Dopo essere stato
riaccompagnato da Cris a casa, incominciai già a ripensare a quanto fatto
quella sera e soprattutto a programmare una nuova visita al palazzetto dello
sporto e specialmente agli stivali di Zaira. Fu così che la volta successiva
che incontrai il mio amico, cercai di informarmi sui giorni in cui la sorella
svolgeva i suoi allenamenti di volley. Così, il primo giorno disponibile, mi
recai nuovamente alla palestra, più o meno allo stesso orario della volta
precedente. Mi intrufolai nuovamente negli spogliatoi, anche questa volta privi di sorveglianza, per ritrovarmi con gli stivali della sorella di Cris.
La prima cosa che feci dopo
aver preso gli stivali e averli portati nel bagno fu di guardare al loro
interno. Non mi aspettavo di vedere delle tracce così marcate come quelle che
potete vedere nelle immagini seguenti.
Il gambale interno dello
stivale in cui avevo schizzato il mio sperma la volta scorsa, ora era
chiaramente segnato da delle macchie gialle, ben visibili a contrasto con il
colore nero della pelle interna. Lo sperma che avevo riversato dentro quella
calzatura si era asciugato e aveva assunto quel colorito così evidente.
A quel punto, volendo scattare
qualche altra nuova fotografia, presi lo stivale destro e lo appoggiai sulla
cassetta attaccata al muro.
Quindi mi misi a visionarne
l’interno. Era immacolato, pulito, proprio come l’altro prima che lo
impregnassi della mia sborra. Le mie intenzioni erano chiare, volevo
masturbarmi nuovamente e questa volta facendolo in questo stivale pulito.
Tuttavia le cose non andarono come avrei voluto. Fui scosso da un rumore che
sentii provenire dallo spogliatoio. Preoccupato di venire scoperto rimasi in
silenzio, congelato dalla paura. Rimasi in attesa per alcuni minuti, cercando
di capire se nello spogliatoio fosse giunto qualcuno. Preoccupato dalla
situazione ritenni come non fosse più il caso di masturbarmi. Così, decisi di evitare
di segarmi ma non potendomene andare lasciando quello stivale immacolato,
decisi di lasciargli comunque qualcosa dentro.
Dopo essermi posizionato sopra
la calzatura, lasciai che un grumo di saliva cadesse dalla mia bocca dentro lo
stivale.
Quindi venne il momento di un
secondo sputo.
Infine un terzo grumo di
saliva raggiunse i precedenti.
Ecco il risultato di quella
colata di saliva. Il liquido si era accumulato sulla soletta interna.
Ovviamente non avrebbe avuto lo stesso effetto dello sperma, ovvero macchiare
la calzatura, ma almeno avrebbe bagnato il piedino della sua proprietaria
quando lo avrebbe infilato dopo l’allenamento.
Non pago di quanto fatto e
rassicurato dal non aver più udito alcun rumore provenire dallo spogliatoio
presi lo stivale sinistro e scattai qualche immagine del suo interno,
dall’alto, dopo averlo appoggiato sulla turca.
Anche in questo caso lasciai
cadere all’interno dello stivale un primo flusso di saliva.
A cui ne seguì un secondo.
E infine un terzo piccolo
grumo.
Compiaciuto del risultato
scattai una fotografia per meglio immortalare quanto fatto. Anche in questo
stivale ci sarebbe stata una buona dose di saliva per il piede di Zaira.
Mi misi così a muovere lo
stivale su e giù, in modo da far scorrere la saliva lungo la soletta interna
della calzatura. Dopodiché uscii dal bagno e riposi gli stivali da dove li
avevo presi. Con il cuore che mi batteva a mille lasciai il palazzetto.
Aspettai fuori dallo stesso per almeno un’ora, fino a quando Zaira non uscì
accompagnata dal padre. Notai come stesse parlando con lui animatamente e come
ai piedi non indossasse gli stivali bensì delle scarpe da ginnastica. Percepii
come avesse un’espressione cupa in volto, oserei dire arrabbiata. Pensai così
come probabilmente avesse indossato gli stivali, trovandoli bagnati
all’interno. A quel punto chissà come avrà reagito o detto dinnanzi alle
compagne di squadra. Poi, penso si sia asciugata i piedi se li avesse indossati
senza calzini o avrebbe cambiato le calze se le avesse portate. Avrebbe quindi
rimesso le scarpe da ginnastica poiché asciutte e messo gli stivali nella borsa
che portava con se a tracolla.
continua…
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