Ci eravamo lasciati con la
ragazza dagli stivali grigi entrare nell’ufficio, lasciandomi solo nella sala
d’attesa. Durante il trascorrere dei minuti pensavo intensamente a quegli
stivali. Li volevo talmente tanto che per prima cosa decisi come avrei seguito
la giovane. Non avevo fortunatamente grandi impegni e così dopo essermi alzato
ed essere uscito mi misi in macchina in attesa dell’uscita della ragazza.
Trascorsi una decina di minuti la donna uscì dall’ufficio e andò a prendere la
macchina distante un paio di stalli dalla mia. Una volta partita mi misi al suo
inseguimento. Confidavo che sarebbe andata a casa e che magari potesse abitare
ad un piano terreno e lasciare le calzature fuori la sera oppure in un condominio
e possedere una scarpiera lungo le scale. Invece andò prima a fare un prelievo
in banca e poi un’altra commissione. Quando ero certo che stesse per rincasare
visto l’orario mi sorprese ancora una volta. Raggiunse un parcheggio pubblico e
dopo essere scesa dall’automobile prese dal bagagliaio una borsa. Appena fece
per allontanarsi dal veicolo mi apprestai a seguirla. A distanza la seguivo con
lo sguardo finché non entrò in un centro sportivo. Attesi qualche minuto
indeciso sul da farsi. Non ero mai entrato in quel luogo. Non sapevo cosa
aspettarmi. Ma ero arrivato fino a li e così decisi di varcare la soglia del
centro sportivo “Aquarium”. Mi guardai in giro cercando la ragazza quando una
segretaria mi diede il buongiorno. Affacciatomi alla sua scrivania iniziò a
spiegarmi le offerte del centro, i vari abbonamenti e servizi vari. Ovviamente
stetti al gioco e poco dopo, fingendomi interessato, le chiesi se potessi dare
un’occhiata in giro per vedere di persona quanto offrissero. Si rese
addirittura disponibile accompagnandomi. La prima cosa che mi mostrò fu la zona
ricreativa, un bar con vari tavolini. Poi passammo alla palestra con ogni tipo
di attrezzo. Venne quindi il momento di una sala per esercizi a corpo libero.
Quando poi varcammo la zona d’ingresso che portava agli spogliatoi mi
brillarono gli occhi. Fui anche fortunato perché la richiesta di una collega mi
permise di rimanere da solo e scattare le foto che vedrete di seguito.
Gli stivali grigi che avevo tanto desiderato erano stati lasciati nei pressi di una panca e ora si trovavano incustoditi. Era l’occasione che aspettavo. Non c’erano altre persone in giro ed era il momento di agire. Raggiunsi la segretaria e le chiesi se potevo continuare da solo. Mi rispose affermativamente spiegandomi dove si trovassero la zona spogliatoi, bagni, piscina ecc…. Raccomandatasi che non varcassi la zono bagno con le scarpe mi diede il via libera.
Il cuore mi batteva a mille
quando presi in mano gli stivali. non avendo con me alcuna borsa non potei fare
altro che celare le calzature sotto la felpa che indossavo. Mi diressi velocemente verso lo spogliatoio e una volta dentro, non incontrando fortunatamente
nessuno mi fiondai ai gabinetti. Entrato in uno di questi appoggiai gli stivali
su di un wc e cominciai il rituale fotografico.
Al tatto erano morbidissimi.
Qui si nota sia la suola,
caratterizzata da dei cuoricini, che l’interno.
L’interno mi chiamava. Non potevo più resistere, ero troppo arrapato. Calatomi i pantaloni e i boxer in fretta e furia, infilai il mio cazzo duro come il marmo nello stivale.
Dopo aver iniziato la sega mi presi qualche secondo per sfregare la cappella del cazzo contro le pareti interne.
Volevo riprendere quanto stavo
facendo così appoggiai la fotocamera sulla vaschetta del water.
Galvanizzato dalla situazione
presi a masturbarmi ferocemente.
Ci stavo dando così dentro che
non mi resi conto immediatamente di come stringendo la calzatura all’altezza
del collo del piede la pelle si stesse scrostando. Ormai ero però avviato verso
un punto di non ritorno.
Mentre mi segavo pensavo a quella ragazza. Con la mano sinistra infilata nello stivale percepivo coi polpastrelli la soletta interna dove stazionavano i suoi piedini.
Facendo quello che mi ero immaginato di realizzare mentre mi trovavo nella sala d’attesa dell’ufficio mi apprestavo a sborrare.
Concentrandomi incominciai a
scaricare il mio denso sperma sulla calzatura.
Cercavo di gestire l’impeto
degli schizzi per poter far colare il liquido sul collo dello stivale.
Lo sperma cominciò a scivolare lungo entrambi i lati, verso il basso.
Gli ultimi spasmi e la goduta
era terminata.
Tolta la fotocamera dalla tavoletta scattai questa fotografia. L’essere solo mi permise di utilizzare il flash.
Fu solo in questo momento che mi resi conto di aver combinato un bel guaio. Lo sperma denso avrei potuto pulirlo ma non potevo fare nulla per lo spellamento che avevo causato nel corso della masturbazione.
Rivedendo queste immagini mi
torna la voglia di segarmi. Spero anche a voi.
continua…
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