Era un
pomeriggio d’inverno qualsiasi ed io e Cris, un amico che avevo conosciuto
appena da un paio d’anni, ci trovavamo a cazzeggiare per le vie del paese. La
svolta a quella giornata la diede il padre di Cris, il quale gli telefonò per
comunicargli come a causa di un imprevisto non avrebbe potuto passare a
prendere la figlia e quindi se ne sarebbe dovuto occupare il fratello.
Scocciati per quella richiesta, non perché ci impedisse di far quello che
stavamo facendo, ovvero il nulla, ma semplicemente per averla ricevuta,
malvolentieri ci dirigemmo ove avremmo reperito la ragazza, ovvero un
palazzetto dello sport. Giunti in loco scoprii infatti come la ragazza giocasse
a pallavolo e in detta occasione stava svolgendo un allenamento. Fu facile per
entrambi liberarci della scontentezza che ci portavamo dietro, osservando i
fisici snelli e i sederi sodi e ben pronunciati dai pantaloncini aderenti delle
ragazze impegnate a giocare. La prima cosa che feci fu chiedere a Cris quale
fosse sua sorella per evitare qualche apprezzamento fuori luogo per la ragazza
sbagliata. Ricevuta la risposta, potemmo dedicarci all’attenta osservazione
dell’allenamento fin quando non ebbi bisogno di recarmi alla toilette per
eliminare qualche liquido in eccesso. Scesi le scale della tribuna non sapendo
bene dove andare e così cominciai a girovagare per i corridoi che mi si frapponevano
davanti. Fu così che per caso raggiunsi lo spogliatoio delle ragazze ove per
mia fortuna non c’era nessuno a vigilarlo. Non mi feci pregare e vi entrai
speranzoso di trovare un bel paio di stivali. La maggior parte delle calzature
che mi trovai dinnanzi erano scarpe da ginnastica ma vi erano anche tre paia di
stivali. Così, senza perdere tempo, scelsi il paio che più mi eccitava e dopo
averlo prelevato mi recai dentro un bagno.
Avevo scelto un paio di
stivali scamosciati marroni. Li appoggiai a terra e col mio telefonino presi a
scattare qualche immagine di quelle calzature.
Ad una prima vista apparivano
belli usati, con tracce di sporco su di essi.
Dopo averli immortalati ancora
una volta per terra, decisi di appoggiarli sulla turca presente nel bagno.
Non pago, decisi di sbizzarrirmi
con alcune altre foto artistiche, appoggiando lo stivale in maniera da essere
meglio fotografato.
N on smettevo di immortalare quegli stivali, un classico modello da tutti i giorni, semplice e molto in voga tra le ragazze.
Quindi passai a scrutare
l’interno degli stivali, rivestito da una pelle liscia, differente da quella
scamosciata presente all’esterno. Apparivano puliti, privi di macchie od usura
diversamente da fuori.
Venne poi il momento di
dedicarmi alle suole, chiaramente usurate come del resto i talloni la cui pelle
era parzialmente lacerata.
Separati dalla turca decisi
quale dei due stivali avrei usato, da li a breve, per masturbarmi.
Afferrai lo stivale sinistro e
presi a segarmici sopra col mio cazzo ormai in tiro da diversi minuti.
Quindi decisi di infilare una
mano dentro lo stivale sinistro e dopodiché usai proprio quella calzatura per masturbarmi.
Ricordo ancora come gli stivali fossero davvero morbidi al mio sfregamento.
Usando lo stivale come guanto
continuai a segarmi ferocemente.
Quando poi del liquido
pre-seminale cominciò ad uscire dalla mia cappella, creando dei filamenti
appiccicosi che andavano dal mio cazzo allo stivale, cercai di immortalarlo
come meglio potevo.
Ero troppo eccitato, e felice
di macchiare quelle calzature.
Depositai così gli stivali
sulla turca e mi apprestai a prepararmi a venire.
Ci volle poco per iniziare a
sborrare.
Sebbene in preda al forte
orgasmo ero concentratissimo su dove indirizzare gli schizzi.
Come potete vedere, lo sperma
veniva inghiottito dallo stivale, scomparendo nella scura profondità dello
stesso.
Infine rilasciai un ultimo e
potente schizzo che anche in questo caso non mancò il bersaglio.
Da vicino potevo vedere meglio
come la sborrata si fosse depositata perfettamente nella soletta interna dello
stivale, mentre qualche goccia aveva anche rigato il gambale sempre interno
della calzatura.
Da queste immagini quanto
detto sopra si può osservare meglio. Anzi, la maggior parte degli schizzi era
forse finita lungo il gambale interno e comunque ora stava lentamente colando
verso la soletta interna. Ero davvero compiaciuto di quanto fatto, comparando
lo stivale, decisamente immacolato solo pochi minuti prima e ora completamente
imbrattato. Sarebbe stata una bella sorpresa per la sconosciuta proprietaria,
quando al termine dell’allenamento l’avrebbe infilato al piede, immergendolo in
una bella pozza del mio sperma.
Ritornai a quel punto da Cris
sugli spalti senza essere visto da nessuno. Mi godetti ancora una mezz’oretta
di allenamento, notando come verso il termine dello stesso, svariati genitori
facessero il loro ingresso nella struttura. Quando poi le ragazze abbandonarono
il campo di allenamento, io e il mio amico raggiungemmo l’uscita dello
spogliatoio. Dopo una ventina di minuti abbondanti, mentre attendevo di vedere
uscire la ragazza vittima della mia sborrata dalla porta, fui davvero sorpreso
di scoprire che si trattava proprio di Zaira, la sorella di Cris. La ragazza
aveva ai piedi gli stivali scamosciati marroni e con passo veloce ci raggiunse.
Cris mi presentò e io strinsi la mano alla ragazza salutandola e cercando di
non fissarle le calzature che indossava. Quindi, senza perdere tempo, Cris,
lamentandosi per l’attesa si incamminò verso l’uscita con la sorella che lo
seguiva rispondendogli a tono. Chiudevo la fila, in modo da potermi gustare la
ragazza, le cui gambe, fasciate da un jeans aderente culminavano negli stivali
che fino a poco tempo prima si trovavano nelle mie mani. Uscii da quel
palazzetto con un ghigno sul volto, godendomi la passeggiata di quella ragazza,
sicuro come il mio sperma stesse impregnando i suoi calzini o ancora meglio i
suoi piedi nudi.
continua…
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