martedì 7 gennaio 2025

AL CASTELLO DI LIMATOLA

Colgo l’occasione, in questo periodo natalizio, di mostrarvi quello che trovai in una gitarella fuori porta fatta diversi anni fa, presso il castello di Limatola, per vedere i mercatini di natale.




Parcheggiata la macchina non feci in tempo ad incamminarmi verso il castello che incontrai questa stivalata.




La gitarella non poteva avere un inizio migliore.




Temporeggiai un attimo per lasciare che la donna si incamminasse davanti a me.




Mi misi quindi a seguire quegli stivaloni grigi in pelle, senza tacco, per la strada.




La loro proprietaria era una bella figa ma purtroppo accompagnata e così dovevo fare attenzione.




Ero affascinato da quelle calzature.




Chissà come doveva essere indossarli, se erano comodi e tenevano caldo.




Sicuramente attiravano l’attenzione di qualunque altro feticista come me.




Ci apprestavamo a raggiungere la salita del castello.




Pur rimanendo a distanza riuscivo a cogliere la bellezza di quegli stivali.




E la salita ebbe inizio.




Mentre qualcuno scendeva noi salivamo verso il castello.




Qui si può vedere la donna da dietro.




Era una bella giornata e non faceva così freddo come mi aspettassi.




Vennero poi alcuni scalini da salire.




Ne approfittai per farmi sotto.




Ero abbagliato da quegli stivali.




Cosa avrei dato per mettere le mani su quelle calzature.




Quel che potevo fare era solamente continuare a riprenderla con la mia fotocamera.




Notate in quest’ultima immagine come premeva sulle dita dei piedi inerpicandosi nella salita.




Mi avvicinai nuovamente alla coppia.




Dovevano essere così morbidi quegli stivali.




Un particolare delle calzature.




Lo spacchetto retrostante gli stivali, a forma di V era una chicca.




La salita intanto non pareva aver fine.




Anche se qualche falso piano ora la stava rendendo meno impegnativa.




La mia presenza intanto passava inosservata per fortuna.




La camminata doveva creare quegli arricciamenti lungo i gambali.




Chissà se da li a poco sarebbero scesi ancora di più.




E così magari la donna si sarebbe dovuta chinare per afferrarne i lembi e tirarli verso l’alto.




La pavimentazione intanto si faceva più umida.




E la salita tornava ad essere ripida.




Le suole degli stivali cominciavano ad essere più scure.




Ero contento che quella salita sembrasse non finire mai.




Mi feci nuovamente sotto.




Mi chiesi intanto se la donna e quell’uomo fossero intimi.




Francamente lo speravo per lui. Una puledra come quella era da domare a letto ma facendole tenere quegli stivali addosso.




Già, nuda, calda, da fotterla mentre i suoi stivali rimanevano appoggiati alle spalle di colui che la scopava.




Affondare i colpi sempre con più vigore.




Per farla urlare di piacere.




Due immagini quasi simili ma che fanno ben apprezzare le calzature.




Qui invece prima il sinistro e poi lo stivale destro.




Ormai stavamo camminando da un bel po'.




Ma del castello ancora nessuna traccia.




Quello che comparve dinnanzi a noi fu un raggio di sole.




Le suole degli stivali intanto potrete notare come si fossero completamente scurite.




Più guardo e riguardo quegli stivali e più mi sento di confessare come avrebbero avuto bisogno di una bella doccia di sborra.




Per poi farcela andare in giro.




Altri visitatori intanto ci stavano venendo in contro.




Non riposi per nulla la fotocamera.  




Ci trovavamo in un luogo turistico per cui la presenza dell’apparecchio passava inosservata.




Poco dopo eccoci raggiungere l’obiettivo.




Dinnanzi a noi comparivano alcune baracche con oggettistica natalizia.




Io però rimanevo concentrato sugli stivali.




Mi accorsi subito dopo come i due stessero per arrestarsi nel piazzale. La mia presenza ora poteva apparire non più casuale. A quel punto decisi allora di allontanarmi anche perché non ero solo e quindi non potevo concentrarmi più solamente su quegli stivali. Aggirandomi nei paraggi, facendo finta di essere attratto dalla location, sfruttai l’occasione per immortalare ancora la donna e i suoi stivali.



