Mi stavo recando al paese di
lei per un incontro, qualcosa di tranquillo, una passeggiata e due chiacchiere.
Ci eravamo appena conosciuti in università e quindi reciprocamente sapevamo poco l’uno dell’altra. Si trattava di una ragazza spigliata, semplice e solare
per quello che avevo avuto modo di capire nei primi istanti che l’ho
conosciuta. Inoltre in un paio di lezioni le avevo visto ai piedi degli stivali
carini e quindi confidavo di rivederglieli anche in questa occasione.
Quando la vidi da lontano,
nella piazzetta in cui avevamo fissato l’appuntamento, notai come calzasse
proprio le calzature di cui ho fatto menzione sopra. Estrassi quindi il
telefono e approfittando della sua posizione le scattai questa fotografia.
Non starò qui a tediarvi con
l’approccio e le consuetudinarie frasi di rito pertanto, andando subito al
sodo, ecco le sue gambe stivalate che ho avuto modo di immortalare mentre ci
siamo incamminati.
Era entusiasta di volermi
mostrare la sua cittadina e quindi si mise a guidarmi con un buon passo.
Ebbe così l’opportunità di
godermi i suoi stivali da dietro.
Non riuscivo a decidermi se
fossero neri o grigi scuro. Avevano comunque uno spacchetto a V nella parte
superiore, in similpelle e dotati di un bel tacco squadrato.
Su quel pavimento piastrellato
rimbombavano anche abbastanza, tanto da impedirmi di distoglierne lo sguardo.
Devo dire che l’incontro era
partito col piede giusto.
Non potevo rimanere troppo
indietro, lo sapevo bene, tuttavia mi era difficile interrompere quanto stavo
facendo.
I suoi stivali e la sua camminata mi avevano stregato.
Ecco l’ultima immagine
scattata percorrendo quel tragitto obbligato.
Queste nuove immagini invece
le feci nel nuovo spazio in cui arrivammo.
Mentre lei era così eccitata
dal suo paese, indicandomi monumenti e palazzi storici, io lo ero dalle sue
gambe da cui non riuscivo a distogliere i miei occhi.
Alternavo momenti in cui quasi
rimanevo indietro ad altri in cui le ero praticamente addosso.
Eccoli qua, invece, visti
frontalmente.
E poi lateralmente.
Col telefono sempre in mano,
cercando di far finta di niente, non smettevo di riprenderla.
Mi stava facendo una testa con
la storia della sua città ma dovevo tenerle il gioco per poter continuare a
riprendere le sue calzature.
Quanto avrei voluto
sfilarglieli.
Era davvero accattivante.
Forse avrebbe potuto mettersi dei collant al posto di quei pantaloni però
meritava.
Qui si possono vedere meglio
grazie anche ad un poco di zoom.
Non crediate che queste
fotografie siano state scattate senza pause. Ho detto che la ragazza parlava un
sacco e molto spesso ho dovuto camminarle di fianco e rivolgermi a lei per non
apparire uno strambo che stesse solamente alle sue spalle. Però nel corso
dell’intera passeggiata, fortunatamente ho avuto moltissime occasioni di
mettermi dietro di lei e immortalare gambe e stivali.
Qui potete notarla un po' più
distante da me, quando decise di levarsi il giaccone perché effettivamente era
esagerato vista la temperatura mite.
Le persone attorno a noi
cominciavano ad aumentare e questo non faceva che essermi d’aiuto.
Anche quando mi trovai a
passarle davanti non persi occasione di riprenderla voltando lo schermo del
telefono.
Qui le ero molto vicino.
Guardando le fotografie mi
sembra di poterli toccare.
Ero così ingrifato e
determinato che non ormai volli smettere di catturare i suoi stivali anche
quando stava camminando al mio fianco.
Il fatto che fino a quel
momento fosse andato tutto bene, senza che lei se ne accorgesse, mi era di
sprono.
Arrivammo poco dopo in un
viale ove stazionavano delle bancarelle.
Ovviamente io mi posizionai
dietro di lei.
Mi alternavo però anche al suo
fianco. Non volevo farmi mancare niente. Guardavo la mercanzia esposta solo per
depistarla.
L’unica cosa che infatti mi interessava erano le sue calzature.
Era l’unica che notai quel giorno calzare stivali.
Chissà se calamitò anche
l’attenzione di qualcun altro.
Guardando queste foto scattate
da distante mi chiedo se veramente non si fosse mai accorta di nulla.
Attraversammo poi in un viale
in cui c’erano molte persone.
Solo allora il rumore dei
tacchi dei suoi stivali non si udii più così chiaramente.
Più il tempo passava e più
cresceva in me il desiderio di voler mettere le mani su quegli stivali.
Dovevo trovare il modo di farmi invitare a casa sua.
Chissà che cosa calpestò in questa occasione.
Queste sono tra le ultime immagini che immortalai.
Decisi infatti come avessi
materiale a sufficienza. Ora dovevo lavorarmela bene, in modo da poter mettere
le mani e non solo su quelle calzature.
continua…
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