sabato 7 giugno 2025

LA RAGAZZA DELL'ERASMUS. 03 - Faccia a faccia con i suoi stivali

Come avevo lasciato intendere nel finale del capitolo precedente, con la giovane che scoprii chiamarsi Heather, nacque un bel rapporto. Innanzitutto l’aiutarla quel giorno nel gestire una pratica universitaria mi permise di ottenere un invito a casa sua per partecipare ad una cena con altri studenti. Come potete ben immaginare non mi feci pregare. Se volevo mettere le mani sui suoi stivali questa era la strada giusta da percorrere. L’evento a cui fui invitato si sviluppò con un’apericena, a base di stuzzichini e soprattutto tanto alcool. Heather viveva con una coinquilina, una ragazza italiana. Abitavano in un piccolo appartamento ubicato in una palazzina del centro storico. Alla festa erano stati invitati anche altri ragazzi ovviamente, qualcuno che avevo avuto modo di incrociare durante le lezioni. Saremo stati una dozzina in tutto. Si beveva, mangiava e soprattutto fumava. Eh si, a canne ci davano tutti dentro. Io però non potevo permettermi di sballarmi. Oltre al fatto che sono sempre stato contrario, per il fumo intendo, avevo un obiettivo. La ragazza tenne su quegli stivali per tutta la serata fino a che finalmente li levò lasciandoli in salotto. Quando ormai qualcuno se ne era andato, qualcuno si era imboscato nelle stanze e in giro non c’era più nessuno tra i piedi, ecco che feci la mia mossa.



Per prima cosa una bella fotografia delle calzature.




Heather li aveva lasciati appoggiati al tavolino del soggiorno. Che lo avesse fatto per me?



Quella zoccoletta si era appartata nella sua stanza con un ragazzo. Mi era andata male in un certo senso. Avrei desiderato scoparmela con questi stivali indosso.



Dovetti quindi ricorrere al piano B e farmi i suoi stivali. Cosa che comunque non mi dispiaceva.  



Dopo aver messo da parte per un momento la fotocamera, presi in mano gli stivali, per guardarci dentro e per annusarli.




Eccitato dall’odorino che emanavano mi spostai con loro nei pressi della cucina.




Appoggiata la fotocamera su un tre piedi cercai di riprendere il maneggiamento delle calzature.




Infilai prima le mani dentro le calzature, sentendole ancora calde. Quindi venne il momento di tirarmi una bella sega.   




Ero bello carico che non mi ci volle molto per sborrare.




Fare quanto stavo facendo con in casa delle persone che potevano palesarsi da un momento all’altro era folle. Ma per mia fortuna andò tutto liscio.




Purtroppo le immagini ammetto come non siano il massimo. Tuttavia gli schizzi, nella parte alta della fotografia si notano. Non stetti a controllare se le riprese fossero al top perché il timore di essere scoperto era elevato.  




Terminata la goduta lasciai cadere gli stivali a terra. Fecero un tonfo per il quale mi diedi del “coglione” da solo. Aspettai qualche secondo ma per mia fortuna nessuno si preoccupò del rumore che avevo fatto.




Decisi allora di fotografare gli stivali usando anche il flash.




Dopo l’esterno ovviamente l’interno.



Soddisfatto del lavoro effettuato riposi gli stivali al loro posto. Quindi, non vedendo nessuno decisi di coricarmi sul divano per fare un pisolino.

 

 

continua…

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