sabato 7 giugno 2025

LA RAGAZZA DELL'ERASMUS. 06 - Forse lo sapeva

Heather era diventata una specialista ad organizzare feste. Questa è l’ultima volta che riuscii a mettere le mani sulle sue calzature. Se ve lo state chiedendo, la risposta è no. Con lei a letto non ci sono mai finito. Era pappa e ciccia con un altro ragazzo che non mi diede mai lo spiraglio di partecipare, nemmeno ad una doppia. E così, senza che rimaniamo male, godetevi l’ultima schizzata che riservai ai suoi stivali grigi.     






Come la prima volta, gli stivali erano stati lasciati in soggiorno nei pressi del tavolino.



Qualche foto prima di riempirli.




Il liquido era rimasto molto più concentrato questa volta.



La mancanza di un valido supporto questa volta mi fece desistere da registrare la sborrata. Così, dopo aver fatto il mio dovere, ecco solamente le foto degli stivali riposizionati sul pavimento.



Gli stivali di Heather avevano ricevuto una bella dose di sperma anche questa volta. Peccato da un lato che non li usasse durante i rapporti. Sarebbe stato bello vederla cavalcare con quelli indosso.



Chiudiamo con due chicche. La prima è questa foto che scattai a Heather mentre mi trovavo seduto sul divano nel corso di una delle feste. Ci fu molta ilarità nel momento in cui la scattai. Lei era così sfrontata che non disse nulla, anzi sembrò divertita dal mio scatto. Pensai nei giorni a venire come magari avesse scoperto qualcosa. Non me lo confessò mai e tantomeno io feci altrettanto. Quello che però tengo a dirvi, ed ecco che si tratta della seconda chicca, è che la ragazza indossava quegli stivali senza calze. Lo scoprii infatti sempre a quella festa quando prima di addentrarsi nella sua stanza con il suo stallone siciliano, pensò bene di sfilarsi gli stivali in salotto davanti a più persone, me compreso. Forse era un invito.

 

 

Fine.

LA RAGAZZA DELL'ERASMUS. 05 - Si replica a casa di Heather

Passò un po' di tempo prima di tornare da Heather e la sua coinquilina. Nel frattempo con la ragazza ci si vedeva a lezione. Grazie a lei feci alcune amicizie. Qualcuna stivalata ma di cui vi parlerò in seguito.




Intanto torniamo alle calzature di Heather. Ecco come le trovai nella seconda festa in cui fui invitato. Bene o male andò come la precedente, ne più ne meno.




Quindi senza perdermi in chiacchiere, ecco subito qualche fotogramma interessante. Qui potete notare gli interni degli stivali. Ah scusate, mi ero dimenticato di dirvi come la giovane proprietaria ebbe ad indossarli spesso a lezione. Tuttavia siccome dovevo starle vicino, preferii non immortalarla ma riservarmi per la festa a casa sua. A parte questo doveroso appunto, noterete i segni delle mie precedenti sborrate. Devo ammettere come il tessuto aveva ben assorbito il mio liquido seminale.  




Era sempre nel cuore della notte ma questa volta nel corridoio che decisi di sborrarli.




Fu una sega repentina, fatta appena fuori dalle stanze delle ragazze.




Ad infondermi il coraggio di fare questo era stato sicuramente il tanto alcool che avevo ingerito.  



Prima di rimetterli al loro posto, notai il mio sperma colare verso il fondo.



Ritornai dove avevo raccolto gli stivali, riponendoli per terra in una posizione un po' diversa da quella in cui li avevo trovati. C’era un certo fine in questo. Non vi nascondo che speravo che la ragazza si accorgesse in qualche modo di quanto fattole.

 

 

continua…

LA RAGAZZA DELL'ERASMUS. 04 - Un solitario risveglio

Mi risvegliai per colpa della luce del sole che filtrava dalle imposte. Avevo ancora la bocca impastata per l’alcool che avevo bevuto. Nell’aria ancora una puzza di cannabis che per poco non mi stordiva. Nessun rumore, silenzio assoluto. Mi toccai subito le tasche avvertendo la presenza della fotocamera. Mi tirai quindi su cominciando a vagare per la casa. Quasi imbarazzato mi misi a chiedere se ci fosse qualcuno. Non ebbi risposta. Andai allora al bagno per rinfrescarmi il viso. Una volta uscito ebbi modo di buttare uno sguardo nelle stanze delle ragazze. Entrambe erano vuote e puzzavano di sesso. Nel tornare in cucina notai gli stivali di Heather nel corridoio. Infine sul tavolo lessi un biglietto lasciato per me: “Bell’addormentato, quando ti svegli apri le finestre per favore così si cambia l’aria. Sentiti libero di rimanere se vuoi. Se te ne vai basta chiudere la porta quando esci. Ciao H”. "Che libertine" pensai di quelle ragazze. Aperto il frigorifero volevo fare colazione ma non c’era nulla di mio gradimento, solo yogurt. Fa niente pensai, la colazione poteva aspettare ma gli stivali di Heather meritavano un secondo round.




