lunedì 10 giugno 2024

AGATA. 03 - Cambio di programma

Finalmente quello che aspettavo era arrivato, ovvero l’invito di Agata ad andare a trovarla a casa sua. Per tale motivo, il giorno prescelto mi incamminai per sopraggiungere all’orario prestabilito. Stavo smanettando con la macchina fotografica per strada quando mi imbattei in una stivalata.



Questa era uscita da un condominio, incamminandosi lungo il marciapiede. Mi lasciò subito interdetto perché sebbene la giornata fosse caratterizzata da una brezza fresca, ero infatti certo si sarebbe inevitabilmente riscaldata, la donna portava con se un cappotto e calzava degli stivali che sicuramente l’avrebbero fatta sudare.




Mi fermai lungo il marciapiede per fotografarla. Ero un po' troppo distante però come si può vedere.



Decisi così di passare alla modalità video e di riprenderla mentre mi avvicinai. Sfortunatamente riuscii a recuperare solamente questa immagine dal video fatto. Questa era la migliore mentre il resto era troppo mosso. Proseguii quindi verso casa di Agata essendo altresì quella stivalata rimasta a parlare con altre persone lungo la via. Nel momento in cui varcai la porta di casa della mia amica, speranzoso di trovarla scalza, così da poter mettere le mani sulle sue ballerine, ecco invece che me la ritrovai davanti con degli stivali bianchi. Rimasi quasi a bocca aperta, tanto che spontaneamente mi venne da chiederle: “e quelli?”. Agata mi chiese se mi piacessero perché non era tanto convinta di loro. Aggiunse come andassero di moda, che qualcuna li metteva anche d’estate ma lei non era sicura di farlo. Li aveva usati non più di tanto in primavera. Io a mia volta le domandai se non preferisse le ballerine e li mi diede la triste notizia di come le avesse buttate perché ormai danneggiatesi. Mentre pensavo a come volgere la situazione a mio favore seguii la giovane sul terrazzo di casa. “che caldo che fa” mi ripeté un paio di volte. Le dissi che sicuramente gli stivali non l’avrebbero aiutata a sentirsi più fresca. Allora mi chiese se non avessi con me la macchina fotografica poiché avrebbe voluto che le facessi qualche scatto. Le risposi con un grande sorriso.



Ecco gli stivali di Agata.




Si trattava di un paio di stivali modello indianino. Erano di colore bianco e in pelle.



Agata volle che le scattai le fotografie in ogni posizione, dal davanti al retro. Quando terminammo di fare ciò mi prese per mano portandomi dentro casa. “hai nella memoria le foto degli altri giorni?” mi chiese nel tragitto. Le risposi di si capendo come volesse evidentemente scaricare le immagini sul suo pc. Per fortuna avevo già provveduto a farlo anche io a casa mia, cancellando poi quelle rivolte direttamente alle sue ballerine. Mentre mi sedetti sul letto di camera sua ecco che la ragazza fece altrettanto sulla sedia della sua scrivania. Quindi la guardai sfilarsi gli stivali facendo perno con punta sui talloni. Prima uno e poi l’altro. Ero imbambolato da quella scena così erotica che non mi aspettavo affatto. “dammi la macchina che le scarico” mi incalzò lei svegliandomi dal torpore. Porgendogliela cercai di non guardarle i piedi. Avevo il cazzo che mi scoppiava letteralmente nei pantaloni. Per uscire dalla quella situazione le chiesi se potessi recarmi al bagno e lei, oltre ad acconsentire mi chiese anche di portarle già che c’ero, gli stivali. Stupidamente le chiesi il perché e lei mi disse con estrema semplicità come li ci fosse la scarpiera. Riconnesso immediatamente il cervello colsi l’opportunità che avevo e dopo aver preso gli stivali mi recai al bagno. Feci due passi e voltatomi mi resi conto di come non avrei avuto con me la fotocamera. Dovevo trovare il modo di farmela restituire. Avvicinatomi ad Agata e vedendola armeggiare con il cavetto usb e la fotocamera le dissi: “aspetta che ti aiuto”. Tenendo con una mano i suoi stivali, con l’altra armeggiai col computer e scaricai le fotografie sul pc nel giro di qualche minuto. Staccai allora il cavetto e ripresi la fotocamera. Distratta dal voler subito guardare le foto, la giovane non pensò più a me.



Una volta in bagno, dopo aver resettato la memoria della scheda SD della fotocamera, immortalai gli stivali che appoggiai sul davanzale della finestra.




Le suole non sembravano così immacolate come la ragazza voleva farmi credere. Evidentemente qualche passeggiata l’aveva fatta.



Intanto, mentre maneggiavo quelle calzature e le fotografavo, mi sentivo sempre più eccitato.



Il mio cazzo era duro. Dovevo prendere una decisione e dovevo farlo rapidamente.



Guardai in uno di loro mentre mi segavo.  



Ci vollero pochi altri istanti prima di sborrare.




Corsi un bel rischio perché non ero certo che Agata non avrebbe deciso di rimettere le calzature nei minuti e ore a venire. Il tempo che lo sperma che avevo riversato nella calzatura si asciugasse non sarebbe stato sufficiente. Tuttavia l’istinto primordiale prese il sopravvento sulla ragione. Scattai alcune fotografie al risultato conseguito. Alcuni rigagnoli si sborra erano visibili nella tomaia interna. Un buon quantitativo era invece atterrato direttamente sulla soletta interna. Le ballerine mi erano sfuggite ma i loro sostituti non hanno demeritato. Prima di ritornare dalla mia amica riposi quindi gli stivali nella scarpiera, in un dei posti liberi che trovai, promettendo loro come ci saremmo rivisti.

 

 

continua...

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