giovedì 10 ottobre 2024

AQUARIUM VOL. 01 - 03 - Il risvolto

Ho concluso il paragrafo precedente senza raccontarvi di come avevo lasciato la struttura. Beh, riposta la fotocamera utilizzai della carta igienica per rimuovere la grande quantità di sperma che avevo depositato sullo stivale. Incurante di potermi sporcare, nascoste nuovamente sotto la mia felpa riportai con non poca preoccupazione le calzature al loro posto. Venne quindi il momento di riparlare con la segretaria. Per mia fortuna era ancora impegnata così a distanza la ringraziai del tour e le dissi che mi sarei fatto vivo. Nei giorni a venire ero dibattuto. Da un lato temevo che quanto fatto potesse essere stato scoperto dalla proprietaria e dall’altro quel luogo era un potenziale bacino di seghe. Alla fine prevalse il desiderio animalesco di cacciare qualche altro stivale. Feci ritorno così all’Aquarium munito di borsa col cambio e quant’altro utile per fare attività sportiva. Mi iscrissi ed ebbi quindi accesso alla struttura. Le prime volte non ebbi modo di reperire nulla di interessante ma almeno mi potevo tenere in forma. Poi col passare del tempo mi imbattei in scarpe e stivali che avrò modo di mostrarvi col tempo a venire. Quindi siate pazienti. Intanto per concludere la storia degli stivali grigi godetevi il mio secondo ed ultimo incontro con loro.




Sul pavimento vi erano gli stivaletti grigi della scorsa volta. Avvicinatomi compresi come fossero proprio loro sebbene vi fosse una leggera differenza. La parte superiore infatti era stata risvoltata.  



Prima di prenderli mi avvicinai a loro. Giunto quasi sopra scattai questa fotografia. Venne quindi il momento di afferrarli e portarli con me per la seconda volta.



Raggiunto nuovamente un gabinetto prosegui nel fotografare gli stivali.




Ad un primo esame apparivano in perfette condizioni.



Un’occhiata a quello che sarebbe stato il mio obiettivo quel giorno.



Spostato il risvolto notai il danno che avevo arrecato la volta precedente.




Credo che se non vi fosse stata l’opportunità di usare questo escamotage, sarebbero già finiti in qualche bidone della spazzatura.




Dopo aver scattato queste fotografie diedi il via ad una bella sega.




Ecco il risultato. Questa volta scaricai il mio piacere all’interno di uno dei due stivali. Sebbene alcuni goccioloni avessero colpito la tomaia laterale, la maggior parte dello sperma si era depositato sulla soletta interna. La volta precedente avevo ripulito quanto fatto, questa volta no. Pensai come queste scarpe avessero i giorni contati. Tanto valeva accelerare questo procedimento. Tanto l’abbonamento alla struttura l’avevo fatto, non sarei rimasto certamente a mani vuote.  

 

 

Fine.

AQUARIUM VOL. 01 - 02 - Aquarium

Ci eravamo lasciati con la ragazza dagli stivali grigi entrare nell’ufficio, lasciandomi solo nella sala d’attesa. Durante il trascorrere dei minuti pensavo intensamente a quegli stivali. Li volevo talmente tanto che per prima cosa decisi come avrei seguito la giovane. Non avevo fortunatamente grandi impegni e così dopo essermi alzato ed essere uscito mi misi in macchina in attesa dell’uscita della ragazza. Trascorsi una decina di minuti la donna uscì dall’ufficio e andò a prendere la macchina distante un paio di stalli dalla mia. Una volta partita mi misi al suo inseguimento. Confidavo che sarebbe andata a casa e che magari potesse abitare ad un piano terreno e lasciare le calzature fuori la sera oppure in un condominio e possedere una scarpiera lungo le scale. Invece andò prima a fare un prelievo in banca e poi un’altra commissione. Quando ero certo che stesse per rincasare visto l’orario mi sorprese ancora una volta. Raggiunse un parcheggio pubblico e dopo essere scesa dall’automobile prese dal bagagliaio una borsa. Appena fece per allontanarsi dal veicolo mi apprestai a seguirla. A distanza la seguivo con lo sguardo finché non entrò in un centro sportivo. Attesi qualche minuto indeciso sul da farsi. Non ero mai entrato in quel luogo. Non sapevo cosa aspettarmi. Ma ero arrivato fino a li e così decisi di varcare la soglia del centro sportivo “Aquarium”. Mi guardai in giro cercando la ragazza quando una segretaria mi diede il buongiorno. Affacciatomi alla sua scrivania iniziò a spiegarmi le offerte del centro, i vari abbonamenti e servizi vari. Ovviamente stetti al gioco e poco dopo, fingendomi interessato, le chiesi se potessi dare un’occhiata in giro per vedere di persona quanto offrissero. Si rese addirittura disponibile accompagnandomi. La prima cosa che mi mostrò fu la zona ricreativa, un bar con vari tavolini. Poi passammo alla palestra con ogni tipo di attrezzo. Venne quindi il momento di una sala per esercizi a corpo libero. Quando poi varcammo la zona d’ingresso che portava agli spogliatoi mi brillarono gli occhi. Fui anche fortunato perché la richiesta di una collega mi permise di rimanere da solo e scattare le foto che vedrete di seguito.



Gli stivali grigi che avevo tanto desiderato erano stati lasciati nei pressi di una panca e ora si trovavano incustoditi. Era l’occasione che aspettavo. Non c’erano altre persone in giro ed era il momento di agire. Raggiunsi la segretaria e le chiesi se potevo continuare da solo. Mi rispose affermativamente spiegandomi dove si trovassero la zona spogliatoi, bagni, piscina ecc…. Raccomandatasi che non varcassi la zono bagno con le scarpe mi diede il via libera.



