lunedì 9 dicembre 2019

SCARPIERA A DISPOSIZIONE DEL CONDOMINIO


Non sono molto socievole, lo ammetto, tuttavia, conoscere nuova gente spesso può essere molto proficuo. Una sera, infatti, con un amico ci recammo da un ragazzo che non conoscevo. Scoprii quando giunsi a casa sua come abitasse in un condominio di case popolari. Nel momento di uscire dall’ascensore, sul pianerottolo vi erano due appartamenti. Mentre nei pressi di quello che varcai non vi era nulla, fuori dalla porta d’ingresso di quell’altro vi erano invece svariate scarpe riposte su una scarpiera.
Terminata la serata potete ovviamente immaginare come dopo essermi fatto riportare a casa decisi di tornare da solo in quel posto per prendermi cura di un paio di stivali che avevo notato.




Ebbi accesso al condominio grazie al portone la cui serratura risultava guasta. Presi questa volta le scale ed ecco la prima fotografia che immortalai quando mi trovai ad una sola rampa di scale dalla scarpiera.




Mi avvicinai prudentemente senza accendere alcuna luce. Al buio scattavo le fotografie stando attento a non fare troppo rumore. Come potete vedere sulla scarpiera vi erano diverse scarpe, soprattutto da ginnastica ma quello che mi interessava erano gli stivali.




Presi quindi uno stivale per guardarlo meglio. La pelle sembrava di buona fattura.




Dalle suole potei capire come fossero abbastanza usati e come la taglia fosse un 38. Tuttavia non emanavo all’olfatto un grande odore di sudato e\o di piedi bensì di pelle.




Non mi sentii sicuro nel masturbarmi con loro su quel pianerottolo, tuttavia non li avrei mai lasciati immacolati. Decisi così che ci avrei pisciato dentro.




Raggiunsi quindi l’ascensore ove avrei dato sfogo al mio perverso pensiero. Quindi mi slacciai i pantaloni e lo tirai di fuori.





In un attimo cominciai a riversare il mio liquido all’interno dello stivale che avevo prescelto per essere riempito.




Mi scaricai per bene, per poco meno di un minuto.





Mi misi a muovere un po’ lo stivale, percependone all’interno l’urina che ballava qua e la.




Volli a quel punto osservare il risultato. La pelle interna della calzatura era notevolmente macchiata.




Decisi poi di rimettere lo stivale accanto al suo coppio.




Scattai un’ultima fotografia per ricordo e me ne andai.  


Fine.

giovedì 7 novembre 2019

L'ABITO FA IL MONACO


Il proverbio recita l’abito non fa il monaco. Questo però non si può associare a Michela, una giovane sposina che ho avuto modo di conoscere un paio di anni fa. Giunsi a casa sua perché avevo bisogno di acquistare un prodotto da suo marito che a dir la verità nemmeno conoscevo. Pertanto, una volta avuto accesso alla loro cascina non avevo alcuna aspettativa. La trattativa con l’uomo si stava svolgendo normalmente ma quando face ingresso nel soggiorno la sua giovane sposa mi si illuminarono gli occhi e qualcosa si drizzò tra le mie gambe violentemente.




Michela era davvero una bella donna, con una faccia da vera porca e un fisico mozzafiato. Non riuscivo a credere che potesse essersi sposata con l’uomo con cui stavo discutendo. Lui era grezzo, piuttosto rude e certamente non affascinante, mentre lei sembrava angelica e porca allo stesso tempo. Tuttavia questi pensieri me li feci più tardi perché in quel momento avevo solo interesse a fare il piacione con lei e a immortalare le sue cosce, lasciate scoperte da un vestitino nero modestamente corto, fasciate da delle collant nere e dei favolosi stivali di pelle.




Quando ad un tratto mi diede le spalle, forse volutamente, potei anche beneficiare del ricamo presente sulle sue calze. Quella mise rendeva Michela davvero provocante. Rivedendo questa fotografia immagino una sola cosa, tirarmelo fuori e cominciare a menarmelo finché non arriverei a schizzarle le cosce velate dalle calze ricamate e gli stivali.




Eccola poco dopo assumere un’altra invitante posizione. Appoggiandosi con entrambe le mani al tavolo e parlandomi sorridendo sembrava volermi invitare a mettermi alle sue spalle per penetrarla a fondo. Forse sarebbe piaciuto pure al marito, chissà.




Il pianto del bambino nato da pochi mesi e il ritorno del marito con il prodotto che dovevo acquistare, alcuni minuti dopo fecero allontanare Michela da me. Tuttavia il desiderio di lei restava sempre insistente. Non volevo smettere di riprendere il suo corpo e le sue gambe. Ero letteralmente stregato da quella donna.




Fortunatamente alcuni istanti dopo Michela ebbe modo di ritornare, questa volta sedendosi al tavolo che avevo di fronte. Mi propose di accomodarmi ma preferii rimanere in piedi così da poterla filmare per bene.




