lunedì 6 settembre 2021

CANTANDO SOTTO LA PIOGGIA

Ero di buon umore, tanto da canticchiare sotto la pioggia che cadeva abbastanza copiosa. Lo fui ancora di più quando mi ritrovai alle spalle di una giovane con pantaloni scuri e stivaloni marroni.


Non indugiai e subito estrassi dalla tasca la mia inseparabile fotocamera con cui mi misi a immortalarle le calzature.



Quelli che avevo davanti ai miei occhi erano dei bellissimi stivali marroni, in pelle e alti tanto da coprire le ginocchia della loro proprietaria.



Si trattava di uno dei modelli che più mi piacciono e così mi affrettai a seguire la ragazza e starle anche piuttosto addosso, incurante di essere scoperto dovevo a tutti i costi immortalare meglio che potevo quegli stivali.



Ero preso dall’eccitazione, l’adrenalina a mille, il cuore che mi batteva forte nel petto. In più c’era la pioggia che non attenuava la sua discesa e maneggiare l’ombrello, la busta delle spesa e la fotocamera, tutti insieme, non era affatto facile.



La giovane fortunatamente non si era accorta minimamente di me e continuava nella sua camminata con un passo decisamente celere. Evidentemente aveva fretta o di andare da qualche parte o da levarsi dalla strada e dalle intemperie per non bagnare i suoi piedi e stivali.



Da questa immagine ebbi a posteriori la conferma come le calzature si fossero bagnate. Sarebbe stato bello chiedere alla ragazza se potesse dire altrettanto dei piedi che in esse aveva rinchiusi.


Vi erano anche delle macchie più scure sugli stivali rispetto al marrone, probabilmente dovute alla maggior concentrazione di umidità sulla pelle.



Lasciammo la strada principale poco dopo, portandoci su una viuzza del centro storico. Incontrammo pochissime persone e io le rimasi incollato ai piedi.



Che stivali favolosi. Più riguardo queste fotografie e più mi vengono pensieri perversi. Come avrei voluti prenderli per la caviglia e sfilarli, così da poterne percepire l’odore che da essi sarebbe emanato e capire realmente quanto fossero bagnati.


Ad un tratto cambiò strada ed io le ero così addosso che ci mancò proprio che si accorgesse di me.




Scampato il pericolo mi feci nuovamente sotto.



Prendemmo una stradina, una scorciatoia, parzialmente sterrata. Non era fango quello su cui camminavamo purtroppo ma della terra bella compatta, troppo per i miei gusti.



Durò poco ed eccoci infatti ritornare sull’asfalto. Almeno ci accolsero alcune pozzanghere e in una la ragazza ci mise in pieno il piede sinistro come potete osservare.



Come avrei voluto che quel casuale pedinamento non avesse avuto mai termine.



Davvero dei bellissimi stivali, ancor meglio ripresi da queste immagini fatte staccandomi un po' più da lei.



Chissà se indossava dei calzini, pensavo tra me. Beh, secondo me si, me li immaginavo di cotone bianco, classici, tutti umidi e bagnati, impregnati del forte odore di piedi e di stivali.



Qui fece un cambio repentino di strada, anzi, a dire il vero l’attraversò dandomi nessun preavviso. Riuscii comunque a riprendere quell’istante e ottenere queste due immagini laterali. Ebbi anche la fortuna di vederla in viso e devo ammettere come la giovane non fosse affatto male.



Ora lei sapeva di me, sapeva come fossi li, alle sue spalle. Ma questo non mi fermò e così mi feci nuovamente addosso, ancora più di prima per quanto fosse possibile.



C’era un parcheggio nei pressi e intuii come la ragazza si stesse dirigendo la e così pensai che anche se la ragazza si fosse voltata mi sarei defilato tra le macchine con la scusa di recuperare un mio fantomatico veicolo.




Ci avevo visto giusto, era entrata nel parcheggio e si stava avviando verso una macchina. Capii come quelli sarebbero stati gli ultimi momenti tra noi, non avrei mai più rivisto lei e i suoi stivali marroni. Cercai di godermeli più che potevo, pensando come sarebbe stato il massimo poterglieli sfilare ed annusare. Chissà magari a casa l’aspettava qualcuno che poi avrebbe messo in pratica i miei desideri.


Questa fu l’ultima immagine che fui in grado di immortalare. Mi allontanai da lei fischiettando, lasciandola salire a bordo della sua macchina rossa sgargiante, felice per averla incontrata e grato a lei per aver potuto riprendere i suoi bellissimi stivali in quella camminata bagnata.  

 

 

Fine.