Finalmente quello che
aspettavo era arrivato, ovvero l’invito di Agata ad andare a trovarla a casa
sua. Per tale motivo, il giorno prescelto mi incamminai per sopraggiungere
all’orario prestabilito. Stavo smanettando con la macchina fotografica per
strada quando mi imbattei in una stivalata.
Questa era uscita da un condominio, incamminandosi lungo il marciapiede. Mi lasciò subito interdetto perché sebbene la giornata fosse caratterizzata da una brezza fresca, ero infatti certo si sarebbe inevitabilmente riscaldata, la donna portava con se un cappotto e calzava degli stivali che sicuramente l’avrebbero fatta sudare.
Mi fermai lungo il marciapiede
per fotografarla. Ero un po' troppo distante però come si può vedere.
Decisi così di passare alla
modalità video e di riprenderla mentre mi avvicinai. Sfortunatamente riuscii a
recuperare solamente questa immagine dal video fatto. Questa era la migliore
mentre il resto era troppo mosso. Proseguii quindi verso casa di Agata essendo
altresì quella stivalata rimasta a parlare con altre persone lungo la via. Nel
momento in cui varcai la porta di casa della mia amica, speranzoso di trovarla
scalza, così da poter mettere le mani sulle sue ballerine, ecco invece che me
la ritrovai davanti con degli stivali bianchi. Rimasi quasi a bocca aperta,
tanto che spontaneamente mi venne da chiederle: “e quelli?”. Agata mi chiese se
mi piacessero perché non era tanto convinta di loro. Aggiunse come andassero di
moda, che qualcuna li metteva anche d’estate ma lei non era sicura di farlo. Li
aveva usati non più di tanto in primavera. Io a mia volta le domandai se non
preferisse le ballerine e li mi diede la triste notizia di come le avesse
buttate perché ormai danneggiatesi. Mentre pensavo a come volgere la situazione
a mio favore seguii la giovane sul terrazzo di casa. “che caldo che fa” mi
ripeté un paio di volte. Le dissi che sicuramente gli stivali non l’avrebbero
aiutata a sentirsi più fresca. Allora mi chiese se non avessi con me la
macchina fotografica poiché avrebbe voluto che le facessi qualche scatto. Le
risposi con un grande sorriso.
Ecco gli stivali di Agata.
Si trattava di un paio di stivali modello indianino. Erano di colore bianco e in pelle.
Agata volle che le scattai le
fotografie in ogni posizione, dal davanti al retro. Quando terminammo di fare
ciò mi prese per mano portandomi dentro casa. “hai nella memoria le foto degli
altri giorni?” mi chiese nel tragitto. Le risposi di si capendo come volesse
evidentemente scaricare le immagini sul suo pc. Per fortuna avevo già
provveduto a farlo anche io a casa mia, cancellando poi quelle rivolte
direttamente alle sue ballerine. Mentre mi sedetti sul letto di camera sua ecco
che la ragazza fece altrettanto sulla sedia della sua scrivania. Quindi la guardai
sfilarsi gli stivali facendo perno con punta sui talloni. Prima uno e poi
l’altro. Ero imbambolato da quella scena così erotica che non mi aspettavo
affatto. “dammi la macchina che le scarico” mi incalzò lei svegliandomi dal
torpore. Porgendogliela cercai di non guardarle i piedi. Avevo il cazzo che mi
scoppiava letteralmente nei pantaloni. Per uscire dalla quella situazione le
chiesi se potessi recarmi al bagno e lei, oltre ad acconsentire mi chiese anche
di portarle già che c’ero, gli stivali. Stupidamente le chiesi il perché e lei
mi disse con estrema semplicità come li ci fosse la scarpiera. Riconnesso
immediatamente il cervello colsi l’opportunità che avevo e dopo aver preso gli
stivali mi recai al bagno. Feci due passi e voltatomi mi resi conto di come non
avrei avuto con me la fotocamera. Dovevo trovare il modo di farmela restituire.
Avvicinatomi ad Agata e vedendola armeggiare con il cavetto usb e la fotocamera
le dissi: “aspetta che ti aiuto”. Tenendo con una mano i suoi stivali, con
l’altra armeggiai col computer e scaricai le fotografie sul pc nel giro di
qualche minuto. Staccai allora il cavetto e ripresi la fotocamera. Distratta
dal voler subito guardare le foto, la giovane non pensò più a me.
Una volta in bagno, dopo aver
resettato la memoria della scheda SD della fotocamera, immortalai gli stivali
che appoggiai sul davanzale della finestra.
Le suole non sembravano così immacolate come la ragazza voleva farmi credere. Evidentemente qualche passeggiata l’aveva fatta.
Intanto, mentre maneggiavo
quelle calzature e le fotografavo, mi sentivo sempre più eccitato.
Il mio cazzo era duro. Dovevo
prendere una decisione e dovevo farlo rapidamente.
Guardai in uno di loro mentre
mi segavo.
Ci vollero pochi altri istanti
prima di sborrare.
Corsi un bel rischio perché
non ero certo che Agata non avrebbe deciso di rimettere le calzature nei minuti
e ore a venire. Il tempo che lo sperma che avevo riversato nella calzatura si
asciugasse non sarebbe stato sufficiente. Tuttavia l’istinto primordiale prese
il sopravvento sulla ragione. Scattai alcune fotografie al risultato
conseguito. Alcuni rigagnoli si sborra erano visibili nella tomaia interna. Un
buon quantitativo era invece atterrato direttamente sulla soletta interna. Le
ballerine mi erano sfuggite ma i loro sostituti non hanno demeritato. Prima di
ritornare dalla mia amica riposi quindi gli stivali nella scarpiera, in un dei
posti liberi che trovai, promettendo loro come ci saremmo rivisti.
continua...
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