giovedì 10 ottobre 2024

AQUARIUM VOL. 01 - 01 - Incontro casuale

Dovevo dirimere una pratica burocratica ed ero certo come mi sarei dovuto accomodare nella sala d’attesa di quell’ufficio e attendere chissà quanto, quando varcai la porta d’ingresso. Non pensavo affatto che avrei gradito quell’attesa.




Mentre un cliente veniva servito, vi era solo una giovane donna prima di me. Incrociai immediatamente il suo sguardo appena entrato. Portava i capelli corti, color biondo cenere e come potete vedere calzava degli stivaletti grigi che calamitarono subito la mia attenzione.




Dopo essermi seduto al suo fianco presi un giornale sotto al quale mi misi a manovrare la mia fotocamera.




In men che non si dica cominciai ad immortalare le calzature della giovane.




Non era affatto facile perché se da un lato ero curioso di osservarle le gambe, dall’altro non potevo rischiare di essere scoperto e così spesso filmavo sperando di puntare l’obiettivo in maniera corretta.




Evidentemente più scocciata di me dell’attesa la ragazza faticava a star ferma e muoveva costantemente le gambe, accavallando e scavallando, nonché le caviglie. Come avete avuto modo di vedere sopra faceva perno sul tallone e poi muoveva il suo piedino freneticamente.




Gli stivali erano di colore grigio, senza tacco e con uno stile che mi stregava. Mi piacevano davvero come erano fatti, tanto da immaginare il mio cazzo sfregarsi soprattutto sul collo della caviglia.




Non era affatto facile trattenersi da pensieri perversi ma dovevo farlo per riuscire a continuare in quello che stavo facendo.




Tra quelli ovviamente c’era quello di prenderla per le gambe, spalancargliele oscenamente e scoparla con foga dopo essermele appoggiate sulle spalle. 




Dopo questo accavallamento però tornai subito alla realtà.




Facendo finta di guardare il giornale mi misi spudoratamente ad osservarle gli stivali.




Anche qui però ben presto tornai ad avere degli sconci pensieri.



Mi sarei voluto alzare per posizionarmi davanti a lei.




Proprio in quel momento, quando stava alzando il piede verso l’alto. Afferrarle lo stivale dalla caviglia e sfilarglielo.




Ovviamente le avrei chiesto scusa mentre mi abbassavo i pantaloni. Le avrei chiesto perdono per quello che sarei andato a fare da un momento all’altro, ovvero infilare il mio cazzo duro nel suo stivale.




La voglia che avevo addosso era a livelli smisurati.



Più guardavo lei e quelle calzature pensavo quanto fosse meritevole di cazzo.




Eccola qui scavallare e portare entrambe le calzature sul pavimento. 




Portai la fotocamera sotto la sedia, quasi all’altezza del pavimento per catturare queste immagini.



Provai anche ad immaginare i suoi piedi la dentro, avvolti in quei collant bicolore.



Lo feci mentre mi dedicavo a riprendere il piede rimasto sul pavimento durante il nuovo accavallamento. Riuscii persino a catturare questo momento in cui premeva terra con le dita dei piedi.



Troppo eccitante.




E venne poi per lei il momento di alzarsi e andare dall’impiegato che intanto si era liberato del cliente che stava servendo.



Catturai pertanto quest’ultima immagine delle gambe stivalate della ragazza prima che lasciasse la sala d’attesa. Mentre la vidi andar via mi promisi di mettere le mani su quegli stivali. Li desideravo troppo.

 

 

continua…

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