lunedì 9 ottobre 2023

COLOMBIANA. 01 - Stregato dal suo fondoschiena

Per chi ha letto i racconti precedenti il luogo in cui mi trovavo gli risulterà familiare. Era il bar di una stazione ferroviaria ove per almeno un anno mi ritrovai ogni mattina a fare colazione in attesa di prendere la coincidenza. Avrò ancora modo di mostrarvi altre donne stivalate che hanno incrociato la mia strada in detto luogo ma questa è la volta in cui vi parlerò di Dayana.



La prima volta che la vidi era poco distante da me e mentre attendevo di ordinare la colazione le scattai questa fotografia col mio telefono cellulare.




Dopo aver preso cappuccino e brioches mi andai a sistemare su un tavolino dal quale avrei potuto osservare quella ragazza.




Mentre attendevo che la bevanda si raffreddasse decisi di immortalare la giovane non omettendo oltre gli stivali che indossava il suo fantastico fondoschiena.




Quella che avevo dinanzi era proprio una gran bella figa. Un corpo ben fatto, con le giuste forme, dei jeans attillati che si infilavano in degli stivali niente male e una bella coda di cavallo ai capelli.



Non riuscivo a staccarle gli occhi di dosso. Mi ero quasi scordato della colazione.




Quel culo rotondo era una vera e propria calamita per ogni maschio etero che entrava in contatto visivo con lui.




Anche l’uomo qui parzialmente inquadrato, ad esempio, vi posso assicurare come buttò i suoi occhi per più volte e per parecchi secondi sul sedere della ragazza.



Ed intanto io continuavo a riprendere la giovane che faceva avanti e indietro lungo il bancone, orizzontalmente. Iniziai a capire pian piano come non fosse una normale cliente e tantomeno di passaggio.




Qui sollevai verso l’alto il cellulare cercando di catturare il volto della giovane. Forse non riuscirete a notarlo ma si trattava di una donna dai tratti sudamericani.




La ragazza si conosceva infatti con una delle bariste, anch’essa del sud america. Non solo l’avevo capito dai tratti fisici ma anche dalla lingua spagnola che usavano le due per chiacchierare.




Era chiaro come si conoscessero da tempo visto il loro feeling.



Mentre captavo questi elementi non interrompevo le mie riprese del fondoschiena della donna.




Poco dopo questa venne a sedersi alle mie spalle, su uno sgabello.




Non ci rimase per molto. Credo che si mise a guardare per qualche minuto il telefono cellulare. Io ovviamente trovai comunque il modo di catturare alcune immagini dei suoi stivali.



Dopo una breve tappa al bancone eccola andare verso un altro.




Come spiccava in mezzo alla gente. Inoltre sembrava essere molto socievole e voler attaccar bottone con tutti quelli che incontrava.



Ecco la migliore immagine del suo volto che riuscii ad immortalare. Mi spiace per la qualità del telefono che purtroppo era datato. Vi assicuro come dal vivo fosse molto meglio e nel complesso arrappasse decisamente.




Mi faceva venire voglia di strusciarglielo addosso, non risparmiando stivali, jeans, giacca, viso e capelli.



Riuscii a incrociare lo sguardo con lei alcune volte tanto da sospettare che avesse scoperto quanto stessi facendo.



Tuttavia non volli interrompere la mia azione, anzi, fui anche in grado di portare a casa una zoomata delle sue calzature.



Quindi con quella modalità ancora attiva alzai il telefono per cercare di catturare nuovamente la sua faccia.




Poi nuovamente in basso sugli stivali.



Più il tempo passava e più il cazzo mi spingeva nei pantaloni facendomi male.




Speravo che facesse movimenti strani, proprio come quelli qua sopra ripresi, ovvero un accavallamento di stivale con sgranchimento della caviglia e il sollevarsi la giacca per prudersi.




Era da prendere da dietro, piegandola contro il bancone e montandola con foga davanti alla sua amica e alla presenza dei clienti del locale.




Queste furono tra le ultime immagini che catturai quel giorno.



Vi lascio con questa immagine dei suoi stivali e vi dico già in anteprima come il prossimo capitolo si aprirà proprio con loro tra le mie mani.

 

 

continua…

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