giovedì 9 dicembre 2021

ALTRO CHE YOGA. 06 - Lo sfogo di Mirella

I giorni passavano senza che avessi notizie da parte di Mirella. La ragazza non mi contattava e io mi rodevo di questo. Volevo assolutamente sapere come avesse reagito dopo aver trovato i suoi stivali completamente sborrati. Tuttavia non volevo espormi, non volevo fare il primo passo per paura che la mia amica potesse incolparmi o semplicemente sospettarmi per quanto accadutole. Lasciai trascorre una settimana e poi un’altra ancora ma alla fine decisi di fare io la mossa. Le mandai così un semplice messaggio chiedendole come stava. Lei mi rispose dopo pochi minuti come andasse tutto bene. Le dissi allora come non la vedessi da un po' di tempo e poi che volevo andare a lezione di yoga sentendomi un po' stressato per via delle prove per gli esami. Fu allora che Mirella mi rispose come fosse da un paio di settimane che aveva smesso di andarci. La incalzai subito chiedendole il motivo e lei cercò di essere vaga nella risposta, spiegandomi come fosse stata vittima di uno scherzo di cattivo gusto. Ovviamente non potevo mollare ma continuai a chiedere così che Mirella fu costretta a dirmi quello che volevo sentire ovvero che al termine dell’ultima lezione, una volta cambiatasi, al momento di calzare gli stivali ne aveva trovato uno imbrattato, come se ci avessero spruzzato sopra qualcosa. Speravo che la mia amica usasse il termine giusto, ovvero sborra o sperma, ma preferì non farlo, credo per vergogna, perché credo comunque avesse capito di cosa si trattasse. Io allora cercai di sminuire la cosa dicendole che magari si trattava di qualcosa che ci era caduto sopra, magari qualcosa usato da qualche sua compagna di corso ma la giovane disse che era certa come così non fosse perché era troppo evidente, non era assolutamente casuale ma voluto. Le chiesi se avesse litigato con qualcuna delle sue compagne e lei mi rispose di no e che comunque escludeva fosse stata una donna. Col sorriso sul volto le chiesi come mai ne fosse così sicura e Mirella prima di rispondermi mi pregò di non ridere e soprattutto di tenerlo per me. Mentre le rispondevo che di me si poteva fidare avevo il pene che mi si era indurito tra le gambe. È stato un ragazzo perché quello che mi ha lasciato sullo stivale era sperma, queste furono le parole che mi scrisse. Senza pudore me li tirai fuori dai pantaloni e presi a masturbarmi. Le risposi se mi stava prendendo in giro ma lei mi disse di no, aggiungendo come sullo stivale avesse trovato vari schizzi bianchi e densi che poi le erano colati sulla calzatura. A quel punto mi mostrai addolorato per quanto accadutole e le chiesi se avesse dei sospetti su chi potesse essere stato. Lei mi rispose che non ne aveva idea ma che dopo quanto accadutole aveva deciso di non andare più a lezione di yoga. Le chiesi allora se avesse buttato gli stivali ma lei mi rispose come sebbene avesse smesso di metterli ancora non lo aveva fatto. Chiedere una immagine delle sue calzature imbrattate mi avrebbe reso troppo sospettabile e così le feci un’altra proposta. Le proposi di andare un’ultima volta a lezione indossando gli stivali. Io l’avrei accompagnata e avrei vigilato sull’eventuale accesso allo spogliatoio da parte di qualche ragazzo così da scoprire il colpevole. Purtroppo Mirella mi ripose come non ne aveva interesse e volesse semplicemente mettersi alle spalle questo spiacevole episodio. L’assecondai dicendole che forse si era la cosa migliore da fare. Ci lasciammo così, lei con il suo dispiacere ed io a farmi una sega. Alcuni giorni dopo, con mia grandissima sorpresa, ricevetti un messaggio dalla ragazza con cui mi chiedeva se ero ancora interessato a farle da spalla alla lezione di yoga per scoprire il feticista che le aveva schizzato lo stivale. Ovviamente le diedi la mia totale disponibilità, già pregustando quello che mi ero prefissato, ovvero avere la possibilità di osservare come avevo ridotto lo stivale. Incontrata per strada la salutai e poi mi misi a guardarle gli stivali. Per sostenerla le dissi come non vedessi alcuna macchia e lei con un sorriso e dopo avermi ringraziato mi spiegò come col buio per fortuna non si vedevano ma con la luce purtroppo si. Ci incamminammo alla lezione di yoga pianificando quello che avremmo fatto. Mentre lei avrebbe seguito la lezione io mi sarei messo in una posizione defilata ma in grado di vedere chi sarebbe entrato nello spogliatoio. Convinto della bontà del piano, quando la lezione iniziò e rimasi quindi solo, fui io quello che entrò in quello spogliatoio.  