Il cuore mi batteva a mille quando presi in mano gli stivali. non avendo con me alcuna borsa non potei fare altro che celare le calzature sotto la felpa che indossavo. Mi diressi velocemente verso lo spogliatoio e una volta dentro, non incontrando fortunatamente nessuno mi fiondai ai gabinetti. Entrato in uno di questi appoggiai gli stivali su di un wc e cominciai il rituale fotografico.



Al tatto erano morbidissimi.




Qui si nota sia la suola, caratterizzata da dei cuoricini, che l’interno.




L’interno mi chiamava. Non potevo più resistere, ero troppo arrapato. Calatomi i pantaloni e i boxer in fretta e furia, infilai il mio cazzo duro come il marmo nello stivale.



Dopo aver iniziato la sega mi presi qualche secondo per sfregare la cappella del cazzo contro le pareti interne.




Volevo riprendere quanto stavo facendo così appoggiai la fotocamera sulla vaschetta del water.  




Galvanizzato dalla situazione presi a masturbarmi ferocemente.  



Ci stavo dando così dentro che non mi resi conto immediatamente di come stringendo la calzatura all’altezza del collo del piede la pelle si stesse scrostando. Ormai ero però avviato verso un punto di non ritorno.




Mentre mi segavo pensavo a quella ragazza. Con la mano sinistra infilata nello stivale percepivo coi polpastrelli la soletta interna dove stazionavano i suoi piedini.




Facendo quello che mi ero immaginato di realizzare mentre mi trovavo nella sala d’attesa dell’ufficio mi apprestavo a sborrare.




Concentrandomi incominciai a scaricare il mio denso sperma sulla calzatura.




Cercavo di gestire l’impeto degli schizzi per poter far colare il liquido sul collo dello stivale.




Lo sperma cominciò a scivolare lungo entrambi i lati, verso il basso.




Gli ultimi spasmi e la goduta era terminata.



Tolta la fotocamera dalla tavoletta scattai questa fotografia. L’essere solo mi permise di utilizzare il flash.




Fu solo in questo momento che mi resi conto di aver combinato un bel guaio. Lo sperma denso avrei potuto pulirlo ma non potevo fare nulla per lo spellamento che avevo causato nel corso della masturbazione.




Rivedendo queste immagini mi torna la voglia di segarmi. Spero anche a voi.

 

 

continua…

AQUARIUM VOL. 01 - 01 - Incontro casuale

Dovevo dirimere una pratica burocratica ed ero certo come mi sarei dovuto accomodare nella sala d’attesa di quell’ufficio e attendere chissà quanto, quando varcai la porta d’ingresso. Non pensavo affatto che avrei gradito quell’attesa.




Mentre un cliente veniva servito, vi era solo una giovane donna prima di me. Incrociai immediatamente il suo sguardo appena entrato. Portava i capelli corti, color biondo cenere e come potete vedere calzava degli stivaletti grigi che calamitarono subito la mia attenzione.




Dopo essermi seduto al suo fianco presi un giornale sotto al quale mi misi a manovrare la mia fotocamera.




In men che non si dica cominciai ad immortalare le calzature della giovane.




Non era affatto facile perché se da un lato ero curioso di osservarle le gambe, dall’altro non potevo rischiare di essere scoperto e così spesso filmavo sperando di puntare l’obiettivo in maniera corretta.




Evidentemente più scocciata di me dell’attesa la ragazza faticava a star ferma e muoveva costantemente le gambe, accavallando e scavallando, nonché le caviglie. Come avete avuto modo di vedere sopra faceva perno sul tallone e poi muoveva il suo piedino freneticamente.




Gli stivali erano di colore grigio, senza tacco e con uno stile che mi stregava. Mi piacevano davvero come erano fatti, tanto da immaginare il mio cazzo sfregarsi soprattutto sul collo della caviglia.




Non era affatto facile trattenersi da pensieri perversi ma dovevo farlo per riuscire a continuare in quello che stavo facendo.




Tra quelli ovviamente c’era quello di prenderla per le gambe, spalancargliele oscenamente e scoparla con foga dopo essermele appoggiate sulle spalle. 




Dopo questo accavallamento però tornai subito alla realtà.




Facendo finta di guardare il giornale mi misi spudoratamente ad osservarle gli stivali.




Anche qui però ben presto tornai ad avere degli sconci pensieri.



Mi sarei voluto alzare per posizionarmi davanti a lei.




Proprio in quel momento, quando stava alzando il piede verso l’alto. Afferrarle lo stivale dalla caviglia e sfilarglielo.




Ovviamente le avrei chiesto scusa mentre mi abbassavo i pantaloni. Le avrei chiesto perdono per quello che sarei andato a fare da un momento all’altro, ovvero infilare il mio cazzo duro nel suo stivale.




La voglia che avevo addosso era a livelli smisurati.



Più guardavo lei e quelle calzature pensavo quanto fosse meritevole di cazzo.




Eccola qui scavallare e portare entrambe le calzature sul pavimento. 




Portai la fotocamera sotto la sedia, quasi all’altezza del pavimento per catturare queste immagini.



Provai anche ad immaginare i suoi piedi la dentro, avvolti in quei collant bicolore.



Lo feci mentre mi dedicavo a riprendere il piede rimasto sul pavimento durante il nuovo accavallamento. Riuscii persino a catturare questo momento in cui premeva terra con le dita dei piedi.



Troppo eccitante.




E venne poi per lei il momento di alzarsi e andare dall’impiegato che intanto si era liberato del cliente che stava servendo.



Catturai pertanto quest’ultima immagine delle gambe stivalate della ragazza prima che lasciasse la sala d’attesa. Mentre la vidi andar via mi promisi di mettere le mani su quegli stivali. Li desideravo troppo.

 

 

continua…