lunedì 10 giugno 2024

AGATA. 04 - L'avevo promesso

Nel terzo paragrafo di questa storia l’avevo detto agli stivali di Agata che ci saremmo rivisiti. E così fu.



Chiesi alla mia mia amica, che andai a trovare, ora francamente non ne ricordo il motivo preciso, di andare in bagno, una volta a casa sua. Aperta la scarpiera presi i suoi stivali con cui avevo avuto un incontro ravvicinato la settimana prima. Sembravo un automa. Volevo sfogare su di loro tutta la mia frustrazione, dovuta al fatto che gli stessi non venissero indossati dalla loro proprietaria e come le ballerine fossero state sostituite da delle inutili infradito. Agata mi aveva deluso e mi aveva persino fatto perdere la voglia di frequentarla e scattarle delle fotografie.



Mi misi subito a segarmi forte per poi venire nello stivale.




Rispetto alla volta scorsa ne avevo decisamente di più come confermato dalle molteplici striature che avevo depositato lungo la tomaia interna della calzatura.




Da quanto ero arrabbiato con Agata per essere passata alle infradito ero quasi speranzoso che nei minuti a venire mettesse gli stivali pieni di sborra. Glielo avrei dovuto suggerire ma non lo feci. Come avrei voluto che i suoi piedi si bagnassero dei miei spermatozoi. Non solo aveva buttato le ballerine ma era passata alle infradito e snobbato questi stivali. Se lo sarebbe proprio meritato.  

 

 

Fine.

AGATA. 03 - Cambio di programma

Finalmente quello che aspettavo era arrivato, ovvero l’invito di Agata ad andare a trovarla a casa sua. Per tale motivo, il giorno prescelto mi incamminai per sopraggiungere all’orario prestabilito. Stavo smanettando con la macchina fotografica per strada quando mi imbattei in una stivalata.



Questa era uscita da un condominio, incamminandosi lungo il marciapiede. Mi lasciò subito interdetto perché sebbene la giornata fosse caratterizzata da una brezza fresca, ero infatti certo si sarebbe inevitabilmente riscaldata, la donna portava con se un cappotto e calzava degli stivali che sicuramente l’avrebbero fatta sudare.




Mi fermai lungo il marciapiede per fotografarla. Ero un po' troppo distante però come si può vedere.



Decisi così di passare alla modalità video e di riprenderla mentre mi avvicinai. Sfortunatamente riuscii a recuperare solamente questa immagine dal video fatto. Questa era la migliore mentre il resto era troppo mosso. Proseguii quindi verso casa di Agata essendo altresì quella stivalata rimasta a parlare con altre persone lungo la via. Nel momento in cui varcai la porta di casa della mia amica, speranzoso di trovarla scalza, così da poter mettere le mani sulle sue ballerine, ecco invece che me la ritrovai davanti con degli stivali bianchi. Rimasi quasi a bocca aperta, tanto che spontaneamente mi venne da chiederle: “e quelli?”. Agata mi chiese se mi piacessero perché non era tanto convinta di loro. Aggiunse come andassero di moda, che qualcuna li metteva anche d’estate ma lei non era sicura di farlo. Li aveva usati non più di tanto in primavera. Io a mia volta le domandai se non preferisse le ballerine e li mi diede la triste notizia di come le avesse buttate perché ormai danneggiatesi. Mentre pensavo a come volgere la situazione a mio favore seguii la giovane sul terrazzo di casa. “che caldo che fa” mi ripeté un paio di volte. Le dissi che sicuramente gli stivali non l’avrebbero aiutata a sentirsi più fresca. Allora mi chiese se non avessi con me la macchina fotografica poiché avrebbe voluto che le facessi qualche scatto. Le risposi con un grande sorriso.



Ecco gli stivali di Agata.




Si trattava di un paio di stivali modello indianino. Erano di colore bianco e in pelle.



Agata volle che le scattai le fotografie in ogni posizione, dal davanti al retro. Quando terminammo di fare ciò mi prese per mano portandomi dentro casa. “hai nella memoria le foto degli altri giorni?” mi chiese nel tragitto. Le risposi di si capendo come volesse evidentemente scaricare le immagini sul suo pc. Per fortuna avevo già provveduto a farlo anche io a casa mia, cancellando poi quelle rivolte direttamente alle sue ballerine. Mentre mi sedetti sul letto di camera sua ecco che la ragazza fece altrettanto sulla sedia della sua scrivania. Quindi la guardai sfilarsi gli stivali facendo perno con punta sui talloni. Prima uno e poi l’altro. Ero imbambolato da quella scena così erotica che non mi aspettavo affatto. “dammi la macchina che le scarico” mi incalzò lei svegliandomi dal torpore. Porgendogliela cercai di non guardarle i piedi. Avevo il cazzo che mi scoppiava letteralmente nei pantaloni. Per uscire dalla quella situazione le chiesi se potessi recarmi al bagno e lei, oltre ad acconsentire mi chiese anche di portarle già che c’ero, gli stivali. Stupidamente le chiesi il perché e lei mi disse con estrema semplicità come li ci fosse la scarpiera. Riconnesso immediatamente il cervello colsi l’opportunità che avevo e dopo aver preso gli stivali mi recai al bagno. Feci due passi e voltatomi mi resi conto di come non avrei avuto con me la fotocamera. Dovevo trovare il modo di farmela restituire. Avvicinatomi ad Agata e vedendola armeggiare con il cavetto usb e la fotocamera le dissi: “aspetta che ti aiuto”. Tenendo con una mano i suoi stivali, con l’altra armeggiai col computer e scaricai le fotografie sul pc nel giro di qualche minuto. Staccai allora il cavetto e ripresi la fotocamera. Distratta dal voler subito guardare le foto, la giovane non pensò più a me.



