lunedì 8 ottobre 2018

GLI STIVALI DELLA SORELLA DI CRIS. 01 - Puro Caso

Era un pomeriggio d’inverno qualsiasi ed io e Cris, un amico che avevo conosciuto appena da un paio d’anni, ci trovavamo a cazzeggiare per le vie del paese. La svolta a quella giornata la diede il padre di Cris, il quale gli telefonò per comunicargli come a causa di un imprevisto non avrebbe potuto passare a prendere la figlia e quindi se ne sarebbe dovuto occupare il fratello. Scocciati per quella richiesta, non perché ci impedisse di far quello che stavamo facendo, ovvero il nulla, ma semplicemente per averla ricevuta, malvolentieri ci dirigemmo ove avremmo reperito la ragazza, ovvero un palazzetto dello sport. Giunti in loco scoprii infatti come la ragazza giocasse a pallavolo e in detta occasione stava svolgendo un allenamento. Fu facile per entrambi liberarci della scontentezza che ci portavamo dietro, osservando i fisici snelli e i sederi sodi e ben pronunciati dai pantaloncini aderenti delle ragazze impegnate a giocare. La prima cosa che feci fu chiedere a Cris quale fosse sua sorella per evitare qualche apprezzamento fuori luogo per la ragazza sbagliata. Ricevuta la risposta, potemmo dedicarci all’attenta osservazione dell’allenamento fin quando non ebbi bisogno di recarmi alla toilette per eliminare qualche liquido in eccesso. Scesi le scale della tribuna non sapendo bene dove andare e così cominciai a girovagare per i corridoi che mi si frapponevano davanti. Fu così che per caso raggiunsi lo spogliatoio delle ragazze ove per mia fortuna non c’era nessuno a vigilarlo. Non mi feci pregare e vi entrai speranzoso di trovare un bel paio di stivali. La maggior parte delle calzature che mi trovai dinnanzi erano scarpe da ginnastica ma vi erano anche tre paia di stivali. Così, senza perdere tempo, scelsi il paio che più mi eccitava e dopo averlo prelevato mi recai dentro un bagno. 



Avevo scelto un paio di stivali scamosciati marroni. Li appoggiai a terra e col mio telefonino presi a scattare qualche immagine di quelle calzature.



Ad una prima vista apparivano belli usati, con tracce di sporco su di essi.



Dopo averli immortalati ancora una volta per terra, decisi di appoggiarli sulla turca presente nel bagno.



Non pago, decisi di sbizzarrirmi con alcune altre foto artistiche, appoggiando lo stivale in maniera da essere meglio fotografato.



Non smettevo di immortalare quegli stivali, un classico modello da tutti i giorni, semplice e molto in voga tra le ragazze.



Quindi passai a scrutare l’interno degli stivali, rivestito da una pelle liscia, differente da quella scamosciata presente all’esterno. Apparivano puliti, privi di macchie od usura diversamente da fuori.




Venne poi il momento di dedicarmi alle suole, chiaramente usurate come del resto i talloni la cui pelle era parzialmente lacerata.



Separati dalla turca decisi quale dei due stivali avrei usato, da li a breve, per masturbarmi.




Afferrai lo stivale sinistro e presi a segarmici sopra col mio cazzo ormai in tiro da diversi minuti.




Quindi decisi di infilare una mano dentro lo stivale sinistro e dopodiché usai proprio quella calzatura per masturbarmi. Ricordo ancora come gli stivali fossero davvero morbidi al mio sfregamento.




Usando lo stivale come guanto continuai a segarmi ferocemente.




Quando poi del liquido pre-seminale cominciò ad uscire dalla mia cappella, creando dei filamenti appiccicosi che andavano dal mio cazzo allo stivale, cercai di immortalarlo come meglio potevo.




Ero troppo eccitato, e felice di macchiare quelle calzature.



Depositai così gli stivali sulla turca e mi apprestai a prepararmi a venire.




Ci volle poco per iniziare a sborrare.




Sebbene in preda al forte orgasmo ero concentratissimo su dove indirizzare gli schizzi.




Come potete vedere, lo sperma veniva inghiottito dallo stivale, scomparendo nella scura profondità dello stesso.




Infine rilasciai un ultimo e potente schizzo che anche in questo caso non mancò il bersaglio.




Da vicino potevo vedere meglio come la sborrata si fosse depositata perfettamente nella soletta interna dello stivale, mentre qualche goccia aveva anche rigato il gambale sempre interno della calzatura.




Da queste immagini quanto detto sopra si può osservare meglio. Anzi, la maggior parte degli schizzi era forse finita lungo il gambale interno e comunque ora stava lentamente colando verso la soletta interna. Ero davvero compiaciuto di quanto fatto, comparando lo stivale, decisamente immacolato solo pochi minuti prima e ora completamente imbrattato. Sarebbe stata una bella sorpresa per la sconosciuta proprietaria, quando al termine dell’allenamento l’avrebbe infilato al piede, immergendolo in una bella pozza del mio sperma.
Ritornai a quel punto da Cris sugli spalti senza essere visto da nessuno. Mi godetti ancora una mezz’oretta di allenamento, notando come verso il termine dello stesso, svariati genitori facessero il loro ingresso nella struttura. Quando poi le ragazze abbandonarono il campo di allenamento, io e il mio amico raggiungemmo l’uscita dello spogliatoio. Dopo una ventina di minuti abbondanti, mentre attendevo di vedere uscire la ragazza vittima della mia sborrata dalla porta, fui davvero sorpreso di scoprire che si trattava proprio di Zaira, la sorella di Cris. La ragazza aveva ai piedi gli stivali scamosciati marroni e con passo veloce ci raggiunse. Cris mi presentò e io strinsi la mano alla ragazza salutandola e cercando di non fissarle le calzature che indossava. Quindi, senza perdere tempo, Cris, lamentandosi per l’attesa si incamminò verso l’uscita con la sorella che lo seguiva rispondendogli a tono. Chiudevo la fila, in modo da potermi gustare la ragazza, le cui gambe, fasciate da un jeans aderente culminavano negli stivali che fino a poco tempo prima si trovavano nelle mie mani. Uscii da quel palazzetto con un ghigno sul volto, godendomi la passeggiata di quella ragazza, sicuro come il mio sperma stesse impregnando i suoi calzini o ancora meglio i suoi piedi nudi.  


continua…

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