Mi portai pertanto in corridoio.




Peccato che non li aveva indossati. Ci avrebbe trovato il mio sperma dentro.  




A questo punto fu il mio pene, drizzandosi, a dirmi cosa dovevo farci.




Mi dispiacque un po' non trovare su di loro alcuna traccia del caffè che versai loro sopra a lezione. Evidentemente doveva averli puliti proprio attentamente.  




Mi dispiacque un po' non trovare su di loro alcuna traccia del caffè che versai loro sopra a lezione. Evidentemente doveva averli puliti proprio attentamente.  




Gli interni degli stivali.




E qui il risultato della sborrata. Anche l’altra calzatura che era sopravvissuta al mio passaggio notturno, ora aveva ricevuto quello che si meritava. Prima di uscire di casa pensai di rispondere al messaggio lasciatomi da Heather sul bigliettino. La ringraziai per la gentilissima ospitalità che mi aveva riservato, auspicandomi di replicare la bellissima nottata. Se solo avesse immaginato a quello a cui mi riferivo.

 

 

continua…

LA RAGAZZA DELL'ERASMUS. 03 - Faccia a faccia con i suoi stivali

Come avevo lasciato intendere nel finale del capitolo precedente, con la giovane che scoprii chiamarsi Heather, nacque un bel rapporto. Innanzitutto l’aiutarla quel giorno nel gestire una pratica universitaria mi permise di ottenere un invito a casa sua per partecipare ad una cena con altri studenti. Come potete ben immaginare non mi feci pregare. Se volevo mettere le mani sui suoi stivali questa era la strada giusta da percorrere. L’evento a cui fui invitato si sviluppò con un’apericena, a base di stuzzichini e soprattutto tanto alcool. Heather viveva con una coinquilina, una ragazza italiana. Abitavano in un piccolo appartamento ubicato in una palazzina del centro storico. Alla festa erano stati invitati anche altri ragazzi ovviamente, qualcuno che avevo avuto modo di incrociare durante le lezioni. Saremo stati una dozzina in tutto. Si beveva, mangiava e soprattutto fumava. Eh si, a canne ci davano tutti dentro. Io però non potevo permettermi di sballarmi. Oltre al fatto che sono sempre stato contrario, per il fumo intendo, avevo un obiettivo. La ragazza tenne su quegli stivali per tutta la serata fino a che finalmente li levò lasciandoli in salotto. Quando ormai qualcuno se ne era andato, qualcuno si era imboscato nelle stanze e in giro non c’era più nessuno tra i piedi, ecco che feci la mia mossa.



Per prima cosa una bella fotografia delle calzature.




Heather li aveva lasciati appoggiati al tavolino del soggiorno. Che lo avesse fatto per me?



Quella zoccoletta si era appartata nella sua stanza con un ragazzo. Mi era andata male in un certo senso. Avrei desiderato scoparmela con questi stivali indosso.



Dovetti quindi ricorrere al piano B e farmi i suoi stivali. Cosa che comunque non mi dispiaceva.  



Dopo aver messo da parte per un momento la fotocamera, presi in mano gli stivali, per guardarci dentro e per annusarli.




Eccitato dall’odorino che emanavano mi spostai con loro nei pressi della cucina.




Appoggiata la fotocamera su un tre piedi cercai di riprendere il maneggiamento delle calzature.




Infilai prima le mani dentro le calzature, sentendole ancora calde. Quindi venne il momento di tirarmi una bella sega.   




Ero bello carico che non mi ci volle molto per sborrare.




Fare quanto stavo facendo con in casa delle persone che potevano palesarsi da un momento all’altro era folle. Ma per mia fortuna andò tutto liscio.




Purtroppo le immagini ammetto come non siano il massimo. Tuttavia gli schizzi, nella parte alta della fotografia si notano. Non stetti a controllare se le riprese fossero al top perché il timore di essere scoperto era elevato.  




Terminata la goduta lasciai cadere gli stivali a terra. Fecero un tonfo per il quale mi diedi del “coglione” da solo. Aspettai qualche secondo ma per mia fortuna nessuno si preoccupò del rumore che avevo fatto.




Decisi allora di fotografare gli stivali usando anche il flash.




Dopo l’esterno ovviamente l’interno.



Soddisfatto del lavoro effettuato riposi gli stivali al loro posto. Quindi, non vedendo nessuno decisi di coricarmi sul divano per fare un pisolino.

 

 

continua…