Come avevo lasciato intendere
nel finale del capitolo precedente, con la giovane che scoprii chiamarsi
Heather, nacque un bel rapporto. Innanzitutto l’aiutarla quel giorno nel gestire
una pratica universitaria mi permise di ottenere un invito a casa sua per
partecipare ad una cena con altri studenti. Come potete ben immaginare non mi
feci pregare. Se volevo mettere le mani sui suoi stivali questa era la strada
giusta da percorrere. L’evento a cui fui invitato si sviluppò con un’apericena,
a base di stuzzichini e soprattutto tanto alcool. Heather viveva con una
coinquilina, una ragazza italiana. Abitavano in un piccolo appartamento ubicato
in una palazzina del centro storico. Alla festa erano stati invitati anche
altri ragazzi ovviamente, qualcuno che avevo avuto modo di incrociare durante
le lezioni. Saremo stati una dozzina in tutto. Si beveva, mangiava e
soprattutto fumava. Eh si, a canne ci davano tutti dentro. Io però non potevo
permettermi di sballarmi. Oltre al fatto che sono sempre stato contrario, per
il fumo intendo, avevo un obiettivo. La ragazza tenne su quegli stivali per
tutta la serata fino a che finalmente li levò lasciandoli in salotto. Quando
ormai qualcuno se ne era andato, qualcuno si era imboscato nelle stanze e in
giro non c’era più nessuno tra i piedi, ecco che feci la mia mossa.
Per prima cosa una bella
fotografia delle calzature.
Quella zoccoletta si era appartata nella sua stanza con un ragazzo. Mi era andata male in un certo senso. Avrei desiderato scoparmela con questi stivali indosso.
Dovetti quindi ricorrere al
piano B e farmi i suoi stivali. Cosa che comunque non mi dispiaceva.
Dopo aver messo da parte per un momento la fotocamera, presi in mano gli stivali, per guardarci dentro e per annusarli.
Eccitato dall’odorino che emanavano mi spostai con loro nei pressi della cucina.
Appoggiata la fotocamera su un tre piedi cercai di riprendere il maneggiamento delle calzature.
Infilai prima le mani dentro
le calzature, sentendole ancora calde. Quindi venne il momento di tirarmi una
bella sega.
Ero bello carico che non mi ci volle molto per sborrare.
Fare quanto stavo facendo con
in casa delle persone che potevano palesarsi da un momento all’altro era folle.
Ma per mia fortuna andò tutto liscio.
Purtroppo le immagini ammetto
come non siano il massimo. Tuttavia gli schizzi, nella parte alta della
fotografia si notano. Non stetti a controllare se le riprese fossero al top
perché il timore di essere scoperto era elevato.
Terminata la goduta lasciai cadere gli stivali a terra. Fecero un tonfo per il quale mi diedi del “coglione” da solo. Aspettai qualche secondo ma per mia fortuna nessuno si preoccupò del rumore che avevo fatto.
Decisi allora di fotografare gli stivali usando anche il flash.
Dopo l’esterno ovviamente l’interno.
Soddisfatto del lavoro
effettuato riposi gli stivali al loro posto. Quindi, non vedendo nessuno decisi
di coricarmi sul divano per fare un pisolino.
continua…
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