Stavo quasi sempre a debita
distanza da lei. Temevo di avvicinarmi perché era sempre accompagnata da altre
ragazze. Un giorno però, nuovamente stregato dal suo abbigliamento, all’uscita dell’università
decisi di seguirla per le vie del centro.
Aveva piovuto e l’asfalto era ancora umido. Pensavo come fosse affascinante mentre estratta la fotocamera mi misi a riprenderla.
Gli stivali che indossava
dovevano avere un piccolo tacco perché il rimbombo di questi risuonava per la
strada calamitando ancora maggior attenzione su di lei.
La gonna che indossava era
discretamente aderente e non si poteva fare a meno di guardarla visto che la
giovane sculettava con decisione. Nello starle dietro mi faceva pensare come lo
stesse facendo apposta. Era come se avessi l’impressione che quel movimento
così accentuato fosse fatto volontariamente e ciò contribuiva ancora di più a mandarmi
su di giri.
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