domenica 9 marzo 2025

INCONTRO CON I TAROCCHI

Ero uscito di casa per raggiungere l’oratorio di San Rocco ove nella sala teatrale si sarebbe tenuto un incontro in cui si sarebbe parlato dei tarocchi, alla scoperta del loro significato e della loro storia. Il tempo era pessimo e infatti pioveva. Sulla mia strada incappai ben presto in questa giovane in stivali.




Come potete notare pure il culo non era affatto da tralasciare.




La ragazza aveva un passo svelto ma io mi misi subito alle sue calcagna.




I jeans che indossava erano aderenti, molto belli, tanto da fasciarle il fondoschiena in maniera egregia.  




Le calzature attenzionate invece erano dei semplici stivali grigi, in similpelle credo, senza tacco e con la parte superiore pelosa, come probabilmente lo era anche la parte interna.




La ragazza non era sola ma accompagnata probabilmente dalla madre che qui sopra compare in foto.




Quest’ultima però pareva non riuscire a stare al passo svelto della figlia.




Nel mentre la pioggia scendeva incessante.




Qui ne approfittai per zoomare sulle gambe di lei.




Ecco un particolare degli stivali della giovane. Si nota la presenza di una zip corta lungo il lato interno delle calzature.




Chissà come dovevano essere morbidi al tatto quegli stivali.




E invece, all’opposto, come doveva essere sodo quel sederino.




Avrei voluto farmi più sotto ma la madre della giovane andava così lenta che mi obbligava a restarmene alle loro spalle.




Eccoci affrontare una griglia pericolosamente scivolosa.




La giovane qui si voltò. Fui entusiasta nel vederla in viso. Era molto carina. Riuscii anche a percepire qualcosa di quello che disse alla madre: “dai muoviti”.




Ho riflettuto a mente fredda su quelle parole dette dalla ragazza alla madre.




Ritengo, visto l’abbondante quantitativo di pioggia che scese quel giorno o comunque per tutto il tragitto in cui seguii la ragazza immortalata, come la stessa dovesse avere i piedi dentro gli stivali bagnati.




Guardate semplicemente in quest’ultima immagine come vi fosse un trascinamento di liquido dal tallone dello stivale sinistro alla pavimentazione del marciapiede.




Tra la pioggia che cadeva dal cielo sugli stivali, poco protetti dall’ombrello della ragazza, alle pozze che calpestava nel tragitto che percorreva nonché a delle lacerazioni che in alcune immagini, zoomando, ho potuto constatare sui talloni delle calzature, era impossibile che i piedi della giovane non si fossero inumiditi.





Cosa avrei dato per trovarmi a casa sua nel momento in cui si sarebbe tolta quegli stivali.




Qui le nostre strade si separarono.



Carpii questa ultima immagine degli stivali grigi prima di recarmi all’oratorio.




Una volta giunti nella sala mi misi a sedere davanti a una ragazza non molto bella ma che almeno indossava degli stivali.




Mi ci voleva. Avevo ancora in mente gli stivali grigi e faticavo a dedicarmi alla storia dei tarocchi.




Le riprese le feci a caso, abbassando la fotocamera sotto la sedia e rivoltandola verso le gambe di colei che sedeva alle mie spalle.




Quando più tardi ebbi modo di vedere quanto filmato ne rimasi abbastanza soddisfatto.




Sebbene la luce era stata abbassata durante l’evento si capiva che erano degli stivali in pelle, di colore nero e senza tacco.




La immortalai qui intenta ad effettuare uno sgranchimento della caviglia. Poi purtroppo non ci furono altri movimenti degni di nota o immagini differenti da quelle su inserite.




Al momento di andarmene l’ultima bella sorpresa della giornata.




Alla conclusione dell’evento, infatti, con l’accensione delle luci e i primi movimenti degli spettatori, ecco che notai una ragazza con delle macchie vistosissime sugli stivali.




Fotocamera alla mano mi misi subito a cercare di registrarla.




Queste ultime calzature, differentemente dalle precedenti, erano di un tessuto scamosciato.




Si trattava di stivali di colore verde. Francamente non penso che mi avrebbero mai potuto interessare se non fossero stati bagnati in quel modo.




Erano così intrisi d’acqua che lo dovevano essere per forza anche i piedi. Se forse per la prima protagonista del racconto ci sarebbe potuto essere qualche dubbio, qui era impossibile avercelo. L’acqua aveva lasciato quelle tracce così evidenti e per forza doveva essere trapassata anche all’interno degli stivali.



Sarebbe stato bello chiederle se sentisse i piedi bagnati. Che supplizio sarà stato per lei non poter togliersi le calzature fradicie durante tutto l’evento a cui abbiamo partecipato. Sentire le dita dei piedi bagnati e non poterle asciugare. Andandomene mi sono augurato che a casa sua ci sarebbe stato qualcuno che avrebbe potuto sfruttare la situazione a suo piacimento, magari riempiendo quegli stivali di urina, tanto la proprietaria non se ne sarebbe mai accorta.

 

 

Fine.

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