Mirella aveva lasciato gli stivali allo stesso posto di sempre.


 

Appena li presi in mano notai quello che prima purtroppo non ero riuscito a vedere.




Non credevo ai mie occhi, le macchie sullo stivale sinistro erano notevolissime, sia nei pressi della zip che della punta.




Vedere il mio sperma secco sugli stivali di Mirella mi stava eccitando tremendamente. Pensavo a lei che li aveva toccati ed indossati nonché guardati magari più di una volta dentro casa chiedendosi cosa fare di loro.




Non avrei mai immaginato che li avrei potuto ridurre in quel modo. Erano davvero uno spettacolo.




Volsi a quel punto la mia attenzione sull’interno degli stivali.




Anche qui non si scherzava per nulla, le tracce di sperma secco erano ben visibili. Mirella probabilmente non me ne aveva parlato perché se ne vergognava, non credo perché non se ne fosse accorta perché francamente era impossibile non accorgersene.




Anche l’odore era davvero forte e pure questo era impossibile da non sentire.




Come avrei voluto dirle dell’odore e delle macchie che avevo notato all’interno delle sue calzature ma purtroppo non potevo farlo perché lei non sapeva che io in quel momento stavo analizzando i suoi stivali.



Ero super eccitato per quella situazione che stavo vivendo, per l’odore degli stivali, le macchie di sperma che li marchiavano. Sebbene non l’avessi programmato, non potei fare a meno di masturbarmi per l’ultima volta negli stivali di Mirella.




Una volta al limite, prossimo all’orgasmo infilai il mio cazzo nello stivale, attraverso il buco aperto grazie alla zip laterale.




Depositai così il mio piacere sulla soletta interna, grugnendo come un porco.



Questa volta non potevo lasciarle quella pozza di sperma negli stivali e così dovetti dargli una pulita. Non eliminai tutto il liquido ma la maggior parte si. Quindi tornai al mio posto e attesi la fine della lezione. Quando Mirella uscì le feci un cenno con la testa per confermarle come tutto fosse a posto. Una volta cambiatasi uscimmo insieme dal palazzo. Subito le dissi come nessuno si fosse avvicinato allo spogliatoio e lei mi confermò di non aver percepito niente di strano sopra o dentro i suoi stivali. Le dissi come magari il pervertito non era venuto a lezione e che avremmo potuto riproporre la cosa ma lei mi riferì che ne aveva abbastanza. Un tentativo l’abbiamo fatto mi disse ma ora voglio solo togliermi questi stivali e buttarli aggiunse. Da un lato ero dispiaciuto perché non avrei più potuto divertirmi con quelle calzature, dall’altro pensavo al suo piedino leggermente bagnato del mio sperma e questo mi fece accettare meglio la cosa.

 

 

Fine.

ALTRO CHE YOGA. 05 - Schizzata incontrollata

Passò una settimana dopo la gitarella in treno che passai in trepidante attesa di tornare a far visita agli stivali di Mirella alla lezione di yoga. Averla vista con indosso la calzatura macchiata mi aveva fatto stare duro tutta la settimana. Ero carico, infoiato e volevo annusarle gli stivali. Ero curioso di sapere quale odore emanassero ora, se quello dello sperma fosse molto più vivo e mischiato a quello del sudore dei suoi piedi. E francamente avevo in mente anche dell’altro. Volevo schizzarle brutalmente gli stivali.