Una volta in bagno, dopo aver resettato la memoria della scheda SD della fotocamera, immortalai gli stivali che appoggiai sul davanzale della finestra.




Le suole non sembravano così immacolate come la ragazza voleva farmi credere. Evidentemente qualche passeggiata l’aveva fatta.



Intanto, mentre maneggiavo quelle calzature e le fotografavo, mi sentivo sempre più eccitato.



Il mio cazzo era duro. Dovevo prendere una decisione e dovevo farlo rapidamente.



Guardai in uno di loro mentre mi segavo.  



Ci vollero pochi altri istanti prima di sborrare.




Corsi un bel rischio perché non ero certo che Agata non avrebbe deciso di rimettere le calzature nei minuti e ore a venire. Il tempo che lo sperma che avevo riversato nella calzatura si asciugasse non sarebbe stato sufficiente. Tuttavia l’istinto primordiale prese il sopravvento sulla ragione. Scattai alcune fotografie al risultato conseguito. Alcuni rigagnoli si sborra erano visibili nella tomaia interna. Un buon quantitativo era invece atterrato direttamente sulla soletta interna. Le ballerine mi erano sfuggite ma i loro sostituti non hanno demeritato. Prima di ritornare dalla mia amica riposi quindi gli stivali nella scarpiera, in un dei posti liberi che trovai, promettendo loro come ci saremmo rivisti.

 

 

continua...

AGATA. 02 - Agata, Sha e Nasia

Eccitato dall’incontro di cui ho fatto menzione nel paragrafo precedente, qualche giorno dopo decisi di organizzarne un altro. Anche questa volta Agata si presentò in ballerine.




Ecco le prime foto che le scattai.




La ragazza indossava un vestitino di jeans e dei leggings corti di colore nero.




Agata era davvero portata. Si prestava con una certa nonchalance a mettersi in posa.



Ovviamente un primo piano delle sue scarpette non poteva mancare.



Più la guardavo e più l’eccitazione che cresceva in me era difficile da contenere.



Qui invece ecco immortalata Sha, un’amica di Agata che insieme ad un’altra ancora, che vedrete nelle immagini a seguire, ci avevano raggiunto poco dopo.




Anche lei non dovetti convincerla per niente a farsi fotografare.




Devo ammettere come anche l’abbigliamento di Sha fosse interessante. In special modo le sue ballerine che oltre ad essere di un bel colore rosso avevano una sorta di spesso cinturino intorno alla caviglia.



Sha apprezzava proprio mettersi in posa come qui potete notare mentre si trovava sulla piattaforma dello scivolo.




Successivamente, su questo muretto, era ancor più attraente.




Conclusi tornando da Agata e Nasia, l’ultima arrivata.




Sicuramente, tra le tre, Nasia era la più sciatta. Le sue infradito purtroppo non mi attizzavano affatto. Terminate le fotografie mi prestai a giocare un po' con le ragazze sebbene non vedessi l’ora di rincasare per rivedere le immagini e darmi piacere.

 

 

continua…

AGATA. 01 - Agata in ballerine

Mi ero recato con la mia amica Agata ad un parco giochi non lontano da casa. Con me avevo la macchina fotografica. Me l’ero portata allo scopo di immortalare la giornata che avremmo passato assieme. Lei ne era al corrente e aveva preso la notizia con spirito collaborativo. Non avrei mai pensato che però la mia attenzione si sarebbe focalizzata su qualcosa d’altro. 




Agata era carina come potete notare e ai piedi quel giorno aveva deciso di calzare delle ballerine grigie. Era piacevolmente coinvolta nel farsi fotografare così che non dovetti fare altro che scattare queste e altre fotografie. Ora ovviamente non starò qua a postarle tutte ma nel mucchio di quelle che feci, non resistetti a farne qualcuna solamente alle calzature che portava e ai suoi piedi che mi stavano intrigando.



Questa ad esempio fu una di quelle. Mentre lei e le altre ragazze che ci avevano raggiunti si erano sedute su una panchina a parlare, dopo essermi portato alle loro spalle, scattai questa fotografia in cui riuscii ad immortalare parte del piede sinistro della ragazza fare capolino dalla scarpa. Nei miei pensieri, a posteriori, mi immaginai di farle cadere qualcosa in quella ballerina dopo essermi avvicinato di soppiatto.



E qui quest’altra. Oltre ai piedi nudi di due altre ragazze che calzavano delle infradito, per le quali non ho mai avuto alcuna passione, potete notare la ballerina di Agata e il suo piedino uscirvene leggermente, quel tanto che basta per mostrare parte del tallone. È inutile che stia qui a raccontarvi quelle che feci una volta tornato a casa dopo aver riguardato questa immagine. Alla ragazza a cui avevo ovviamente garantito di dare copia delle fotografie fatte, questa come la precedente mi guardai bene dal consegnarla.

 

 

continua…