Rivedere questo accavallamento di gambe mi manda nuovamente in confusione. Lo trovo davvero sexy e provocante.




Forse lei stessa voleva provocarmi assumendo questa posizione dinnanzi a me. Credo che fosse ben a conoscenza di quanto fosse seducente come donna, e indossando questo abbigliamento non avrebbe che potuto calamitare ogni attenzione su di se. Già, sono quasi convinto che amasse essere osservata e desiderata e probabilmente aveva capito che io me la stavo divorando proprio con lo sguardo.




Con quest’ultima fotografia potete vedere il risultato del suo accavallamento. Che dire se non: “che cosce da porca”. Sfido chiunque non sia un amante delle belle donne ad apprezzare queste cosce e a non desiderare di sfregarci sopra il proprio cazzo fino a macchiarle di densa crema bianca. Non so voi ma questo è quello che mi fanno pensare.
Purtroppo poco dopo la trattativa d’acquisto col marito ebbe termine e io mi dovetti congedare. Non rividi più le cosce di Michele che tanto mi avevano fatto eccitare ma venni a sapere diversi mesi dopo come la donna aveva lasciato il marito per un amante con cui aveva una tresca da diverso tempo. Evidentemente l’uomo non l’appagava come doveva e lei essendo una porca affamata di cazzo non era fatta per una normale routine familiare. Il suo aspetto dimostrava quindi in questo caso come Michela fosse davvero una troia a tutti gli effetti, nel vestire, nell’apparire e nel suo io interiore.


Fine.

giovedì 10 ottobre 2019

STIVALI DA BUTTARE


Quelli di cui sto per parlarvi sono gli stivali della sorella di una delle mie coinquiline, che venne a trascorre un weekend da noi.





Non volevo credere ai miei occhi quando mi imbattei in loro nel bagno. Al mio ritorno a casa, infatti, le ragazze stavano già a letto e così non ebbi nessun intralcio nel godermi quelle calzature.




Gli stivali apparivano davvero danneggiati, con pezzi di pelle che si staccavano dalla tomaia.




Ricordo come non dedicai molto tempo a loro perché in quel momento, dopo una lunga e faticosa giornata passata a studiare, non volevo che darmi piacere. Così mi abbassai i pantaloni e dopo aver appoggiato uno stivale sulla tavoletta del wc cominciai a masturbarmi.





Non mi ci volle molto tempo per iniziare a scaricarmi nello stivale.





Dopo un gocciolamento iniziale si fecero strada degli zampilli decisi.



Il risultato furono delle liquide pozzette depositatesi nella soletta interna.


Il giorno successivo ebbi nuovamente l’occasione di rimettere le mani sulle calzature di Chiara. Così infatti si chiamava la sorella della mia coinquilina a cui stringendo la mano e scambiando dei baci di rito sulle guance in segno di saluto avrei voluto farle i complimenti per gli stivali da buttare con cui mi ero segato la sera prima.



Questa volta volli dedicare maggior tempo alle calzature della ragazza. Così oltre a scrutarle con attenzione volli scattare qualche fotografia accurata, tale da mostrare la condizione in cui si trovavano, ovvero pessima.



Anche l’interno degli stivali seppe regalarmi forti emozioni. Infatti l’odore che fuoriusciva da essi era davvero forte. Chiara doveva averli usati molto e ciò mi comportò una nuova forte erezione.



Prima di masturbarmi però volli meglio approfondire le suole di quelle calzature. Il tacco era davvero malridotto come potete notare, per non parlare dei pezzi della tomaia che nei pressi del tallone apparivano rincollati, probabilmente opera di qualche calzolaio.



Più maneggiavo quegli stivali tra le mani e più mi accorgevo di quanto fossero in pessime condizioni. Erano proprio da buttare. La pellicina si staccava in più punti, lungo il collo della scarpa nonché nella punta.



Non potevo credere come Chiara potesse ancora usarli.


Ormai non ce la facevo più. Dovevo segarmi al più presto, completamente elettrizzato da quella situazione. Appoggiati gli stivali sul copri water non ci pensai due volte a masturbarmi.



Mi ci volle davvero poco per cominciare a venire su quegli stivali.



Le prime gocce caddero una dopo l’altra depositandosi sulla calzatura sinistra.



Man mano che sborravo e la pozzetta si andava ad ingrandire.



Quindi fui preda di alcuni schizzi incontrollati.



Diressi proprio questi verso lo stivale di destra imbrattandolo lungo il collo e all’altezza della caviglia.



Mi scaricai totalmente, in un orgasmo intenso e parecchio abbondante.



Ecco il risultato della sborrata sugli stivali di Chiara.



Gli stivali della ragazza avevano ricevuto un bel servizietto, sia dentro che fuori. Se avessi potuto darle un consiglio, avrei detto a Chiara come ora avrebbe potuto finalmente liberarsi di loro.


Fine.