E qui veniamo all’ultima volta
in cui vidi e maneggiai gli stivali di Veronica. Differentemente dalle scorse
volte, in questa occasione trovai gli stivali in un posto decisamente diverso
dal bagno in cui fino ad ora li avevo reperiti.
L’incontro in questo caso
avvenne per caso. Già dispiaciuto di non averli trovati nel bagno, scoprii per
caso, dovendo buttare la carta di una caramella, gli stivali all’interno del
cestino.
Sebbene fosse molto rischioso
decisi di scattare comunque qualche fotografia ad uno stivale, la cui suola si
era staccata mostrando cosa contenesse la parte che la teneva attaccata al
resto della calzatura.
Pure la punta non era messa
meglio. Come avevo ben ipotizzato la volta precedente in cui li vidi, la vita
di quegli stivali era ormai precaria. Veronica doveva aver deciso di
liberarsene e così li aveva gettati nell’immondizia. Con sommo rammarico,
sapendo come la ragazza non li avrebbe più utilizzati e quindi le mie
possibilità di sborrarglieli o comunque maneggiarli erano finite, decisi di
tornare dai miei amici decisamente rattristato.
Successivamente però, mentre
stavamo chiacchierando e sorseggiando un aperitivo fatto in casa, mi venne un’idea.
Prima di andare via, facendo notare come era divenuto impossibile gettare
qualcosa nel cestino, vista l’ingombrante presenza all’interno dello stesso
degli stivali di Veronica, mi proposi di portare con me il sacchetto
dell’immondizia mentre lasciavo la stanza coi miei amici. Le ragazze che
sicuramente non avevano voglia di scendere per farlo loro apprezzarono il mio
gesto di galanteria senza rimostranze di sorta.
Fu così che mentre camminavo
con il sacchetto della spazzatura, dopo essermi accomiatato dagli amici,
riflettendo su cosa fare con quegli stivali, vidi un furgone dotato di cesto
meccanico parcheggiato lungo la strada.
Afferrato il primo stivale e
presa la mira lo lanciai sul cestello pocanzi menzionato.
Assicuratomi come nessuno
stesse passando nei paraggi immortalai quanto fatto con la fotocamera. Forse
avrei potuto portarmi gli stivali a casa e masturbarmici ma ormai erano da
buttare e la loro proprietaria non li avrebbe più rimessi. Quindi, per
lasciarli in maniera anonima all’interno di un comune bidone della spazzatura,
preferii lasciarli dove nessuno si sarebbe mai aspettato di trovarli. Altresì,
magari avrebbero riscontrato l’interesse di chi li avrebbe trovati l’indomani.
Insomma, magari tra gli operai del furgone ci sarebbe stato un feticista o
comunque gli stessi si sarebbero potuti chiedere come quello stivale aveva
raggiunto il loro cestello e per qual motivo. Comunque vada, per qualche minuto
qualcuno ne avrebbe ancora parlato, nel bene o nel male.
Mosso dallo stesso proposito
che mi portò a lasciare lo stivale sul cestello del furgone, la seconda
calzatura decisi di abbandonarla in un parchetto pubblico, all’interno della
vaschetta di una fontana. Aperta l’acqua lasciai quest’ultima cadere sopra lo
stivale così da impregnarlo di liquido. Me ne andai per la mia strada dopo aver
fotografato anche questa situazione e pensando a chi, uomo, donna, giovane,
anziano, bambino, l’indomani col sole avrebbe assistito a quella scena e cosa
vi avrebbe pensato.
Fine.