La lezione che stavo seguendo era davvero noiosa. Si trattava di diritto del lavoro se non ricordo male. Complice il primo caldo della bella stagione, in aula c’erano pochissimi studenti. Me ne sarei andato se non fosse stato per una biondina che calzava degli stivali grigi interessanti.
Appostatomi alle sue spalle
cominciai a fotografare le sue calzature.
Ero davvero incantato da
quelle calzature che cercavo di avvicinarmi il più possibile.
Più il tempo passava e più mi
stavo eccitando. Il desiderio cresceva esponenzialmente all’indurimento del mio
cazzo. I pensieri più torbidi mi passavano per la mente e tra questi c’era
quello di voler vedere quegli stivali macchiati.
Non avevo niente con me ma ad un tratto ebbi un’idea. Andai ad una macchinetta che erogava caffè nel corridoio per prenderne uno. Almeno qualche spicciolo lo avevo. Quindi tornai al mio posto dietro di lei senza essere notato. Misi la fotocamera in modalità video e cominciai a registrare.
Come potete vedere, con una mano tenevo la fotocamera mentre con l’altra il bicchiere di caffè preso alla macchinetta. Quello che mi era balenato in mente era di versare il caffè sugli stivali dell’ignara ragazza. Non avevo nessuno al mio fianco e tantomeno alle spalle. L’occasione era troppo ghiotta per farmela scappare.
Con il cuore che mi batteva a mille mi apprestai a gettare il caffè.
Ecco il risultato. Forse avevo
esagerato. Un sacco di caffè era finito per terra ma una parte con mio sommo
piacere anche sullo stivale sinistro della giovane.
Siccome nel bicchierino vi era ancora del liquido, decisi di macchiare anche l’altra calzatura, quella destra.
Rispetto al gettito precedente, questa volta ero stato decisamente più preciso. Riposto il bicchierino ormai vuoto mi concentrai a immortalare i resti di caffè che colavano copiosamente lungo gli stivali.
Cavolo, avevo fatto davvero un
bel casino.
Seppur preso dall’ansia, mi ricordai di ripassare in modalità fotocamera. Le immagini che vedrete ritornano ad essere infatti più nitide.
Il fatto che la ragazza non si
fosse accorta di nulla mi galvanizzò un sacco. Mi ero persino preparato una
scusa che poi non dovetti nemmeno riferire, ossia quella di una involontaria
caduta del bicchiere proprio ai suoi piedi.
Quando però poco dopo le gambe della studentessa si mossero mi prese un colpo. Il timore di essere scoperto con ritardo rispetto al gettito pensavo mi avrebbe potuto mettere in difficoltà. Forse le mie scuse non avrebbero più retto se lei si fosse accorta del danno arrecato ai suoi stivali dopo un bel pezzo. Decisi così di sgattaiolare via. Senza che la giovane se ne accorgesse, dopo aver preso le mie cose e lasciato il bicchierino per terra sotto la sua sedia, lasciai l’aula.
Il desiderio di vedere quella ragazza, uscire dall’aula con gli stivali macchiati era talmente forte che mi fece desistere dall’andarmene definitivamente dall’università. Per tale motivo rimasi per parecchi minuti a passeggiare nel corridoio per pensare sul da farsi. Stare li ad aspettarla così però era troppo sgamante, pertanto mi appostai lungo le scalinate. Per mia fortuna, dopo una quarantina di minuti d’attesa, non solo la ragazza uscì nella pausa della lezione ma si posizionò anche nei pressi della grata delle scale in cui mi trovavo.
In questo modo potei nuovamente riprenderla.
Ero proprio a pochi passi da lei. Dovetti trattenermi dall’allungare le dita per toccarle le calzature.
Mentre mi facevo il più vicino
possibile a lei mi chiedevo se si fosse accorta o meno di quanto fattole. Le
tracce di caffè che colavano sui suoi stivali erano ancora ben visibili. Magari
ne aveva pulito un po' ma una discreta quantità era ancora li. Che spettacolo
pensai tra me. Chissà cosa avrebbe pensato chi la incontrava. Non ricordo se in
quel momento fossi eccitato o meno. Quello che so è che guardando e riguardando
quanto fatto lo sono eccome. Mi allontanai poco dopo, avevo fatto e ripreso
abbastanza.
continua…
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