Nel terzo paragrafo di questa storia l’avevo detto agli stivali di Agata che ci saremmo rivisiti. E così fu.
Chiesi alla mia mia amica, che andai a trovare, ora francamente non ne ricordo il motivo preciso, di andare in bagno, una volta a casa sua. Aperta la scarpiera presi i suoi stivali con cui avevo avuto un incontro ravvicinato la settimana prima. Sembravo un automa. Volevo sfogare su di loro tutta la mia frustrazione, dovuta al fatto che gli stessi non venissero indossati dalla loro proprietaria e come le ballerine fossero state sostituite da delle inutili infradito. Agata mi aveva deluso e mi aveva persino fatto perdere la voglia di frequentarla e scattarle delle fotografie.
Mi misi subito a segarmi forte
per poi venire nello stivale.
Rispetto alla volta scorsa ne
avevo decisamente di più come confermato dalle molteplici striature che avevo
depositato lungo la tomaia interna della calzatura.
Da quanto ero arrabbiato con
Agata per essere passata alle infradito ero quasi speranzoso che nei minuti a
venire mettesse gli stivali pieni di sborra. Glielo avrei dovuto suggerire ma
non lo feci. Come avrei voluto che i suoi piedi si bagnassero dei miei
spermatozoi. Non solo aveva buttato le ballerine ma era passata alle infradito
e snobbato questi stivali. Se lo sarebbe proprio meritato.
Fine.
Nessun commento:
Posta un commento