Entrato nuovamente di nascosto nello spogliatoio trovai quello che cercavo. Al posto di immortalarli come al solito, questa volta me li portai subito al naso assaporandone la puzza che emanavano. Rispetto alla prima volta ora avevano davvero un odore forte e come mi aspettavo era qualcosa di rancido, lo sperma mischiato al sudore. Scattai qualche fotografia all’interno delle calzature e poi mi misi a segarmi.




Super eccitato e con l’immenso desiderio di imbrattarle lo stivale che tenevo in mano, dopo alcuni minuti mi scaricai brutalmente sulla pelle esterna della scarpa. Rammento come fui incurante di essere scoperto. Se qualcuno fosse entrato in quel momento non avrei avuto via di scampo o alcuna scusa plausibile da utilizzare.



Ne feci davvero tanta come potete vedere. La maggior parte la depositai sul lato interno della calzatura, nei pressi della zip, confidando che quando Mirella avrebbe dovuto usarla, inevitabilmente sarebbe stata costretta a toccare con le sue dita il mio seme.



Quindi sbattei il cazzo sulla punta dello stivale depositando gli ultimi rimasugli della mia venuta proprio li. Venne infine il momento di riprendere quando fatto.




Dopo un sacco di fotografie dovetti riporre gli stivali al loro posto. Il dilemma che pervadeva la mia mente era quello se lasciarli in quello stato o pulirli. Mi immaginavo la scena di Mirella che li trovava così sborrati e rimaneva a bocca aperta. Era troppo eccitante immaginarla e al tempo stesso non avendo nulla da perdere decisi di fare così. I sospetti su di me li avevo sviati già da tempo. La mia amica non mi aveva detto nulla, nessun appunto o domanda strana durante i nostri incontri successivi. A parte una volta, ai suoi occhi non mi ero mai più presentato a yoga e alla fine, i suoi stivali li avevo già maltrattati abbastanza sia dentro che fuori. Era il momento di giocarsi il tutto per tutto. Ripetendomi come non avessi nulla da perdere confermai la mia decisione di rimetterli nell’armadietto in quello stato. Mirella avrebbe avuto una bella sorpresa. Questa volta però, dopo essere uscito dal palazzo, decisi di appostarmi nei paraggi perché volevo godermi la scena di quando anche la mia amica sarebbe uscita da li. Ero ansioso di vedere il suo viso per captare qualche sensazione. Non fu facile attendere al freddo ma ne valse la pena e comunque dentro di me avevo ancora un fuoco che mi manteneva caldo. Le ragazze e i pochi maschi del corso di yoga cominciarono ad uscire alla spicciolata. Di Mirella però nessuna traccia. Cosa stava succedendo, cosa la tratteneva. Quando questa fece finalmente capolino dal portone del condominio era sola e vedendola con gli stivali indosso capii che evidentemente aveva aspettato come tutti fossero andati via ed uscire per ultima, sicuramente per non mostrare a nessuno come erano stati ridotte le sue calzature. Li calzava e ci camminava per fare ritorno a casa. Sarebbe stato belle incontrarla, simulando un incontro casuale, per vedere se i suoi stivali fossero stati o meno puliti, ma era troppo rischioso e così mi limitai ad osservarla da lontano. Non potevo farmi notare. Mi chiedevo cosa dovesse aver provato nel vedere come glieli avevo ridotti. L’aveva fatto notare a qualcuno? Ne aveva parlato con l’insegnante? Conoscendo un po' Mirella penso proprio di no. Secondo me una volta trovati avrà fatto di tutto per evitare che le altre persone presenti nello spogliatoio se ne accorgessero. Ed ora stava tornandosene a casa chiedendosi perché e chi le aveva fatto quello.

 

 

continua…

ALTRO CHE YOGA. 04 - Di nuovo sul treno

Quando qualche giorno dopo la mia ultima scarica dentro lo stivale di Mirella, a scuola l’insegnante mi informò come saremmo nuovamente dovuti andare in treno con la classe della mia amica, fui entusiasta perché ero desideroso di rincontrarla sperando come avrebbe indossato i suoi stivali neri da tutti i giorni. Una volta in stazione, luogo ove ci dovevamo incontrare per la partenza, le mie speranze non furono deluse. La ragazza infatti indossava dei jeans e ai piedi gli immancabili stivali neri da me ormai più volte già battezzati. La spiavo da lontano ma quando salimmo sul treno la raggiunsi nella carrozza in cui stava fino a sedermici di fianco visto che il posto era libero.




