martedì 12 febbraio 2019

IL FASCINO DEGLI STIVALI BIANCHI. 01 - Gli Stivali di Giulia

Ci sono tanti tipi di stivali, con tacco o senza, alti o bassi, in pelle o scamosciati, e anche di diversi colori. Credo che però il fascino di uno stivale di colore bianco sia particolare, non saprei spiegarmelo ma ho sempre considerato lo stivale bianco uno stivale da troia e mi ha sempre affascinato ed eccitato particolarmente. Innanzitutto perché a differenza di altri colori, gli stivali di colore bianco saltano immediatamente all’occhio, calamitano subito lo sguardo di chi li vede. Poi mi hanno sempre dato l’idea che chi li indossasse volesse richiamare l’attenzione su di se e su di loro. Qualche anno fa, lo stivale bianco visse un periodo particolarmente felice, in cui veniva usato molto soprattutto dalle giovani. Qualcuna di loro, forse tra le più audaci ebbero modo di sfoggiarli non solo al sabato sera nei locali o in discoteca ma persino a scuola. Una di queste ragazze ebbi la fortuna di conoscerla sebbene non frequentassimo la stessa classe al liceo. Si trattava di una bella biondina di nome Giulia, molto magra, forse fin troppo, scarsa di seno ma con un bel culetto sodo. Ricordo ancora la prima volta che durante una classica pausa lunga della mattinata scolastica la vidi nel cortile della scuola, intenta a fumare una sigaretta di nascosto, calzando ai piedi un paio di stivali bianchi. Caspita: “che troia!”, pensai subito guardandola mentre l’uccello mi cresceva nei pantaloni. Iniziai così a fantasticare su quella ragazza e sui suoi stivali che tanto avrei voluto avere tra le mani. Beh, più i giorni passavano e più cercavo di vedere Giulia nel cortile o tra i corridoi della scuola. Ormai era diventata un’ossessione. Così, pensando a come poter raggiungere il mio obbiettivo mi documentai sulle lezioni che avrebbe svolto la ragazza settimanalmente, concentrandomi su quelle di educazione fisica. Già, il mio piano era semplice, scoprire in quali giorni la ragazza avrebbe seguito il predetto insegnamento, appurare se in quel caso avrebbe indossato gli stivali bianchi e raggiungere quindi lo spogliatoio femminile sperando di trovare le calzature che la stessa si sarebbe tolta.



Fu così che una mattina, tutto andò come mi ero prefissato. Vidi la ragazza incamminarsi in compagnia di alcune compagne verso la palestra della scuola che si trovava distaccata dall’edificio in cui insistevano le aule. Indossava ovviamente gli stivali bianchi che tanto desideravo. In classe, aspettando il momento di recarmi in palestra, fremevo dal desiderio e così dopo circa una mezz’oretta, con la scusa di andare in segreteria per chiedere qualcosa, lasciai celermente la classe con il cuore che mi batteva forte. Fortunatamente nello spogliatoio non c’era nessuno come lungo il tragitto in cui non incontrai alcuna persona. Così, individuati subito gli stivali di Giulia, ne afferrai uno e mi diressi quindi dentro un gabinetto. Chiusa la porta alle mie spalle fui in grado di concentrarmi su quelle calzature.


Come si può vedere dalle foto si trattava di stivali bianchi caratterizzati da una pelle arricciata lungo il gambale. La suola era dotata invece di un minuscolo tacchetto. Con me avevo una macchina fotografica con la quali immortalai gli stivali. Era la prima volta che mi intrufolavo nello spogliatoio delle ragazze a scuola e temevo come potessi essere scoperto da un momento all’altro, così feci tutto con estrema fretta e confusione. Tuttavia, non sarei potuto andare via da li senza rendere onore a quelle calzature.



Il desiderio vinse sulla paura, così, una volta appoggiata la macchina fotografica sul porta carta igienica, presi a masturbarmi.



Mentre con la mano destra mi segavo, con la sinistra stringevo e accarezzavo la morbida pelle dello stivale.



Quindi decisi di tirarmi fuori il pene per poi sfregarlo sulla morbida pelle della calzatura che impugnavo.



Avendo infilato il braccio sinistro nello stivale potevo rigirarlo a mio piacimento mentre non interrompevo la masturbazione.


Cercavo di far più in fretta possibile perché temevo di poter essere interrotto da un momento all’altro.



Poco dopo, infatti, non resistendo più cominciai a schizzare sullo tallone dello stivale. Sebbene la qualità delle immagini non sia eccelsa si può notare le striature lasciate dal mio sperma.



Diedi infine una veloce occhiata a quanto fatto avvicinando la fotocamera. Dopodiché felice per aver macchiato gli stivali della ragazza, riportai questi ultimi al loro posto negli spogliatoi. Ero indeciso se pulirli o meno ma, visto come lo sperma non si potesse vedere se non proprio da vicino e come comunque il quantitativo rimasto sulla calzature non fosse troppo consistente, decisi di non pulirli e lasciarli com’erano, sperando che Giulia non se ne accorgesse.
E così fortunatamente fu. Infatti, più tardi, alla classica pausa lunga delle lezioni alle 10:30, vidi la ragazza in cortile, parlando con alcune compagne e calzando i suoi stivali sborrati come se nulla fosse. Chissà se si era accorta dello sperma. Chissà se li aveva puliti nel caso se ne fosse accorta o magari aveva fatto finta di niente. Purtroppo erano domande che mi frullavano per la testa ma a cui non avrei avuto risposta alcuna.


continua…

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