Qui la potete notare dopo essersi levata il cappotto. Evidentemente era accaldata.  




Richiamato come Ulisse dalle sirene mi avvicinai nuovamente.




Chissà se anche i suoi piedi e la figa fossero accaldati.



Questa la scattai mentre mi allontanavo.




Eccola ripresa con fotografie di una migliore qualità.




Penso converrete anche voi su come si trattasse di una bella donna.




Eccole gli stivali visti anche dal davanti.



Sicuramente avrà richiamato molti sguardi su di se.




La coppia intanto era stata raggiunta da degli amici.




Simulando di fotografare la chiesa del castello, ne approfittavo per fotografare la stivalata.



Ecco l’ultima immagine di quella figa, a cui non vi nascondo come riservai diverse seghe nel corso dei giorni a venire.




Ci spostammo quindi nella zona interna dell’edificio ove reperii subito quest’altra giovane in stivali.



A differenza dei precedenti erano neri e scamosciati.




Mentre li riprendevo, nell’inquadratura ci finirono anche questi altri.



Essendo di passaggio con la mia compagnia non riuscii a riprendere altro di questi due modelli.




Di nuovo all’aperto ed ecco subito un nuovo paio di stivali.




La loro proprietaria era una ragazzina.




Eccola venirmi incontro.




Qui le calzature si possono notare molto bene.



Gli stivali erano in pelle nera, con un piccolo tacco squadrato.




Con la scusa di avvicinarmi alle bancarelle mi feci sotto alla ragazzina.




Qui le immagini riprese mentre mi trovavo alle sue spalle.



In questa fotografia si può notare come la parte superiore fosse stata risvoltata.



Qui andammo a contatto. A causa della folla la giovane mi fu spinta quasi addosso.  




La pressione esercitata dalla punta della mia scarpa contro il suo tallone la fece subito allontanare.




Ecco quindi che spostai la mia attenzione su un altro paio di stivali.




L’età della loro proprietaria si alzò rispetto a prima.



Era intenta a guardare i prodotti in vendita di una bancarella.




Mi adoperai per riprenderla mentre passavo alle sue spalle.




Si trattava di un paio di stivali neri in pelle, senza tacco.




Ad accompagnarli dei leggins anch’essi scuri.



Come ci sarebbero state bene su di loro delle belle macchie bianche di sperma.




Ecco la posizione giusta da dove uno avrebbe potuto scaricarglielo addosso.




Mi dovetti staccare un attimo da lei. Poco dopo però, percorrendo la stessa strada, per fortuna, ripresi a immortalarla.




Percorrevamo insieme quel tappeto fucsia.




Sebbene ci fosse ressa cercavo di non perderla di vista.



Anche quando l’affiancai non rinunciai a riprenderla.




Adoro questo tipo di calzature, con lo spacco sul retro e l’afflosciamento lungo il gambale.




Anche in questo caso fu doloroso allontanarmi da quegli stivali.




Qui infine, gli ultimi stivali che incontrai e ripresi quel giorno.




La proprietaria era nuovamente una bambina.




All’inizio non avevo proprio capito di che tipo di stivali si trattasse.




Poi capii che erano una versione invernale degli indianini.





La parte superiore era interamente ricoperta da del pelo mentre la punta in similpelle.




Per la mia massima gioia la ragazzina era irrequieta.




Non stava ferma un secondo, continuando a salire e scendere dal muretto dell’aiuola.




Anche le calze che indossava apparivano molto carine e calde.




Guardando attentamente la punta dello stivale destro si possono notare le sagome delle dita dei piedi che evidentemente la giovane sgranchiva nella calzatura.



Sono pronto a scommettere come all’interno dovessero fare un certo odorino.




In sostanza dei mercatini non ho alcun ricordo. Ma a livello di stivali, la vista al castello mi ha dato diversi spunti una volta tornato a casa.  

 

 

Fine.