Fu sorpresa nel vedermi ma non fece fatica ad invitarmi a sedere a fianco a lei. Così mentre chiacchieravo con lei, estrassi dalla mia tasca la fotocamera portandola di nascosto vicino alla mia caviglia, quella più vicina a Mirella cercando di riprendere le sue calzature.



Non riuscendo a vedere quello che stavo riprendendo feci davvero tantissimi video ma per fortuna avevo una memoria “sd” all’interno della macchinetta davvero capiente.




Posso dire comunque, riguardando queste immagini, come il risultato che mi ero preposto era stato raggiunto. Ero ben riuscito, infatti, ad immortalare la macchia di sperma secco che era ben visibile sullo stivale sinistro e che rispecchiava proprio una leggera colata dall’alto verso il basso.




Avevo il cazzo che mi esplodeva nei pantaloni. Mirella, infatti, non solo aveva gli stivali pieni di sperma seccato ma li stava indossando anche con una discreta macchietta ben visibile. Per carità, poteva sembrare sporco o qualcosa che le era schizzato sopra per strada ma io e forse anche qualche altro pervertito che avesse buttato l’occhio esperto ai suoi piedi se ne sarebbe accorto e avrebbe potuto capire di cosa invece si trattasse realmente.

 

 

continua…

ALTRO CHE YOGA. 03 - Altre due scariche

Ormai avevo preso una vera cotta per gli stivali di Mirella. Lei continuava ad indossarli e nel corso delle due settimane successive feci altre due capatine alla lezione di yoga. Tutto ciò aveva un che di strano perché non riuscivo a capire come mai mentre da un lato aveva fatto una faccia che tutto pareva fuorché essere contenta, dall’altra parte continuava a indossare quegli stivali a cui non risparmiavo i miei regalini di sperma.




Mentre di lei non avevo più notizie, da un lato ammetto come cercassi di evitarla, dall’altra non potevo fare a meno delle sue calzature.




Qualche breve fotografia e poi una nuova sborrata negli stivali, densa, bianca, calda ed accumulata nei pressi della soletta interna.




Sempre al loro posto li trovavo. Sempre in quell’armadio dentro quello spogliatoio, facile da raggiungere.



Erano diventati come una droga per me, non ne potevo fare a meno. Più il tempo passava, più li sborravo. E l’odore dei piedi di Mirella che continuava ad usarli, unito a quello della mia sborra facevano si che emanassero un odore sempre più rancido ma allo stesso tempo inebriante. In questa foto potete notare quanto fossi eccitato e così spinsi il mio cazzo dentro uno stivale grazie alla zip laterale. Mi segai come un forsennato cercando di spingere il cazzo più in fondo che potevo.



Anche questa volta al mio orgasmo riversai un mare di sborra nella punta dello stivale.




Ricordo che dovetti trattenermi al momento di venire, placare i miei grugniti. Spinsi il cazzo più dentro che potevo, volevo arrivare fino al fondo, fino alla punta dove si posavano le dita dei piedi della mia amica. Mentre schizzavo la pensavo, immaginandola quando diversi minuti dopo avrebbe ingenuamente infilato il suo piedino la dentro immergendolo in una pozza di sperma. Avrei voluto essere li per godermela ma purtroppo ciò non accadde.




Quando stavo rimettendo gli stivali al loro posto ecco che notai questa macchia sulla pelle esterna della calzatura. Non credevo ai miei occhi. Evidentemente l’accumulo era stato così forte che aveva avuto risvolti anche esternamente. Mentre mi allontanavo, dispiaciuto per non poter vedere la mia amica calzare i suoi stivali, mi chiedevo se la macchia si sarebbe fermata o si sarebbe ingrandita. Non sapevo che presto l’avrei scoperto comunque.

 

 

continua…