proprietaria non vi avesse potuto assistere perché credo non le sarebbe dispiaciuto.



Siccome dovevo ancora orinare e questi stivali avevano anche un non so che di fetish, potete immaginare cosa feci poco dopo con lo stivale sinistro che posizionai come potete notare all’interno del wc.




Puntato il pene sugli stivali iniziai poco dopo a fare fuoco con un forte getto di urina.



Mi spostavo da destra verso sinistra e viceversa.




Non volevo che nemmeno una goccia mancasse di colpire l’interno di quella calzatura. Volevo inondarle lo stivale di piscio caldo perché era quello che si meritava.




Qui potete vedere anche quando misi maggior pressione spingendo forte il getto contro lo stivale. Era così forte che notai come intorno al gabinetto, sul pavimento si andassero a depositare le gocce dell’urina che sbatteva sulla pelle della scarpa.




Poi, dopo poco il getto ebbe fine.




Avevo terminato il mio doppio lavoretto. Entrambi gli stivali avevano ricevuto una bella dose di liquido. Mi ero proprio divertito ma ora dovevo rimettere quelle calzature al loro posto. Mentre quella riempita con lo sperma la riposi in quello stato, non posso dire altrettanto per l’altra che dovetti quantomeno svuotarne il contenuto nel gabinetto perché ne era fin troppo piena. Tuttavia le lasciai così all’interno della scarpiera sperando da un lato che la madre del mio amico se ne sarebbe accorta. Alla fine avrebbe dovuto aspettarselo perché questo era quello che si meritavano i suoi stivali e probabilmente anche lei.   

 

 

Fine.